The study begins from the discovery of the Ancients by Pasolini, who was commissioned by Vittorio Gassman and Luciano Lucignani to translate the Orestea of Aeschylus for the Inda representations at the Greek Theater of Syracuse, in the spring of 1960. The reading and the passion for the texts of the ancient theater has fed Pasolini's dramaturgy and filmography throughout the following decade, until 1969, the date of Medea and of Appunti per un’Orestiade africana. The Syracusan experience is still very present in Petrolio, as recalled in the Appunto 3 d, Prefazione posticipata, in which those memories are transfigured though still apparent. However, the papers that should prepare a modern Satyricon seem not to exploit the ancient models, which are mentioned, remembered on several occasions, but not placed in the narrative circle. Not even the satirical-menippean line, in the meaning of M. Bachtin, which some critics try to trace in Petrolio, is clearly recognizable. Petrolio's writing, for the sole voice of Pasolini, seems rather an exasperated Epochè, in the interpretation of Enzo Paci: a desperate and unsatisfied search for form and meaning. Lo studio muove dalla scoperta degli Antichi da parte di Pasolini incaricato da Vittorio Gassman e Luciano Lucignani di tradurre l’Orestea di Eschilo per le rappresentazioni dell’Inda al Teatro greco di Siracusa nella primavera 1960. La lettura e la passione per i testi del teatro attico avevano alimentato la drammaturgia e la filmografia di Pasolini per tutto il decennio seguente, fino al 1969 di Medea e degli Appunti per un’Orestiade africana. L’esperienza siracusana è ancora ben presente in Petrolio, rievocata nell’Appunto 3 d, Prefazione posticipata, che trasfigura quei ricordi, lasciandoli comunque trasparire. Ma le carte di Petrolio che dovrebbero preparare un moderno Satyricon sembrano non mettere a frutto i modelli antichi, citati, ricordati in più occasioni e non immessi nel circolo narrativo. Neppure la linea satirico-menippea, nell’accezione di M. Bachtin, che alcuni critici si impegnano a rintracciare in Petrolio, è chiaramente riconoscibile. La scrittura di Petrolio, per la sola voce di Pasolini, appare piuttosto una esasperata Epochè, nell’interpretazione di Enzo Paci, una disperata e insoddisfatta ricerca di forma e di senso.

I CLASSICI NON SONO PIÙ UNA RISORSA... PETROLIO: RICERCA (E FALLIMENTO) DI UNA NARRAZIONE TOTALE

Anna Beltrametti
2019-01-01

Abstract

The study begins from the discovery of the Ancients by Pasolini, who was commissioned by Vittorio Gassman and Luciano Lucignani to translate the Orestea of Aeschylus for the Inda representations at the Greek Theater of Syracuse, in the spring of 1960. The reading and the passion for the texts of the ancient theater has fed Pasolini's dramaturgy and filmography throughout the following decade, until 1969, the date of Medea and of Appunti per un’Orestiade africana. The Syracusan experience is still very present in Petrolio, as recalled in the Appunto 3 d, Prefazione posticipata, in which those memories are transfigured though still apparent. However, the papers that should prepare a modern Satyricon seem not to exploit the ancient models, which are mentioned, remembered on several occasions, but not placed in the narrative circle. Not even the satirical-menippean line, in the meaning of M. Bachtin, which some critics try to trace in Petrolio, is clearly recognizable. Petrolio's writing, for the sole voice of Pasolini, seems rather an exasperated Epochè, in the interpretation of Enzo Paci: a desperate and unsatisfied search for form and meaning. Lo studio muove dalla scoperta degli Antichi da parte di Pasolini incaricato da Vittorio Gassman e Luciano Lucignani di tradurre l’Orestea di Eschilo per le rappresentazioni dell’Inda al Teatro greco di Siracusa nella primavera 1960. La lettura e la passione per i testi del teatro attico avevano alimentato la drammaturgia e la filmografia di Pasolini per tutto il decennio seguente, fino al 1969 di Medea e degli Appunti per un’Orestiade africana. L’esperienza siracusana è ancora ben presente in Petrolio, rievocata nell’Appunto 3 d, Prefazione posticipata, che trasfigura quei ricordi, lasciandoli comunque trasparire. Ma le carte di Petrolio che dovrebbero preparare un moderno Satyricon sembrano non mettere a frutto i modelli antichi, citati, ricordati in più occasioni e non immessi nel circolo narrativo. Neppure la linea satirico-menippea, nell’accezione di M. Bachtin, che alcuni critici si impegnano a rintracciare in Petrolio, è chiaramente riconoscibile. La scrittura di Petrolio, per la sola voce di Pasolini, appare piuttosto una esasperata Epochè, nell’interpretazione di Enzo Paci, una disperata e insoddisfatta ricerca di forma e di senso.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1267686
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