Viene per la prima volta studiata in chiave comparativa e diacronica l’evoluzione di un topos retorico secondo il quale un essere umano risulta superiore a una figura mitologica oppure divina (superare divos). Il topos ha radici greche ma conosce un ampio e alquanto differente utilizzo nella letteratura latina: nella fattispecie, a un paragone puramente quantitativo, che si basa sulla condivisione tra uomo e dio del tratto riconosciuto come tertium comparationis, nella cultura romana, più distaccata rispetto al mito greco, si propongono confronti che si risolvono a favore dell’uomo in ragione di una qualità prettamente umana, non posseduta invece dalla divinità. Lo studio si articola in due parti e in sette sezioni cronologiche: prima parte: i poemi omerici, dai lirici greci a Isocrate, l’epigramma greco di età ellenistica (e romana), da Plauto all’età di Cesare (con particolare riferimento a Lutazio Catulo, Catullo e Lucrezio); seconda parte: tra Cesare e Augusto (con particolare riferimento a Ovidio), la prima età imperiale (Seneca, Stazio, Marziale); seguono le conclusioni.

Superare Divos: evoluzione di un topos

CANOBBIO, ALBERTO
2004-01-01

Abstract

Viene per la prima volta studiata in chiave comparativa e diacronica l’evoluzione di un topos retorico secondo il quale un essere umano risulta superiore a una figura mitologica oppure divina (superare divos). Il topos ha radici greche ma conosce un ampio e alquanto differente utilizzo nella letteratura latina: nella fattispecie, a un paragone puramente quantitativo, che si basa sulla condivisione tra uomo e dio del tratto riconosciuto come tertium comparationis, nella cultura romana, più distaccata rispetto al mito greco, si propongono confronti che si risolvono a favore dell’uomo in ragione di una qualità prettamente umana, non posseduta invece dalla divinità. Lo studio si articola in due parti e in sette sezioni cronologiche: prima parte: i poemi omerici, dai lirici greci a Isocrate, l’epigramma greco di età ellenistica (e romana), da Plauto all’età di Cesare (con particolare riferimento a Lutazio Catulo, Catullo e Lucrezio); seconda parte: tra Cesare e Augusto (con particolare riferimento a Ovidio), la prima età imperiale (Seneca, Stazio, Marziale); seguono le conclusioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/21379
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