Nella dottrina civilistica italiana sono tuttora diffuse opinioni che tendono a svalutare il carattere precettivo delle definizioni legislative. Sebbene il loro contributo alla formulazione della legge civile non possa essere disconosciuto, permane il convincimento che si tratti di disposizioni di rango inferiore: diversamente da quanto si ritiene per qualsiasi altro enunciato normativo, una definizione legislativa potrebbe essere considerata “erronea” e, come tale, inidonea a vincolare l’interprete. Come è noto, nella seconda metà degli anni settanta simili dottrine dell’interpretazione sono state assoggettate ad una profonda revisione critica; nondimeno, l’analisi della letteratura più recente dimostra che esse rivelano una straordinaria resistenza all’usura del tempo ed agli effetti delle critiche più corrosive. L'indagine documenta il modo in cui le definizioni legislative contribuiscono alla regolamentazione degli interessi privati, e valuta l’approccio degli interpreti della legge civile nei confronti di questa particolare categoria di disposizioni. In primo luogo, è sembrato opportuno fare chiarezza sulla funzione svolta dalle definizioni nel discorso legislativo, e sui rapporti intercorrenti fra le stesse e le norme contenenti i termini definiti. Secondariamente, viene tracciata una panoramica sulle definizioni contenute nella legislazione speciale più recente, in modo tale da illustrarne le caratteristiche salienti e verificare la correttezza della rappresentazione che ne è stata data ad opera della cultura giuridica "positiva". L’analisi delle definizioni rinvenibili nella legislazione speciale non può prescindere dal confronto con le omologhe disposizioni contenute nel codice civile. Per coniugare questa prospettiva sintetica con un approccio analitico, le ipotesi formulate nelle prime fasi dell’indagine vengono verificate in relazione a due istituti di rilevanza centrale nell’ambito del diritto privato armonizzato: la novella sulle clausole vessatorie (id est, abusive) nei «contratti del consumatore» e la normativa inerente alla responsabilità del produttore. L’evoluzione del regime delle fonti nel senso di una più marcata polifonia ha inciso in misura senz’altro significativa sul rapporto legislatore-interprete. A differenza di quanto poteva accadere ancora vent’anni or sono, allo stato attuale l’interpretazione e l’applicazione delle definizioni contenute nella legge civile non costituisce esclusiva prerogativa delle giurisdizioni nazionali, entrando in gioco altri importanti attori, quali la Corte di giustizia CE e le autorità amministrative indipendenti. All’arricchimento del catalogo delle fonti si accompagna, infatti, una diversificazione delle istanze interpretative (giurisdizionali e non) a vario titolo coinvolte nell’applicazione della legge civile. La parte finale dello studio si propone, per l’appunto, di ricostruire il rapporto intercorrente tra le definizioni legislative e i loro interpreti. Una speciale attenzione viene dedicata, infine, ai problemi esegetici connessi alla funzione svolta dalle definizioni nel discorso legislativo: quella di prescrivere il significato da attribuire a termini e sintagmi ricorrenti nell’ambito delle altre disposizioni.

Sulle definizioni legislative nel diritto privato. Fra codice e nuove leggi civili

DELLACASA, MATTEO
2004-01-01

Abstract

Nella dottrina civilistica italiana sono tuttora diffuse opinioni che tendono a svalutare il carattere precettivo delle definizioni legislative. Sebbene il loro contributo alla formulazione della legge civile non possa essere disconosciuto, permane il convincimento che si tratti di disposizioni di rango inferiore: diversamente da quanto si ritiene per qualsiasi altro enunciato normativo, una definizione legislativa potrebbe essere considerata “erronea” e, come tale, inidonea a vincolare l’interprete. Come è noto, nella seconda metà degli anni settanta simili dottrine dell’interpretazione sono state assoggettate ad una profonda revisione critica; nondimeno, l’analisi della letteratura più recente dimostra che esse rivelano una straordinaria resistenza all’usura del tempo ed agli effetti delle critiche più corrosive. L'indagine documenta il modo in cui le definizioni legislative contribuiscono alla regolamentazione degli interessi privati, e valuta l’approccio degli interpreti della legge civile nei confronti di questa particolare categoria di disposizioni. In primo luogo, è sembrato opportuno fare chiarezza sulla funzione svolta dalle definizioni nel discorso legislativo, e sui rapporti intercorrenti fra le stesse e le norme contenenti i termini definiti. Secondariamente, viene tracciata una panoramica sulle definizioni contenute nella legislazione speciale più recente, in modo tale da illustrarne le caratteristiche salienti e verificare la correttezza della rappresentazione che ne è stata data ad opera della cultura giuridica "positiva". L’analisi delle definizioni rinvenibili nella legislazione speciale non può prescindere dal confronto con le omologhe disposizioni contenute nel codice civile. Per coniugare questa prospettiva sintetica con un approccio analitico, le ipotesi formulate nelle prime fasi dell’indagine vengono verificate in relazione a due istituti di rilevanza centrale nell’ambito del diritto privato armonizzato: la novella sulle clausole vessatorie (id est, abusive) nei «contratti del consumatore» e la normativa inerente alla responsabilità del produttore. L’evoluzione del regime delle fonti nel senso di una più marcata polifonia ha inciso in misura senz’altro significativa sul rapporto legislatore-interprete. A differenza di quanto poteva accadere ancora vent’anni or sono, allo stato attuale l’interpretazione e l’applicazione delle definizioni contenute nella legge civile non costituisce esclusiva prerogativa delle giurisdizioni nazionali, entrando in gioco altri importanti attori, quali la Corte di giustizia CE e le autorità amministrative indipendenti. All’arricchimento del catalogo delle fonti si accompagna, infatti, una diversificazione delle istanze interpretative (giurisdizionali e non) a vario titolo coinvolte nell’applicazione della legge civile. La parte finale dello studio si propone, per l’appunto, di ricostruire il rapporto intercorrente tra le definizioni legislative e i loro interpreti. Una speciale attenzione viene dedicata, infine, ai problemi esegetici connessi alla funzione svolta dalle definizioni nel discorso legislativo: quella di prescrivere il significato da attribuire a termini e sintagmi ricorrenti nell’ambito delle altre disposizioni.
2004
9788834844793
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/18918
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