Si esaminano aspetti importanti della produzione scientifica di Giuseppe Belli (1791-1860), secondo successore di Alessandro Volta sulla cattedra di Fisica all'Università di Pavia. Si affrontano in particolare i suoi interessi per la fisica molecolare di ispirazione laplaciana. Si propone un confronto con la differente linea di sviluppo della fisica molecolare da parte di Ottaviano Fabrizio Mossotti (1791-1863), altro esponente importante della scienza fisico-matematica del periodo. Si esamina il corso di fisica che Belli progetta e in parte realizza per l’insegnamento nei licei del Lombardo-Veneto, evidenziando come l'opera si dilati e si interrompa prima di esaurire il programma previsto, a causa del grande sviluppo della fisica ma anche della difficoltà di raggiungere i vari obiettivi didattici che l’autore si era posto: completezza, rigore, livello elementare della trattazione e del formalismo matematico. Più in generale si segnala come il focus sugli obiettivi didattici abbia contribuito a limitare la sua capacità di rimanere al passo con gli sviluppi più avanzati della fisica europea, nonostante le notevoli qualità scientifiche. Queste ultime, come si evidenzia, lo condussero in ogni caso a risultati significativi specialmente nella realizzazione di nuovi strumenti.

Giuseppe Belli

Lucio Fregonese
2017-01-01

Abstract

Si esaminano aspetti importanti della produzione scientifica di Giuseppe Belli (1791-1860), secondo successore di Alessandro Volta sulla cattedra di Fisica all'Università di Pavia. Si affrontano in particolare i suoi interessi per la fisica molecolare di ispirazione laplaciana. Si propone un confronto con la differente linea di sviluppo della fisica molecolare da parte di Ottaviano Fabrizio Mossotti (1791-1863), altro esponente importante della scienza fisico-matematica del periodo. Si esamina il corso di fisica che Belli progetta e in parte realizza per l’insegnamento nei licei del Lombardo-Veneto, evidenziando come l'opera si dilati e si interrompa prima di esaurire il programma previsto, a causa del grande sviluppo della fisica ma anche della difficoltà di raggiungere i vari obiettivi didattici che l’autore si era posto: completezza, rigore, livello elementare della trattazione e del formalismo matematico. Più in generale si segnala come il focus sugli obiettivi didattici abbia contribuito a limitare la sua capacità di rimanere al passo con gli sviluppi più avanzati della fisica europea, nonostante le notevoli qualità scientifiche. Queste ultime, come si evidenzia, lo condussero in ogni caso a risultati significativi specialmente nella realizzazione di nuovi strumenti.
2017
978-88-205-1091-6
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