Il progetto RAMET, realizzato in sinergia col progetto “Bilancio geochimico di elementi in tracce d'interesse ambientale nei suoli agrari" del MIUR, ha acquisito conoscenze sullo stato di contaminazione diffusa da metalli pesanti dei suoli agricoli della pianura lombarda. L’indagine effettuata ha riguardato i seguenti metalli: cadmio, rame, nichel, piombo, zinco, e manganese. Utilizzando i campioni raccolti e successivamente conservati da ERSAF durante il “progetto Carta Pedologica a scala 1:50.000” realizzato in Lombardia tra la metà degli anni ottanta e i primi anni 2000, si è proceduto a determinare il contenuto in metalli dell’orizzonte superficiale e di un orizzonte profondo (profondità circa 100 cm) di oltre 1000 profili distribuiti nell’intero territorio regionale di pianura e prima collina. Il set di dati è costituito da • 1456 campioni appartenenti all’orizzonte superficiale • 981 campioni appartenenti all’orizzonte profondo • 810 profili per i quali è disponibile l’analisi del campione superficiale e del corrispondente campione profondo. Le analisi effettuate hanno fornito un quadro conoscitivo organico e complessivo di livello regionale, dal quale si evince che: • in generale il contenuto in metalli dei suoli agricoli è ampiamente inferiore alle soglie di riferimento previste dall’attuale normativa, con l’eccezione delle aree viticole dove gli accumuli di rame possono invece raggiungere livelli molto alti; • in alcune aree, tuttavia, soprattutto a sud di Milano e dei principali centri urbani della zona pedealpina e nella pianura centro orientale, si osservano significativi fattori di arricchimento per molti metalli riconducibili alla pressione antropica; • mentre l’arricchimento dei suoli in rame, zinco, piombo e cadmio è da ricondurre a cause di origine antropica, gli elevati tenori in nichel e manganese rilevati in alcune zone sono presumibilmente da attribuire a cause naturali; • un contributo dell’agricoltura all’origine antropica dei metalli senz’altro esiste, soprattutto nelle zone viticole e a zootecnia intensiva; tuttavia gli apporti correlabili all’attività industriale e al traffico veicolare appaiono chiaramente più consistenti. Nell’ambito del progetto sono state inoltre approfondite, attraverso il campionamento e lo studio di dettaglio di profili di suolo, tre situazioni specifiche rappresentative di altrettanti sistemi agricolo-gestionali presenti in Lombardia. Nelle aree viticole dell’Oltrepò Pavese sono stati indagati i processi di accumulo e trasporto verso le acque superficiali e sotterranee dei metalli. Le evidenze progettuali hanno confermato, in coerenza con quanto già emerso in altri studi effettuati in precedenza, l’esistenza di una relazione tra contenuto in rame dei suoli vitati e livelli in tale metallo presenti nei sedimenti solidi dei corsi d’acqua della zona ed anche nelle acque di prima falda. Nella zona risicola della Lomellina, dove si va estendendo -soprattutto nelle risaie coltivate “in asciutta”- l’uso di fanghi, le indagini realizzate hanno evidenziato che si tratta di agroecosistemi dove i suoli hanno un modesto potere tampone e sono soggetti a fortissimi processi di lisciviazione e dove, quindi, l’introduzione di quantitativi rilevanti di sostanze che apportano metalli dovrebbe in ogni caso ispirarsi a principi di massima cautela e precauzione. In un’area agricola del Cremonese a zootecnica intensiva, dove ad un uso sistematico e di lunga data di reflui organici si è aggiunto negli ultimi 10 anni un consistente ricorso alla distribuzione di fanghi di depurazione urbana, si sono in effetti osservati accumuli superficiali di metalli, ma le frazioni biodisponibili, tanto nello strato superficiale come in profondità, si sono rivelate essere percentualmente molto ridotte. I risultati del progetto RAMET costituiscono una base conoscitiva di riferimento sulla contaminazione diffusa dei suoli agricoli da metalli pesanti in Lombardia ma devono essere considerati un punto di partenza per impostare un sistema di monitoraggio a lungo termine della qualità dei suoli agricoli e del territorio rurale in genere che consenta di tenerne sotto controllo l’evoluzione nel tempo. I risultati del progetto sono pubblicati nella collana Quaderni della Ricerca (volume n° 61 “Analisi del contenuto in rame e altri metalli nei suoli agricoli lombardi”).

Analisi del contenuto in rame ed altri metalli nei suoli agricoli lombardi - RAMET

SACCHI, ELISA;
2007-01-01

Abstract

Il progetto RAMET, realizzato in sinergia col progetto “Bilancio geochimico di elementi in tracce d'interesse ambientale nei suoli agrari" del MIUR, ha acquisito conoscenze sullo stato di contaminazione diffusa da metalli pesanti dei suoli agricoli della pianura lombarda. L’indagine effettuata ha riguardato i seguenti metalli: cadmio, rame, nichel, piombo, zinco, e manganese. Utilizzando i campioni raccolti e successivamente conservati da ERSAF durante il “progetto Carta Pedologica a scala 1:50.000” realizzato in Lombardia tra la metà degli anni ottanta e i primi anni 2000, si è proceduto a determinare il contenuto in metalli dell’orizzonte superficiale e di un orizzonte profondo (profondità circa 100 cm) di oltre 1000 profili distribuiti nell’intero territorio regionale di pianura e prima collina. Il set di dati è costituito da • 1456 campioni appartenenti all’orizzonte superficiale • 981 campioni appartenenti all’orizzonte profondo • 810 profili per i quali è disponibile l’analisi del campione superficiale e del corrispondente campione profondo. Le analisi effettuate hanno fornito un quadro conoscitivo organico e complessivo di livello regionale, dal quale si evince che: • in generale il contenuto in metalli dei suoli agricoli è ampiamente inferiore alle soglie di riferimento previste dall’attuale normativa, con l’eccezione delle aree viticole dove gli accumuli di rame possono invece raggiungere livelli molto alti; • in alcune aree, tuttavia, soprattutto a sud di Milano e dei principali centri urbani della zona pedealpina e nella pianura centro orientale, si osservano significativi fattori di arricchimento per molti metalli riconducibili alla pressione antropica; • mentre l’arricchimento dei suoli in rame, zinco, piombo e cadmio è da ricondurre a cause di origine antropica, gli elevati tenori in nichel e manganese rilevati in alcune zone sono presumibilmente da attribuire a cause naturali; • un contributo dell’agricoltura all’origine antropica dei metalli senz’altro esiste, soprattutto nelle zone viticole e a zootecnia intensiva; tuttavia gli apporti correlabili all’attività industriale e al traffico veicolare appaiono chiaramente più consistenti. Nell’ambito del progetto sono state inoltre approfondite, attraverso il campionamento e lo studio di dettaglio di profili di suolo, tre situazioni specifiche rappresentative di altrettanti sistemi agricolo-gestionali presenti in Lombardia. Nelle aree viticole dell’Oltrepò Pavese sono stati indagati i processi di accumulo e trasporto verso le acque superficiali e sotterranee dei metalli. Le evidenze progettuali hanno confermato, in coerenza con quanto già emerso in altri studi effettuati in precedenza, l’esistenza di una relazione tra contenuto in rame dei suoli vitati e livelli in tale metallo presenti nei sedimenti solidi dei corsi d’acqua della zona ed anche nelle acque di prima falda. Nella zona risicola della Lomellina, dove si va estendendo -soprattutto nelle risaie coltivate “in asciutta”- l’uso di fanghi, le indagini realizzate hanno evidenziato che si tratta di agroecosistemi dove i suoli hanno un modesto potere tampone e sono soggetti a fortissimi processi di lisciviazione e dove, quindi, l’introduzione di quantitativi rilevanti di sostanze che apportano metalli dovrebbe in ogni caso ispirarsi a principi di massima cautela e precauzione. In un’area agricola del Cremonese a zootecnica intensiva, dove ad un uso sistematico e di lunga data di reflui organici si è aggiunto negli ultimi 10 anni un consistente ricorso alla distribuzione di fanghi di depurazione urbana, si sono in effetti osservati accumuli superficiali di metalli, ma le frazioni biodisponibili, tanto nello strato superficiale come in profondità, si sono rivelate essere percentualmente molto ridotte. I risultati del progetto RAMET costituiscono una base conoscitiva di riferimento sulla contaminazione diffusa dei suoli agricoli da metalli pesanti in Lombardia ma devono essere considerati un punto di partenza per impostare un sistema di monitoraggio a lungo termine della qualità dei suoli agricoli e del territorio rurale in genere che consenta di tenerne sotto controllo l’evoluzione nel tempo. I risultati del progetto sono pubblicati nella collana Quaderni della Ricerca (volume n° 61 “Analisi del contenuto in rame e altri metalli nei suoli agricoli lombardi”).
2007
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