Il libro recensito, pubblicato all’indomani dello svolgimento del primo referendum abrogativo della storia repubblicana, considera l’istituto in maniera molto restrittiva, quale strumento meramente residuale che non può alterare il funzionamento dalla forma di governo parlamentare. In questa prospettiva anche i limiti alle richieste di referendum, previsti dal comma 2 dell’art. 75 della Costituzione, non sarebbero tassativi, bensì necessiterebbero di una interpretazione sistematica tale da estendere la loro portata ad altre ipotesi di inammissibilità implicita. In tal senso potrà essere decisivo il ruolo della Corte costituzionale in sede di giudizio di ammissibilità delle richieste di referendum.

Recensione a: Chiappetti A., L'ammissibilità del referendum abrogativo, Milano 1975, Giuffrè

BETTINELLI, ERNESTO
1975-01-01

Abstract

Il libro recensito, pubblicato all’indomani dello svolgimento del primo referendum abrogativo della storia repubblicana, considera l’istituto in maniera molto restrittiva, quale strumento meramente residuale che non può alterare il funzionamento dalla forma di governo parlamentare. In questa prospettiva anche i limiti alle richieste di referendum, previsti dal comma 2 dell’art. 75 della Costituzione, non sarebbero tassativi, bensì necessiterebbero di una interpretazione sistematica tale da estendere la loro portata ad altre ipotesi di inammissibilità implicita. In tal senso potrà essere decisivo il ruolo della Corte costituzionale in sede di giudizio di ammissibilità delle richieste di referendum.
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