Si prende in esame, con un approccio in chiave stilistica, la forma dell'editoriale, che per il suo statuto meno vincolante si concede larghi margini di personalizzazione nei contenuti e nella scrittura. Le risorse del cosiddetto stile brillante possono essere piegate a scopi differenti. Questa ipotesi di lavoro viene verificata prendendo in esame due diverse esecuzioni dell'editoriale, quella riflessiva e argomentativa di Scalfari e, all'opposto, quella più militante e assertiva di Parlato, che confina, per la sua forza esortativa, col testo politico.

Il far sapere e il far fare nell'italiano degli editoriali: due casi esemplari

BIGNAMINI, MAURO
2008-01-01

Abstract

Si prende in esame, con un approccio in chiave stilistica, la forma dell'editoriale, che per il suo statuto meno vincolante si concede larghi margini di personalizzazione nei contenuti e nella scrittura. Le risorse del cosiddetto stile brillante possono essere piegate a scopi differenti. Questa ipotesi di lavoro viene verificata prendendo in esame due diverse esecuzioni dell'editoriale, quella riflessiva e argomentativa di Scalfari e, all'opposto, quella più militante e assertiva di Parlato, che confina, per la sua forza esortativa, col testo politico.
2008
9788889369128
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/139765
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