Questa pubblicazione raccoglie alcune riflessioni elaborate nella ricerca in corso di svolgimento sul “Progettare il sottosuolo”, finanziata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con fondi PRIN 2007, e coordinata dal prof. Angelo Bugatti, Ordinario in Composizione Architettonica e Urbana dell’Università degli Studi di Pavia. Obiettivo prioritario della ricerca è quello individuare delle linee guida per la progettazione degli ambienti ipogei, tenendo in considerazione la complessità del progetto nel sottosuolo per le variabili compositive, tecnico costruttive, igienico-sanitarie ed economiche. Alla ricerca partecipano altre unità di ricerca delle Università di Genova, Catania, Pisa e Bari che contribuiscono, rispetto alle proprie specifiche competenze, ad definire il tema del costruire ipogeo in rapporto, ad esempio, alla valutazione degli aspetti igienico sanitari e del benessere (Genova – prof. Maria Luisa Cristina), alla rete infrastrutturale e della mobilità (Catania – prof. Riccardo Dell’Osso), agli aspetti tecnico-costruttivo ed economici, anche in relazione a casi studio significativi (Pisa – prof. Giorgio Croatto) o al recupero delle cavità esistenti nel territorio (Bari – prof. Antonella Calderazzi). Così la prima parte della pubblicazione è organizzata in modo da riportare una serie di contributi teorici rispetto alla ricerca in corso di svolgimento, anche in relazione ai casi studio analizzati (Pisa, Catania) fino all’applicazione di principi e strategie progettuali tali da definire dei progetti pilota sul territorio (Bari). L’unità di ricerca dell’Università di Pavia, anche in virtù del ruolo di coordinamento, intende recepire e organizzare le diverse ricerche e gli esiti parziali nell’ipotesi di verificare un approccio multi disciplinare che tenga conto delle diverse variabili coinvolte nello specifico tema di progetto. Quest’ultimo, il progettare ipogeo, appare infatti decisamente complesso, sia per il coinvolgimento di diverse competenze oltre a quella compositiva, sia per la mancanza di un approccio progettuale sufficientemente sedimentato nel dibattito disciplinare più recente. Nonostante la storia dell’architettura e delle città, non solo europee, siano estremamente ricche di esemplificazioni ipogee, la contemporaneità sembra richiedere un approccio differente e più consapevole dei pesi e delle variabili in gioco. Se infatti le città e gli insediamenti ipogei dell’antichità forniscono utili indicazioni compositive per l’organizzazione distributiva e spaziale delle costruzioni sotterranee, esse rappresentano più un riferimento culturale che la possibilità di una stretta interpretazione progettuale, soprattutto in virtù delle differenti esigenze (igienico sanitarie e ambientali) che la società contemporanea sembra richiedere. Il quadro esigenziale e le rinnovate esigenze in termini di qualità della vita, infatti, oggigiorno richiedono una serie di condizioni molto differenti rispetto al passato: basti pensare alle condizioni termo igrometriche (invernali ed estive), alla qualità dell’aria e della ventilazione naturale, all’apporto di luce naturale. D’altra parte la modernità architettonica ha provato ad immaginare nuove tipologie insediative che si affiancassero, più che sostituirla, alla città in superficie. Così il progetto ipogeo, quale opera di ingegno ed esito di un processo intellegibile e razionale, è divenuto così sinonimo di una nuova tipologia di insediamento che integrasse la città esistente, aggiungendo funzioni e infrastrutture, e immaginando così anche un salto di scala dal singolo edificio alla complessità della rete urbana. Tali sperimentazioni progettuali hanno quindi fattivamente consentito di immaginare una nuova dimensione ipogea che avesse lo stesso rango di quella superficiale. Nonostante ciò la maggior parte di tali visioni non è stata realizzata ed è rimasta relegata al ruolo di “utopie progettuali”, anche per evidenti problematiche tecniche, economiche e realizzative, che non sempre sono state affrontate e risolte. Eppure la disciplina è ricca di esempi e realizzazioni, anche attraverso un rinnovato interesse nella più stretta attualità, che la seconda parte della pubblicazione si propone di raccogliere ed organizzare attraverso alcune schede interpretative che vogliono rappresentare, più che un mero elenco o una catalogazione, una riflessione critica sullo stato dell’arte dei progetti e delle realizzazioni ipogee. Soprattutto questa raccolta di progetti, in gran parte realizzati, dimostra con chiarezza l’importanza della disciplina della composizione architettonica nella definizione dell’architettura ipogea, quale strumento per la definizione dei rapporti e del rango tra le differenti parti dell’edificio, anche attraverso le variabili e i diversi modi di organizzazione distributiva e spaziale. Contro la banalizzazione di sistemi costruttivi omologati e indifferenti al contesto di riferimento (soprasuolo) i diversi casi-studio mostrano differenti potenzialità del progettare il sottosuolo, legate a contesti densi e consolidati ovvero a contesti naturali o con valenze paesaggistiche da salvaguardare. La selezione e l’analisi interpretativa di queste esemplificazioni ha consentito, più quindi che rappresentare un database di riferimento - non esaustivo rispetto alla ricchezza di contributi progettuali esistenti in letteratura e già raccolti nelle prime fasi della ricerca, di porre le basi per una successiva enucleazione di principi insediativi, morfologici, distributivi, compositivi e spaziali necessari per definire le “linee guida progettuali”, da declinarsi anche in relazione alle numerose variabili anche extra disciplinari richiamate in precedenza.

Progettare il sottosuolo nella città densa e nel paesaggio

BUGATTI, ANGELO
2010-01-01

Abstract

Questa pubblicazione raccoglie alcune riflessioni elaborate nella ricerca in corso di svolgimento sul “Progettare il sottosuolo”, finanziata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con fondi PRIN 2007, e coordinata dal prof. Angelo Bugatti, Ordinario in Composizione Architettonica e Urbana dell’Università degli Studi di Pavia. Obiettivo prioritario della ricerca è quello individuare delle linee guida per la progettazione degli ambienti ipogei, tenendo in considerazione la complessità del progetto nel sottosuolo per le variabili compositive, tecnico costruttive, igienico-sanitarie ed economiche. Alla ricerca partecipano altre unità di ricerca delle Università di Genova, Catania, Pisa e Bari che contribuiscono, rispetto alle proprie specifiche competenze, ad definire il tema del costruire ipogeo in rapporto, ad esempio, alla valutazione degli aspetti igienico sanitari e del benessere (Genova – prof. Maria Luisa Cristina), alla rete infrastrutturale e della mobilità (Catania – prof. Riccardo Dell’Osso), agli aspetti tecnico-costruttivo ed economici, anche in relazione a casi studio significativi (Pisa – prof. Giorgio Croatto) o al recupero delle cavità esistenti nel territorio (Bari – prof. Antonella Calderazzi). Così la prima parte della pubblicazione è organizzata in modo da riportare una serie di contributi teorici rispetto alla ricerca in corso di svolgimento, anche in relazione ai casi studio analizzati (Pisa, Catania) fino all’applicazione di principi e strategie progettuali tali da definire dei progetti pilota sul territorio (Bari). L’unità di ricerca dell’Università di Pavia, anche in virtù del ruolo di coordinamento, intende recepire e organizzare le diverse ricerche e gli esiti parziali nell’ipotesi di verificare un approccio multi disciplinare che tenga conto delle diverse variabili coinvolte nello specifico tema di progetto. Quest’ultimo, il progettare ipogeo, appare infatti decisamente complesso, sia per il coinvolgimento di diverse competenze oltre a quella compositiva, sia per la mancanza di un approccio progettuale sufficientemente sedimentato nel dibattito disciplinare più recente. Nonostante la storia dell’architettura e delle città, non solo europee, siano estremamente ricche di esemplificazioni ipogee, la contemporaneità sembra richiedere un approccio differente e più consapevole dei pesi e delle variabili in gioco. Se infatti le città e gli insediamenti ipogei dell’antichità forniscono utili indicazioni compositive per l’organizzazione distributiva e spaziale delle costruzioni sotterranee, esse rappresentano più un riferimento culturale che la possibilità di una stretta interpretazione progettuale, soprattutto in virtù delle differenti esigenze (igienico sanitarie e ambientali) che la società contemporanea sembra richiedere. Il quadro esigenziale e le rinnovate esigenze in termini di qualità della vita, infatti, oggigiorno richiedono una serie di condizioni molto differenti rispetto al passato: basti pensare alle condizioni termo igrometriche (invernali ed estive), alla qualità dell’aria e della ventilazione naturale, all’apporto di luce naturale. D’altra parte la modernità architettonica ha provato ad immaginare nuove tipologie insediative che si affiancassero, più che sostituirla, alla città in superficie. Così il progetto ipogeo, quale opera di ingegno ed esito di un processo intellegibile e razionale, è divenuto così sinonimo di una nuova tipologia di insediamento che integrasse la città esistente, aggiungendo funzioni e infrastrutture, e immaginando così anche un salto di scala dal singolo edificio alla complessità della rete urbana. Tali sperimentazioni progettuali hanno quindi fattivamente consentito di immaginare una nuova dimensione ipogea che avesse lo stesso rango di quella superficiale. Nonostante ciò la maggior parte di tali visioni non è stata realizzata ed è rimasta relegata al ruolo di “utopie progettuali”, anche per evidenti problematiche tecniche, economiche e realizzative, che non sempre sono state affrontate e risolte. Eppure la disciplina è ricca di esempi e realizzazioni, anche attraverso un rinnovato interesse nella più stretta attualità, che la seconda parte della pubblicazione si propone di raccogliere ed organizzare attraverso alcune schede interpretative che vogliono rappresentare, più che un mero elenco o una catalogazione, una riflessione critica sullo stato dell’arte dei progetti e delle realizzazioni ipogee. Soprattutto questa raccolta di progetti, in gran parte realizzati, dimostra con chiarezza l’importanza della disciplina della composizione architettonica nella definizione dell’architettura ipogea, quale strumento per la definizione dei rapporti e del rango tra le differenti parti dell’edificio, anche attraverso le variabili e i diversi modi di organizzazione distributiva e spaziale. Contro la banalizzazione di sistemi costruttivi omologati e indifferenti al contesto di riferimento (soprasuolo) i diversi casi-studio mostrano differenti potenzialità del progettare il sottosuolo, legate a contesti densi e consolidati ovvero a contesti naturali o con valenze paesaggistiche da salvaguardare. La selezione e l’analisi interpretativa di queste esemplificazioni ha consentito, più quindi che rappresentare un database di riferimento - non esaustivo rispetto alla ricchezza di contributi progettuali esistenti in letteratura e già raccolti nelle prime fasi della ricerca, di porre le basi per una successiva enucleazione di principi insediativi, morfologici, distributivi, compositivi e spaziali necessari per definire le “linee guida progettuali”, da declinarsi anche in relazione alle numerose variabili anche extra disciplinari richiamate in precedenza.
2010
9788838744600
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