L'articolo analizza l'assedio di circa tre mesi che la città di Pavia subì nel 1655, approfondendone le molteplici implicazioni di carattere economico, finanziario e fiscale. Dall'analisi emerge un quadro assai complesso e interessante, tutt'altro che totalmente caratterizzato da semplicistiche misure dirigistiche (requisizioni, calmieri, etc etc); in realtà, l'intervento delle autorità doveva rispettare, almeno entro certi limiti, alcuni vincoli giuridici e culturali, e comunque non escludeva affatto (anzi, per certi versi la incentivava) l'azione dei privati, nella speranza di mobilitare quante più risorse possibili in un contesto di relativo consenso della popolazione.

Un'economia in guerra: Pavia nel 1655

RIZZO, MARIO VALENTINO
1999-01-01

Abstract

L'articolo analizza l'assedio di circa tre mesi che la città di Pavia subì nel 1655, approfondendone le molteplici implicazioni di carattere economico, finanziario e fiscale. Dall'analisi emerge un quadro assai complesso e interessante, tutt'altro che totalmente caratterizzato da semplicistiche misure dirigistiche (requisizioni, calmieri, etc etc); in realtà, l'intervento delle autorità doveva rispettare, almeno entro certi limiti, alcuni vincoli giuridici e culturali, e comunque non escludeva affatto (anzi, per certi versi la incentivava) l'azione dei privati, nella speranza di mobilitare quante più risorse possibili in un contesto di relativo consenso della popolazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/117755
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