Significato politico e istituzionale del primo referendum abrogativo della storia della Repubblica – Il recupero di valori e prospettive già affermati nel periodo costituente – Il precedente del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 – Le posizioni di C. Mortati in favore di un ruolo “attivo” del popolo – I successivi arretramenti prevalsi in Assemblea a tutela della “democrazia dei partiti” e il ridimensionamento degli istituti di democrazia diretta nella Costituzione – La mancata attuazione della Costituzione e il ritorno all’idea di democrazia meramente rappresentativa tipica dello stato liberale prefascista – L’art. 75 della Costituzione riscoperto per risolvere la “questione” del divorzio – L’attuazione regressiva dell’istituto attraverso la legge n. 352 del 1970, a tutela del ruolo egemone della rappresentanza politica (e del sistema dei partiti) – La fallace teoria dell’ “eccezionalità” del referendum e l’ostilità del sistema politico nei confronti della sua utilizzazione – Le potenzialità del referendum abrogativo come vettore di riforme antiautoritarie – Rilevanza delle iniziative “autonome” di movimenti politici estranei o esterni rispetto alle tradizionali organizzazioni di partito.

Il referendum come strumento di iniziativa politica

BETTINELLI, ERNESTO
1975-01-01

Abstract

Significato politico e istituzionale del primo referendum abrogativo della storia della Repubblica – Il recupero di valori e prospettive già affermati nel periodo costituente – Il precedente del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 – Le posizioni di C. Mortati in favore di un ruolo “attivo” del popolo – I successivi arretramenti prevalsi in Assemblea a tutela della “democrazia dei partiti” e il ridimensionamento degli istituti di democrazia diretta nella Costituzione – La mancata attuazione della Costituzione e il ritorno all’idea di democrazia meramente rappresentativa tipica dello stato liberale prefascista – L’art. 75 della Costituzione riscoperto per risolvere la “questione” del divorzio – L’attuazione regressiva dell’istituto attraverso la legge n. 352 del 1970, a tutela del ruolo egemone della rappresentanza politica (e del sistema dei partiti) – La fallace teoria dell’ “eccezionalità” del referendum e l’ostilità del sistema politico nei confronti della sua utilizzazione – Le potenzialità del referendum abrogativo come vettore di riforme antiautoritarie – Rilevanza delle iniziative “autonome” di movimenti politici estranei o esterni rispetto alle tradizionali organizzazioni di partito.
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