Introduzione Presso il nostro Istituto è attivo dal 2005 un protocollo denominato “CardioLavoro”, in cui sono arruolati soggetti operati per rivascolarizzazione miocardica (angioplastica o by-pass) o valvulopatia: definito il profilo funzionale, il medico del lavoro analizza l’attività lavorativa precedente l’evento cardiopatologico, formulando indicazioni circa tempi e modalità della ripresa lavorativa, consigliando eventuali limitazioni alla mansione. I pazienti sono rivalutati periodicamente, fornendo loro eventuali nuove indicazioni. Obiettivi Verificare lo stato di salute e la situazione lavorativa dei pazienti nei 5-10 anni successivi il loro inserimento nel protocollo. Metodi Per 125 soggetti, arruolati tra il 2005 e il 2011 (2), sono stati raccolti i dati clinici (estrapolati dall’archivio informatico ospedaliero) e informazioni riguardanti l’aderenza alle prescrizioni e la ripresa lavorativa (tramite intervista). Inoltre, è stato loro chiesto di esprimere un giudizio soggettivo (con punteggio da 0 a 10) sul proprio stato di salute cardiologica, sul reinserimento lavorativo e sull’utilità delle prescrizioni riguardanti la mansione. Risultati Hanno risposto all’intervista 101 soggetti, in prevalenza (n = 94) maschi (4 pazienti risultavano deceduti). L’aderenza alle prescrizioni e ai controlli periodici è stata quasi totale (solo 4 soggetti hanno riferito difficoltà nel seguire la terapia farmacologica o gli esercizi fisici). Al controllo cardiologico più recente, la frazione d’eiezione (FE) del ventricolo sinistro era ≥ 49% in 78 pazienti, 36÷48% in 39 e ≤ 35% in 7, risultando migliorata in 27, peggiorata in 8, stazionaria per i rimanenti. Pure migliorata la tolleranza alla sforzo: mediamente, da 7,4 a 8,2 METs, dalla dimissione dopo riabilitazione all’ultimo follow-up. 20 pazienti hanno sofferto ricadute cardiache (in 17 casi con necessità di assentarsi dal lavoro): 12 ischemiche, 4 aritmiche, 4 altro. 76 (su 101) soggetti sono risultati occupati (9 con cambio di mansione), 17 pensionati, 8 disoccupati. Al questionario di autovalutazione, 100 soggetti si sono espressi sul loro attuale stato di salute cardiologico (con un punteggio medio di 8,3), 91 hanno risposto riguardo il reinserimento lavorativo (punteggio medio: 8,7), 74 sull’utilità delle limitazioni (punteggio medio: 9). Conclusione Dati rilevanti sono: l’elevata sopravvivenza, il mantenimento di soddisfacenti condizioni cliniche (buona FE, tolleranza allo sforzo, poche assenze per malattia), l’aderenza alle prescrizioni, l’alto tasso di ripresa lavorativa, l’elevato grado di soddisfazione soggettiva. L’esperienza conferma che un’appropriata riabilitazione e l’approccio interattivo tra medico del lavoro e cardiologo facilitano la ripresa lavorativa dopo evento cardiaco acuto, adattando le mansioni alle residue capacità fisiche .

Il protocollo “CardioLavoro” per il reinserimento lavorativo del cardiopatico: follow-up a 10 anni

CADEI, PAOLA;PETTENUZZO, EMANUELA;CANDURA, STEFANO
2016-01-01

Abstract

Introduzione Presso il nostro Istituto è attivo dal 2005 un protocollo denominato “CardioLavoro”, in cui sono arruolati soggetti operati per rivascolarizzazione miocardica (angioplastica o by-pass) o valvulopatia: definito il profilo funzionale, il medico del lavoro analizza l’attività lavorativa precedente l’evento cardiopatologico, formulando indicazioni circa tempi e modalità della ripresa lavorativa, consigliando eventuali limitazioni alla mansione. I pazienti sono rivalutati periodicamente, fornendo loro eventuali nuove indicazioni. Obiettivi Verificare lo stato di salute e la situazione lavorativa dei pazienti nei 5-10 anni successivi il loro inserimento nel protocollo. Metodi Per 125 soggetti, arruolati tra il 2005 e il 2011 (2), sono stati raccolti i dati clinici (estrapolati dall’archivio informatico ospedaliero) e informazioni riguardanti l’aderenza alle prescrizioni e la ripresa lavorativa (tramite intervista). Inoltre, è stato loro chiesto di esprimere un giudizio soggettivo (con punteggio da 0 a 10) sul proprio stato di salute cardiologica, sul reinserimento lavorativo e sull’utilità delle prescrizioni riguardanti la mansione. Risultati Hanno risposto all’intervista 101 soggetti, in prevalenza (n = 94) maschi (4 pazienti risultavano deceduti). L’aderenza alle prescrizioni e ai controlli periodici è stata quasi totale (solo 4 soggetti hanno riferito difficoltà nel seguire la terapia farmacologica o gli esercizi fisici). Al controllo cardiologico più recente, la frazione d’eiezione (FE) del ventricolo sinistro era ≥ 49% in 78 pazienti, 36÷48% in 39 e ≤ 35% in 7, risultando migliorata in 27, peggiorata in 8, stazionaria per i rimanenti. Pure migliorata la tolleranza alla sforzo: mediamente, da 7,4 a 8,2 METs, dalla dimissione dopo riabilitazione all’ultimo follow-up. 20 pazienti hanno sofferto ricadute cardiache (in 17 casi con necessità di assentarsi dal lavoro): 12 ischemiche, 4 aritmiche, 4 altro. 76 (su 101) soggetti sono risultati occupati (9 con cambio di mansione), 17 pensionati, 8 disoccupati. Al questionario di autovalutazione, 100 soggetti si sono espressi sul loro attuale stato di salute cardiologico (con un punteggio medio di 8,3), 91 hanno risposto riguardo il reinserimento lavorativo (punteggio medio: 8,7), 74 sull’utilità delle limitazioni (punteggio medio: 9). Conclusione Dati rilevanti sono: l’elevata sopravvivenza, il mantenimento di soddisfacenti condizioni cliniche (buona FE, tolleranza allo sforzo, poche assenze per malattia), l’aderenza alle prescrizioni, l’alto tasso di ripresa lavorativa, l’elevato grado di soddisfazione soggettiva. L’esperienza conferma che un’appropriata riabilitazione e l’approccio interattivo tra medico del lavoro e cardiologo facilitano la ripresa lavorativa dopo evento cardiaco acuto, adattando le mansioni alle residue capacità fisiche .
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