Quasi tutti vantano un pedigree d’eccezione e hanno un’interessante storia da raccontare. Almeno un paio vengono da Roma e in passato decoravano alcune tra le più celebri raccolte di antichità della capitale: quella avviata, fin dal primo Cinquecento, dal banchiere Bindo Altoviti e quella creata nell’Ottocento dai principi Torlonia. C’è poi una rara testimonianza statuaria dell’antica Dertona romana, l’attuale Tortona. Stiamo parlando dei marmi antichi e ‘all’antica’ del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto. Un nucleo di sculture non certo grande, ma selezionato con cura. Da tempo avevano fatto perdere le loro tracce: gli studiosi li hanno cercati a lungo, invano, e li hanno, infine, dati per dispersi. A intercettarli e a condurli, tutti insieme, nelle collezioni del Museo è stato il fiuto da antiquario di Pietro Accorsi, che di questi marmi aveva capito il valore e che, forse, li aveva persino riconosciuti. Questo studio, che si accompagna a un recente intervento di pulitura e restauro e a un nuovo allestimento espositivo, permette ora di recuperare la loro, lunga, storia e di presentarla al pubblico.

Marmi dal mondo antico nelle raccolte del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

Anna Maria Riccomini
2019-01-01

Abstract

Quasi tutti vantano un pedigree d’eccezione e hanno un’interessante storia da raccontare. Almeno un paio vengono da Roma e in passato decoravano alcune tra le più celebri raccolte di antichità della capitale: quella avviata, fin dal primo Cinquecento, dal banchiere Bindo Altoviti e quella creata nell’Ottocento dai principi Torlonia. C’è poi una rara testimonianza statuaria dell’antica Dertona romana, l’attuale Tortona. Stiamo parlando dei marmi antichi e ‘all’antica’ del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto. Un nucleo di sculture non certo grande, ma selezionato con cura. Da tempo avevano fatto perdere le loro tracce: gli studiosi li hanno cercati a lungo, invano, e li hanno, infine, dati per dispersi. A intercettarli e a condurli, tutti insieme, nelle collezioni del Museo è stato il fiuto da antiquario di Pietro Accorsi, che di questi marmi aveva capito il valore e che, forse, li aveva persino riconosciuti. Questo studio, che si accompagna a un recente intervento di pulitura e restauro e a un nuovo allestimento espositivo, permette ora di recuperare la loro, lunga, storia e di presentarla al pubblico.
2019
9788836644803
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1286338
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