Il saggio si concentra sulle prerogative iconografiche dell’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto conservata alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, datata 1530. Oggetto di analisi è, in particolare, la raffigurazione, nelle veste di pastori, dei due committenti del dipinto: un motivo che si ricollega all’interessante vicenda della diffusione, all’interno delle rappresentazioni sacre, dei ritratti nascosti. Indirizzando lo sguardo sui fatti rinascimentali e del pieno Cinquecento, il testo mette a fuoco proprio la consuetudine di rappresentare i committenti nelle vesti di pastori, illustrando le altre occorrenze di questa singolare opzione, adottata ad esempio, tra gli altri, da Lorenzo di Credi, da Vincenzo Catena e da Camillo Procaccini. La fortuna di una tale scelta iconografica è letta alla luce delle prerogative della spiritualità contemporanea e delle consuetudini della letteratura devozionale del tardo Quattrocento e del Cinquecento, documentate ad esempio dai testi di Girolamo Savonarola e del veneziano Pietro Contarini.

Come "li pastori semplici et puri". Ritratti nascosti nell'Adorazione di Lorenzo Lotto

FRANGI, FRANCESCO
2009-01-01

Abstract

Il saggio si concentra sulle prerogative iconografiche dell’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto conservata alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, datata 1530. Oggetto di analisi è, in particolare, la raffigurazione, nelle veste di pastori, dei due committenti del dipinto: un motivo che si ricollega all’interessante vicenda della diffusione, all’interno delle rappresentazioni sacre, dei ritratti nascosti. Indirizzando lo sguardo sui fatti rinascimentali e del pieno Cinquecento, il testo mette a fuoco proprio la consuetudine di rappresentare i committenti nelle vesti di pastori, illustrando le altre occorrenze di questa singolare opzione, adottata ad esempio, tra gli altri, da Lorenzo di Credi, da Vincenzo Catena e da Camillo Procaccini. La fortuna di una tale scelta iconografica è letta alla luce delle prerogative della spiritualità contemporanea e delle consuetudini della letteratura devozionale del tardo Quattrocento e del Cinquecento, documentate ad esempio dai testi di Girolamo Savonarola e del veneziano Pietro Contarini.
2009
9788836615711
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/208664
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