Che la memoria sia – tra le tante e polivalenti immagini che, pure, essa ci suggerisce – una fonte di storia, pare un dato fuori discussione. La memoria è – nelle molteplici forme in cui essa si esprime, orale o scritta, volontaria o involontaria – l’essenza stessa di ogni fonte storica. Senza la memoria che ci permette di conservare (e di trasmettere) tracce e segni del passato, più o meno recente, - attraverso veri e propri ‘monumenti del ricordo’ quali gli archivi e le biblioteche - non si dà (né si è mai data) ricostruzione storica. Quel che si è inteso nel saggio sottolineare, ponendo specifica attenzione ai media e alle fonti orali, è il ruolo di pervasivi strumenti di produzione della memoria, nonché di ‘agenti di storia’, che i primi rivestono, ovvero, nel secondo caso, richiamare il processo che dal ricordo e dall’evocazione di un passato si traduce in fonte di conoscenza di quello stesso passato. Due le questioni di fondo: il ‘recinto’ in cui le fonti della memoria vanno a collocarsi, delimitato da alcune, ben precise coordinate con cui lo storico deve fare i conti, e quella fonte di memoria per eccellenza rappresentata dalla fonte orale, sempre intrigante e affascinante, ma che chiama, nel contempo, in causa problemi, tecniche di raccolta e di lavoro che non consentono assolutamente ingenuità metodologiche. Si sono così approfonditi il nesso storia/memoria e l’ingombrante, quanto affascinante, ruolo della memoria collettiva; il nesso passato/presente/futuro e le specifiche dimensioni spazio/tempo con cui la nostra epoca è chiamata a commisurarsi; il rapporto tra memoria/ricordo e dimenticanza, che non si limita alle cesure e alle rimozioni, più o meno consapevoli, ma rinvia anche alle complicate trame dei possibili aggiustamenti, delle manipolazioni, delle strumentalizzazioni interessate; infine, l’‘uso pubblico della storia’, il controverso tema che si misura costantemente tra i territori del ‘villaggio globale’ e l’accresciuta presenza di una pluralità di ‘agenti di storia’

Tra ricordo ed oblio. la memoria come fonte storica

LOMBARDI, PIETRO ANGELO
2008-01-01

Abstract

Che la memoria sia – tra le tante e polivalenti immagini che, pure, essa ci suggerisce – una fonte di storia, pare un dato fuori discussione. La memoria è – nelle molteplici forme in cui essa si esprime, orale o scritta, volontaria o involontaria – l’essenza stessa di ogni fonte storica. Senza la memoria che ci permette di conservare (e di trasmettere) tracce e segni del passato, più o meno recente, - attraverso veri e propri ‘monumenti del ricordo’ quali gli archivi e le biblioteche - non si dà (né si è mai data) ricostruzione storica. Quel che si è inteso nel saggio sottolineare, ponendo specifica attenzione ai media e alle fonti orali, è il ruolo di pervasivi strumenti di produzione della memoria, nonché di ‘agenti di storia’, che i primi rivestono, ovvero, nel secondo caso, richiamare il processo che dal ricordo e dall’evocazione di un passato si traduce in fonte di conoscenza di quello stesso passato. Due le questioni di fondo: il ‘recinto’ in cui le fonti della memoria vanno a collocarsi, delimitato da alcune, ben precise coordinate con cui lo storico deve fare i conti, e quella fonte di memoria per eccellenza rappresentata dalla fonte orale, sempre intrigante e affascinante, ma che chiama, nel contempo, in causa problemi, tecniche di raccolta e di lavoro che non consentono assolutamente ingenuità metodologiche. Si sono così approfonditi il nesso storia/memoria e l’ingombrante, quanto affascinante, ruolo della memoria collettiva; il nesso passato/presente/futuro e le specifiche dimensioni spazio/tempo con cui la nostra epoca è chiamata a commisurarsi; il rapporto tra memoria/ricordo e dimenticanza, che non si limita alle cesure e alle rimozioni, più o meno consapevoli, ma rinvia anche alle complicate trame dei possibili aggiustamenti, delle manipolazioni, delle strumentalizzazioni interessate; infine, l’‘uso pubblico della storia’, il controverso tema che si misura costantemente tra i territori del ‘villaggio globale’ e l’accresciuta presenza di una pluralità di ‘agenti di storia’
2008
9788840012438
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/139985
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