Gli obiettivi sui quali si focalizzano le iniziative del progetto sono i seguenti: 1) La specificità e l’unicità di un paesaggio alpino che è stato trasformato e riplasmato in una progettazione moderna e fortemente tecnologica (per l’epoca della costruzione, gli anni Trenta del XX secolo, ma altresì di perdurante innovatività e attualità di molte soluzioni costruttive e infrastrutturali), che pure dialoga con il contesto naturale, trasformandone completamente l’aspetto e la percezione. Si tratta della creazione, nel giro di pochi anni, di un paesaggio “culturale”, consapevolmente realizzato facendo riferimento a modelli artistici, estetici e iconologici delle coeve correnti artistiche, oggi quasi per nulla “riconosciuto” da utenti e visitatori, in un contesto inedito e con effetti di straniante espressività, che pone fine alle forme secolari precedenti di assetto della montagna e cambia irreversibilmente le forme di vita di un’intera comunità. 2) Il valore architettonico e patrimoniale del Sanatorio Morelli, capolavoro dell’urbanistica “razionalista”, i cui valori di eccezionale interesse risiedono nel disegno e nella qualità estetica complessiva della cittadella; nelle soluzioni tecniche innovative, studiate ad hoc per rispondere alle condizioni climatiche; nell’integrazione delle diverse funzionalità (comprese quelle estetico-ricreative) in un’armonizzazione volumetrica e scenografica di grande impatto visivo. Il “valore aggiunto” del “Morelli”, rispetto a progettazioni di altri sanatori, dispensari antitubercolari e strutture assistenziali (colonie montane e balneari, ospedali, ecc.), ma anche rispetto al razionalismo architettonico delle città di fondazione coeve, sta nella costruzione titanica di un inedito e spettacolare “teatro sanatoriale” che sostituisce all’assetto agricolo e forestale della montagna un linguaggio di forme modernistico e futurista. Si tratta di arrivare a comprendere l’unicità di questa struttura, tanto nel confronto con la ricchissima stagione architettonica del razionalismo italiano, quanto nel panorama europeo ed internazionale dei progetti sanatoriali alpini, in particolare con quelli coevi e di grande impegno volumetrico come Leysin (Svizzera) e Plateau d’Assy (Francia). In particolare, l’esperienza di adattamento per il riuso turistico, documentario e didattico delle imponenti strutture sanatoriali di quest’ultimo costituisce un interessante riferimento per riflessioni e progetti di rifunzionalizzazione compatibile dei padiglioni dismessi del Morelli e di valorizzazione dell’intero complesso. Inoltre il Morelli appare come uno dei capitoli più significativi di un potenziale itinerario di architettura moderna (Otto e Novecento) in Valtellina e un episodio monumentale e documentario di eccellenza, che appare tanto sottovalutato nella sua significatività architettonica, urbanistica e paesaggistica (il che ha prodotto anche lo stato di progressivo degrado delle sue strutture) nel contesto locale, quanto celebrato dagli studiosi di architettura a livello mondiale, che stigmatizzano l’incomprensibile e deplorevole stato di degrado e mancanza di restauro e adeguata conoscenza e promozione. Questo aspetto del progetto è coerente con le indicazioni contenute nell’analisi SWOT del PTRA Media e Alta Valtellina, che segnala, tra le debolezze dell’area MAV, il “deterioramento del patrimonio architettonico tradizionale, pubblico e privato, ad esempio degrado architettonico dell’Ospedale di Sondalo”. 3) La concentrazione di strutture sanatoriali diverse, presenti sul territorio di Sondalo (“Morelli”, “Abetina”, “Vallesana”, “Pineta di Sortenna”), è anch’essa un unicum, soprattutto perché, a differenza, p. es., di Prasomaso, è leggibile l’intera evoluzione stilistica (dal Liberty al déco al razionalismo) dell’architettura sanatoriale, e perché esse sono apertamente e scenograficamente visibili dal fondovalle. Questa dichiarata scenografia architettonica, incastonata nel severo ambiente forestale, oggi non è più adeguatamente colta nella percezione distratta e spesso inconsapevole di abitanti e forestieri. Invece l’unicità e la straordinarietà di questo contesto (oltre che della sua storia umana, terapeutica, sanitaria e comunitaria) costituisce un potenziale di attrattiva per il turismo colto internazionale, a patto che lo si sappia veicolare e comunicare adeguatamente. Prerequisito è però la riacquisizione degli strumenti culturali e percettivi appropriati al riconoscimento di quei beni patrimoniali particolarmente preziosi e rari, se non unici, che sono l’archeologia di quella “modernità” in cui viviamo.

Eventi di valorizzazione e conoscenza del più grande sanatorio europeo, capolavoro dell'architettura razioanlista:- Primo Convegno internazionale "Villaggio Morelli: identità paesaggistica e patrimonio monumentale", Sondalo (Sondrio), 15-16 ottobre 2010- Visite guidate da esperti al complesso monumentale e al parco- Mostra fotografica itinerante sulle valenze architettoniche e paesaggistiche realizzata dall'autrice e da C. Resta (Univ. Messina)- Conferenze di presentazione del progetto- Progetto di inventario, catalogazine e digitalizzazione dell'archivio progettuale del Sanatorio, in collaborazione con ilò Politecnico di Milano- Volume degli Atti del Convegno- Istituzionalizzazione delle visite guidate per residenti e turisti- Realizzazione di itinerari di architettura moderna nella Provincia di Sondrio

BONESIO, LUISA MARIA ANTONIETTA
2010-01-01

Abstract

Gli obiettivi sui quali si focalizzano le iniziative del progetto sono i seguenti: 1) La specificità e l’unicità di un paesaggio alpino che è stato trasformato e riplasmato in una progettazione moderna e fortemente tecnologica (per l’epoca della costruzione, gli anni Trenta del XX secolo, ma altresì di perdurante innovatività e attualità di molte soluzioni costruttive e infrastrutturali), che pure dialoga con il contesto naturale, trasformandone completamente l’aspetto e la percezione. Si tratta della creazione, nel giro di pochi anni, di un paesaggio “culturale”, consapevolmente realizzato facendo riferimento a modelli artistici, estetici e iconologici delle coeve correnti artistiche, oggi quasi per nulla “riconosciuto” da utenti e visitatori, in un contesto inedito e con effetti di straniante espressività, che pone fine alle forme secolari precedenti di assetto della montagna e cambia irreversibilmente le forme di vita di un’intera comunità. 2) Il valore architettonico e patrimoniale del Sanatorio Morelli, capolavoro dell’urbanistica “razionalista”, i cui valori di eccezionale interesse risiedono nel disegno e nella qualità estetica complessiva della cittadella; nelle soluzioni tecniche innovative, studiate ad hoc per rispondere alle condizioni climatiche; nell’integrazione delle diverse funzionalità (comprese quelle estetico-ricreative) in un’armonizzazione volumetrica e scenografica di grande impatto visivo. Il “valore aggiunto” del “Morelli”, rispetto a progettazioni di altri sanatori, dispensari antitubercolari e strutture assistenziali (colonie montane e balneari, ospedali, ecc.), ma anche rispetto al razionalismo architettonico delle città di fondazione coeve, sta nella costruzione titanica di un inedito e spettacolare “teatro sanatoriale” che sostituisce all’assetto agricolo e forestale della montagna un linguaggio di forme modernistico e futurista. Si tratta di arrivare a comprendere l’unicità di questa struttura, tanto nel confronto con la ricchissima stagione architettonica del razionalismo italiano, quanto nel panorama europeo ed internazionale dei progetti sanatoriali alpini, in particolare con quelli coevi e di grande impegno volumetrico come Leysin (Svizzera) e Plateau d’Assy (Francia). In particolare, l’esperienza di adattamento per il riuso turistico, documentario e didattico delle imponenti strutture sanatoriali di quest’ultimo costituisce un interessante riferimento per riflessioni e progetti di rifunzionalizzazione compatibile dei padiglioni dismessi del Morelli e di valorizzazione dell’intero complesso. Inoltre il Morelli appare come uno dei capitoli più significativi di un potenziale itinerario di architettura moderna (Otto e Novecento) in Valtellina e un episodio monumentale e documentario di eccellenza, che appare tanto sottovalutato nella sua significatività architettonica, urbanistica e paesaggistica (il che ha prodotto anche lo stato di progressivo degrado delle sue strutture) nel contesto locale, quanto celebrato dagli studiosi di architettura a livello mondiale, che stigmatizzano l’incomprensibile e deplorevole stato di degrado e mancanza di restauro e adeguata conoscenza e promozione. Questo aspetto del progetto è coerente con le indicazioni contenute nell’analisi SWOT del PTRA Media e Alta Valtellina, che segnala, tra le debolezze dell’area MAV, il “deterioramento del patrimonio architettonico tradizionale, pubblico e privato, ad esempio degrado architettonico dell’Ospedale di Sondalo”. 3) La concentrazione di strutture sanatoriali diverse, presenti sul territorio di Sondalo (“Morelli”, “Abetina”, “Vallesana”, “Pineta di Sortenna”), è anch’essa un unicum, soprattutto perché, a differenza, p. es., di Prasomaso, è leggibile l’intera evoluzione stilistica (dal Liberty al déco al razionalismo) dell’architettura sanatoriale, e perché esse sono apertamente e scenograficamente visibili dal fondovalle. Questa dichiarata scenografia architettonica, incastonata nel severo ambiente forestale, oggi non è più adeguatamente colta nella percezione distratta e spesso inconsapevole di abitanti e forestieri. Invece l’unicità e la straordinarietà di questo contesto (oltre che della sua storia umana, terapeutica, sanitaria e comunitaria) costituisce un potenziale di attrattiva per il turismo colto internazionale, a patto che lo si sappia veicolare e comunicare adeguatamente. Prerequisito è però la riacquisizione degli strumenti culturali e percettivi appropriati al riconoscimento di quei beni patrimoniali particolarmente preziosi e rari, se non unici, che sono l’archeologia di quella “modernità” in cui viviamo.
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/224946
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