Lo studio approfondisce un aspetto particolare della tecnica legislativa, consistente nel fissare come un regolamento della magistratura anche molti di quelli che, secondo il punto di vista del giurista moderno, sarebbero piuttosto diritti soggettivi dei privati. Allo scopo di approfondire l’entità e la consistenza del fenomeno – colto e segnalato dalla storiografia solo a proposito della legislazione municipale – la ricerca prima passa in rassegna i testi epigrafici raccolti nel primo volume dei Roman Statutes (i soli che consentano una adeguata verifica degli ipsissima verba del testo di legge), quindi dimostra che gli statuti chiamati a intervenire su temi di diritto pubblico (in senso ampio: quaestiones, assegnazioni di terre da parte dello stato e di provinciae ai magistrati, loro subalterni, rapporti con comunità peregrine, manutenzione e uso di viae e luoghi pubblici) risultano scritti tutti essenzialmente dal punto di vista del magistrato (anche quando si tratti di fissare le posizioni dei privati) e infine ipotizza che questo modello si sia affermato sia per garantire la piena applicazione del provvedimento sia come riflesso della struttura dei senatusconsulta

La legge e il magistrato. Intorno a una tecnica normativa romana.

PELLECCHI, LUIGI
2005-01-01

Abstract

Lo studio approfondisce un aspetto particolare della tecnica legislativa, consistente nel fissare come un regolamento della magistratura anche molti di quelli che, secondo il punto di vista del giurista moderno, sarebbero piuttosto diritti soggettivi dei privati. Allo scopo di approfondire l’entità e la consistenza del fenomeno – colto e segnalato dalla storiografia solo a proposito della legislazione municipale – la ricerca prima passa in rassegna i testi epigrafici raccolti nel primo volume dei Roman Statutes (i soli che consentano una adeguata verifica degli ipsissima verba del testo di legge), quindi dimostra che gli statuti chiamati a intervenire su temi di diritto pubblico (in senso ampio: quaestiones, assegnazioni di terre da parte dello stato e di provinciae ai magistrati, loro subalterni, rapporti con comunità peregrine, manutenzione e uso di viae e luoghi pubblici) risultano scritti tutti essenzialmente dal punto di vista del magistrato (anche quando si tratti di fissare le posizioni dei privati) e infine ipotizza che questo modello si sia affermato sia per garantire la piena applicazione del provvedimento sia come riflesso della struttura dei senatusconsulta
2005
9788873580225
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