La continua ricerca di coordinazione tra organizzazioni produttive ha come effetto la formazione di un sistema produtti-vo integrato (osservato a livello globale), concepito come una vasta rete produttiva (network produttivo) dove i nodi produttivi (osservati a livello locale) sono interrelati tramite flussi di input e di output. Risulta immediatamente che i flussi (temporalmente definiti) di qualunque prodotto finale – destinato, cioè, al consumo – siano sempre gli output di un nodo terminale connesso a valle con un bacino di domanda ed a monte con altri nodi antecedenti, variamente ramificati; questi trasformando risorse e lavoro in componenti, macchinari e servizi. consentono al nodo terminale di ottenere i propri output destinati ai consumatori finali. La rete produttiva globale, composta da tutti i network produttivi che producono i beni per soddisfare i bisogni e le aspi-razioni dell’Umanità costituiscono il KOSMOS produttivo. Proprio per far emergere le caratteristiche della rete produttiva globale, ho ritenuto utile seguire la prospettiva olonica, secondo la quale le organizzazioni produttive – intese quali viable systems – che costituiscono i nodi dei Network, sono, a tutti gli effetti, oloni (holons) dotati di consapevolezza (management e sistema informativo consapevoli) e di struttura operativa autonoma; questi, infatti, se da un lato presentano la “dual dendency to preserve and assert its individuality” dall’altro sono entità semi-autonome in quanto i loro processi dipendono da quelli sviluppati dalle organizzazioni a monte ed a valle cui sono inevitabilmente connesse. Ho introdotto per comodità il termine org-one (orgone o orgon) per indicare un’organizzazione produttiva concepita quale olone vitale, autonomo, se osservato quale ente produttivo, ma semi-autonomo se osservato quale nodo della rete. Ogni rete produttiva, in quanto composta da orgoni, è una rete orgonica e si interpreta, di conseguenza, come una holarchy o un holonic network di orgoni che presentano un funzionamento del tutto assimilabile ad un Autonomic Cognitive Computer o ad un Holonic Manufacturing System. Nella prospettiva olonica, gli orgoni – in quanto viable systems – hanno la particolare proprietà di sviluppare un’attività cognitiva (attribuibile al management); per ricercare e mantenere le condizioni di sopravvivenza e di autoaffermazione, tale attività cognitiva li porta a sviluppare un comportamento esclusivamente egoistico. Cerco di dimostrare, in particolare, come poche semplici regole egoistiche di comportamento individuale degli orgoni (ben note dalla Management Science) siano alla base della varietà, della mutevolezza, della resilienza e della tendenza evolutiva dei Network osservabili. Ho individuato, in particolare, 10 “regole egoistiche dell’orgone” dalla cui applicazione derivano necessariamente, e inevitabilmente, tre dinamiche evoluzionistiche, riferibili al network quale unità: espansione continua, elasticità-resilienza e miglioramento continuo delle performance. Proprio per sottilineare la loro cogenza, ho denominato tali regole quali leggi dei network produttivi. Parafrasando Koestler (The Ghost in the Machine, 1967) sembra proprio che ci sia un fantasma nella Macchina Produt-tiva, la cui mano invisibile sembra generare un continuo adattamento evolutivo dei network produttivi per realizzare li-velli crescenti di produttività e di qualità, aumentare qualità e quantità di bisogni e di aspirazioni soddisfatte, ridurre il carico di lavoro, in ciò realizzando sempre più elevati livelli di progresso nell’intero KOSMOS produttivo. Non c’è nulla di metafisico in questa evoluzione: essa è generata e governata da orgoni egoistici e dalle leggi degli Or-gonic Network.

Reti Orgoniche. La prospettiva olonica della produzione di valore

MELLA, PIERO
2007-01-01

Abstract

La continua ricerca di coordinazione tra organizzazioni produttive ha come effetto la formazione di un sistema produtti-vo integrato (osservato a livello globale), concepito come una vasta rete produttiva (network produttivo) dove i nodi produttivi (osservati a livello locale) sono interrelati tramite flussi di input e di output. Risulta immediatamente che i flussi (temporalmente definiti) di qualunque prodotto finale – destinato, cioè, al consumo – siano sempre gli output di un nodo terminale connesso a valle con un bacino di domanda ed a monte con altri nodi antecedenti, variamente ramificati; questi trasformando risorse e lavoro in componenti, macchinari e servizi. consentono al nodo terminale di ottenere i propri output destinati ai consumatori finali. La rete produttiva globale, composta da tutti i network produttivi che producono i beni per soddisfare i bisogni e le aspi-razioni dell’Umanità costituiscono il KOSMOS produttivo. Proprio per far emergere le caratteristiche della rete produttiva globale, ho ritenuto utile seguire la prospettiva olonica, secondo la quale le organizzazioni produttive – intese quali viable systems – che costituiscono i nodi dei Network, sono, a tutti gli effetti, oloni (holons) dotati di consapevolezza (management e sistema informativo consapevoli) e di struttura operativa autonoma; questi, infatti, se da un lato presentano la “dual dendency to preserve and assert its individuality” dall’altro sono entità semi-autonome in quanto i loro processi dipendono da quelli sviluppati dalle organizzazioni a monte ed a valle cui sono inevitabilmente connesse. Ho introdotto per comodità il termine org-one (orgone o orgon) per indicare un’organizzazione produttiva concepita quale olone vitale, autonomo, se osservato quale ente produttivo, ma semi-autonomo se osservato quale nodo della rete. Ogni rete produttiva, in quanto composta da orgoni, è una rete orgonica e si interpreta, di conseguenza, come una holarchy o un holonic network di orgoni che presentano un funzionamento del tutto assimilabile ad un Autonomic Cognitive Computer o ad un Holonic Manufacturing System. Nella prospettiva olonica, gli orgoni – in quanto viable systems – hanno la particolare proprietà di sviluppare un’attività cognitiva (attribuibile al management); per ricercare e mantenere le condizioni di sopravvivenza e di autoaffermazione, tale attività cognitiva li porta a sviluppare un comportamento esclusivamente egoistico. Cerco di dimostrare, in particolare, come poche semplici regole egoistiche di comportamento individuale degli orgoni (ben note dalla Management Science) siano alla base della varietà, della mutevolezza, della resilienza e della tendenza evolutiva dei Network osservabili. Ho individuato, in particolare, 10 “regole egoistiche dell’orgone” dalla cui applicazione derivano necessariamente, e inevitabilmente, tre dinamiche evoluzionistiche, riferibili al network quale unità: espansione continua, elasticità-resilienza e miglioramento continuo delle performance. Proprio per sottilineare la loro cogenza, ho denominato tali regole quali leggi dei network produttivi. Parafrasando Koestler (The Ghost in the Machine, 1967) sembra proprio che ci sia un fantasma nella Macchina Produt-tiva, la cui mano invisibile sembra generare un continuo adattamento evolutivo dei network produttivi per realizzare li-velli crescenti di produttività e di qualità, aumentare qualità e quantità di bisogni e di aspirazioni soddisfatte, ridurre il carico di lavoro, in ciò realizzando sempre più elevati livelli di progresso nell’intero KOSMOS produttivo. Non c’è nulla di metafisico in questa evoluzione: essa è generata e governata da orgoni egoistici e dalle leggi degli Or-gonic Network.
2007
9788814134098
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/120991
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