La guerra e le sorti dell’Europa post-bellica si configurano come due facce della stessa medaglia e discorsi e studi di Guglielmo Ferrero vi si imperniano in un assiduo sforzo di meditazione, comprensione e previsione. In queste pagine, più che al suo pensiero di politologo e sociologo, si guarda a Ferrero storico del presente e animatore del dibattito pubblico italiano e europeo sulla Grande Guerra. Si segue dunque un itinerario in tre tempi che mette a fuoco la sua scelta interventista, l’evoluzione del giudizio sulla guerra nel suo corso; infine, la progettazione del dopoguerra e la disamina delle problematiche della pace europea. In tale prospettiva, accanto alle opere di maggior impegno teorico, si rileggono i suoi reportages e le corrispondenze di politica interna ed estera, dal “Secolo” milanese alla “Revue des deux mondes”, a “Temps” alla “Revue Universelle” all’ “Atlantic Monthly Review”, al “Progresso Italo-Americano” e , tra le tante altre testate che Ferrero frequentò in quegli anni, alla quasi dimenticata “Rivista delle nazioni latine”, di cui fu condirettore con Julien Luchaire dal maggio 1916 all'aprile 1919. Le sue osservazioni sulla "guerra civile delle monarchie" europee, sulla legittimità come fondamento dei trattati di pace, sulla necessità della federazione europea e sull'interdipendenza della politica europea e americana, contro ogni tentazione isolazionistica, continuano a suonare attuali.

Guglielmo Ferrero: l’interventismo, la federazione latina, la tragedia della pace

SIGNORI, ELISA
2017-01-01

Abstract

La guerra e le sorti dell’Europa post-bellica si configurano come due facce della stessa medaglia e discorsi e studi di Guglielmo Ferrero vi si imperniano in un assiduo sforzo di meditazione, comprensione e previsione. In queste pagine, più che al suo pensiero di politologo e sociologo, si guarda a Ferrero storico del presente e animatore del dibattito pubblico italiano e europeo sulla Grande Guerra. Si segue dunque un itinerario in tre tempi che mette a fuoco la sua scelta interventista, l’evoluzione del giudizio sulla guerra nel suo corso; infine, la progettazione del dopoguerra e la disamina delle problematiche della pace europea. In tale prospettiva, accanto alle opere di maggior impegno teorico, si rileggono i suoi reportages e le corrispondenze di politica interna ed estera, dal “Secolo” milanese alla “Revue des deux mondes”, a “Temps” alla “Revue Universelle” all’ “Atlantic Monthly Review”, al “Progresso Italo-Americano” e , tra le tante altre testate che Ferrero frequentò in quegli anni, alla quasi dimenticata “Rivista delle nazioni latine”, di cui fu condirettore con Julien Luchaire dal maggio 1916 all'aprile 1919. Le sue osservazioni sulla "guerra civile delle monarchie" europee, sulla legittimità come fondamento dei trattati di pace, sulla necessità della federazione europea e sull'interdipendenza della politica europea e americana, contro ogni tentazione isolazionistica, continuano a suonare attuali.
2017
978 88 917 5131 7
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