Nella valutazione del disabile motorio, è largamente diffuso il ricorso a scale qualitative o semi-quantitative, le quali, pur presentando innegabili pregi come la semplicità e la rapidità, soffrono di alcuni limiti evidenti, dovuti sia all'influenza di fattori soggettivi di giudizio, sia a difetti intrinseci dell'eventuale scala numerica, come la scarsa risoluzione e l'effetto soffitto-pavimento. La tecnologia attuale mette a disposizione una grande varietà di sensori e di strumenti per la di misurazione del movimento, che, se adeguatamente scelti e correttamente usati, potrebbero aiutare a rendere più rigorosa e più oggettiva la valutazione, fornendo così la base per la standardizzazione delle misure e per la definizione di criteri di giudizio omogenei e confrontabili tra operatori e/o laboratori diversi. Nella routine clinica o riabilitativa, ci si orienterà di preferenza verso misure semplici, dirette, di minimo disturbo per il paziente/disabile (e, comunque, non invasive), realizzabili con strumentazione affidabile, di basso costo e di facile impiego. La metodica andrà validata, sia riguardo alle caratteristiche intrinseche (accuratezza, precisione, ecc.) del principio di misura e della strumentazione adottati, sia riguardo alla capacità di distinguere la performance alterata da quella normale (sensibilità e specificità), sia riguardo alla capacità di seguire l'evoluzione della disabilità (sensibilità). La validazione della metodica è spesso il limite maggiore degli studi reperibili in letteratura. Non sempre, infatti, la numerosità del campione dei controlli e di quello dei pazienti/disabili e il rigore dell'analisi statistica sono adeguati e ciò rischia di limitare la portata delle conclusioni dello studio a quella di case studies isolati. L'atteggiamento "minimalista" nella scelta della metodica e della strumentazione di misura non implica necessariamente di doversi accontentare di un'informazione ridotta. Vari Autori ritengono che, almeno in particolari condizioni di test, le tecniche di misura descritte nei paragrafi precedenti possano fornire informazioni confrontabili con quelle ottenibili da strumentazione di complessità molto maggiore. Inoltre, il contenuto informativo di queste misure, perlomeno di alcune di esse, può essere ulteriormente valorizzato con l'uso di appropriati modelli matematici, tra i quali, in particolare, i modelli a ingresso misurato minimo sembrano particolarmente idonei.

Valutazione della disabilità motoria

BUIZZA, ANGELO;SCHMID, MICAELA
2003-01-01

Abstract

Nella valutazione del disabile motorio, è largamente diffuso il ricorso a scale qualitative o semi-quantitative, le quali, pur presentando innegabili pregi come la semplicità e la rapidità, soffrono di alcuni limiti evidenti, dovuti sia all'influenza di fattori soggettivi di giudizio, sia a difetti intrinseci dell'eventuale scala numerica, come la scarsa risoluzione e l'effetto soffitto-pavimento. La tecnologia attuale mette a disposizione una grande varietà di sensori e di strumenti per la di misurazione del movimento, che, se adeguatamente scelti e correttamente usati, potrebbero aiutare a rendere più rigorosa e più oggettiva la valutazione, fornendo così la base per la standardizzazione delle misure e per la definizione di criteri di giudizio omogenei e confrontabili tra operatori e/o laboratori diversi. Nella routine clinica o riabilitativa, ci si orienterà di preferenza verso misure semplici, dirette, di minimo disturbo per il paziente/disabile (e, comunque, non invasive), realizzabili con strumentazione affidabile, di basso costo e di facile impiego. La metodica andrà validata, sia riguardo alle caratteristiche intrinseche (accuratezza, precisione, ecc.) del principio di misura e della strumentazione adottati, sia riguardo alla capacità di distinguere la performance alterata da quella normale (sensibilità e specificità), sia riguardo alla capacità di seguire l'evoluzione della disabilità (sensibilità). La validazione della metodica è spesso il limite maggiore degli studi reperibili in letteratura. Non sempre, infatti, la numerosità del campione dei controlli e di quello dei pazienti/disabili e il rigore dell'analisi statistica sono adeguati e ciò rischia di limitare la portata delle conclusioni dello studio a quella di case studies isolati. L'atteggiamento "minimalista" nella scelta della metodica e della strumentazione di misura non implica necessariamente di doversi accontentare di un'informazione ridotta. Vari Autori ritengono che, almeno in particolari condizioni di test, le tecniche di misura descritte nei paragrafi precedenti possano fornire informazioni confrontabili con quelle ottenibili da strumentazione di complessità molto maggiore. Inoltre, il contenuto informativo di queste misure, perlomeno di alcune di esse, può essere ulteriormente valorizzato con l'uso di appropriati modelli matematici, tra i quali, in particolare, i modelli a ingresso misurato minimo sembrano particolarmente idonei.
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