L'introduzione al trattato di Arnaldo da Villanova De humido radicali prende in esame le discussioni su questo fluido organico in vari ambiti (teologico, filosofico, medico, alchemico) nei secc. XIII-XV. Si mostra infatti che, lungi dall'essere un concetto padroneggiato solo dai medici -che ne discutono per altro ampiamente: cfr. cap. 6 con edizione di questioni inedite- il tema dell'umido radicale coinvolge i teologi, che ne trattano nei commenti alle Sentenze e in questioni in relazione alla immortalità e in genere alla condizione prelapsaria di Adamo; se ne occupano i filosofi naturali -in particolare Alberto Magno e autori che commentano i Parva Naturalia di Aristotele; ovviamente interessa ai medici latini, che, sulla scorta specialmente del Canone di Avicenna, dibattono sia il problema della restaurabilità dell'umido radicale durante la vita dell'organismo umano, sia , di conseguenza, quello del possibile prolungamento della vita stessa, cui pongono per altro precisi limiti, declinando in vari modi la necessaria consunzione dell'umido stesso. Ne trattano infine medici pratici e alchimisti, che propongono invece varie forme di ripristino di questo fluido vitale e il suo potenziamento ai fini del prolungamento della vita con regimi e faramaci speciali, frutto di tecniche alchemiche (oro potabile, elixir). La novità della ricerca consiste nell'aver documentato la finora ignorata diffusione dell'interesse per questo tema e la varietà delle posizioni in campo nel corso di due secoli; nell'aver sottolineato il rilievo assunto dalle speranze di prolongevità in vari ambiti disciplinari; nell'aver indagato gli scambi possibili tra prospettive teologiche e medico-scientifiche, tra impostazioni dottrinali e pratiche operative.

Introduzione al De Humido Radicali di Arnaldo da Villanova

CRISCIANI, CHIARA;
2010-01-01

Abstract

L'introduzione al trattato di Arnaldo da Villanova De humido radicali prende in esame le discussioni su questo fluido organico in vari ambiti (teologico, filosofico, medico, alchemico) nei secc. XIII-XV. Si mostra infatti che, lungi dall'essere un concetto padroneggiato solo dai medici -che ne discutono per altro ampiamente: cfr. cap. 6 con edizione di questioni inedite- il tema dell'umido radicale coinvolge i teologi, che ne trattano nei commenti alle Sentenze e in questioni in relazione alla immortalità e in genere alla condizione prelapsaria di Adamo; se ne occupano i filosofi naturali -in particolare Alberto Magno e autori che commentano i Parva Naturalia di Aristotele; ovviamente interessa ai medici latini, che, sulla scorta specialmente del Canone di Avicenna, dibattono sia il problema della restaurabilità dell'umido radicale durante la vita dell'organismo umano, sia , di conseguenza, quello del possibile prolungamento della vita stessa, cui pongono per altro precisi limiti, declinando in vari modi la necessaria consunzione dell'umido stesso. Ne trattano infine medici pratici e alchimisti, che propongono invece varie forme di ripristino di questo fluido vitale e il suo potenziamento ai fini del prolungamento della vita con regimi e faramaci speciali, frutto di tecniche alchemiche (oro potabile, elixir). La novità della ricerca consiste nell'aver documentato la finora ignorata diffusione dell'interesse per questo tema e la varietà delle posizioni in campo nel corso di due secoli; nell'aver sottolineato il rilievo assunto dalle speranze di prolongevità in vari ambiti disciplinari; nell'aver indagato gli scambi possibili tra prospettive teologiche e medico-scientifiche, tra impostazioni dottrinali e pratiche operative.
2010
9788499750767
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