Finalità: Verificare la frequenza con la quale le neoplasie professionali sono diagnosticate nell’attuale pratica ospedaliera e acquisire informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sulle loro caratteristiche eziologiche e anatomo-cliniche. Pazienti e metodi: Sono stati individuati i tumori segnalati dal nostro Istituto all’INAIL come professionali nel quinquennio 2001-2005. Dalla documentazione clinica dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a: sede d’insorgenza, tipo istologico, agenti causali, settori lavorativi e mansioni a rischio, durata dell’esposizione, periodo di latenza, abitudine al fumo, eventuali patologie concomitanti. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati diagnosticati 16 tumori occupazionali in 15 soggetti maschi, in prevalenza fumatori o ex-fumatori, tutti in seguito deceduti. Tale numero è inferiore a quanto prevedibile in base ad alcune stime epidemiologiche. La casistica comprende 8 casi di carcinoma polmonare, 6 di mesotelioma pleurico maligno e 2 di urotelioma vescicale. L’amianto (tumori respiratori) è risultato l’agente eziologico più frequentemente implicato, seguito dagli idrocarburi policiclici aromatici (carcinomi polmonari e vescicali) e dalla silice cristallina (due carcinomi polmonari, di cui uno insorto in un minatore già affetto da silicosi). Edili (6 casi) e metalmeccanici (4 pazienti) sono stati i lavoratori più colpiti. I tumori sono insorti in seguito ad esposizioni reiterate negli anni e (tranne che in due soggetti) dopo lunghi periodi di latenza dall’allontanamento dal rischio. Conclusioni: Le neoplasie professionali sono probabilmente sottostimate nella pratica clinica. Un’accurata anamnesi lavorativa è fondamentale per la loro diagnosi eziologica. L’apparato respiratorio e la vescica urinaria continuano a essere bersagli preferenziali per l’oncogenesi occupazionale. L’edilizia e l’industria metalmeccanica sono le attività produttive a rischio maggiore, per le quali maggiormente si impongono migliori misure preventive. In particolare, sono necessari programmi di sorveglianza sanitaria per i soggetti con pregressa esposizione ad amianto.

Analisi di una casistica ospedaliera di neoplasie professionali

CANDURA, STEFANO;
2007-01-01

Abstract

Finalità: Verificare la frequenza con la quale le neoplasie professionali sono diagnosticate nell’attuale pratica ospedaliera e acquisire informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sulle loro caratteristiche eziologiche e anatomo-cliniche. Pazienti e metodi: Sono stati individuati i tumori segnalati dal nostro Istituto all’INAIL come professionali nel quinquennio 2001-2005. Dalla documentazione clinica dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a: sede d’insorgenza, tipo istologico, agenti causali, settori lavorativi e mansioni a rischio, durata dell’esposizione, periodo di latenza, abitudine al fumo, eventuali patologie concomitanti. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati diagnosticati 16 tumori occupazionali in 15 soggetti maschi, in prevalenza fumatori o ex-fumatori, tutti in seguito deceduti. Tale numero è inferiore a quanto prevedibile in base ad alcune stime epidemiologiche. La casistica comprende 8 casi di carcinoma polmonare, 6 di mesotelioma pleurico maligno e 2 di urotelioma vescicale. L’amianto (tumori respiratori) è risultato l’agente eziologico più frequentemente implicato, seguito dagli idrocarburi policiclici aromatici (carcinomi polmonari e vescicali) e dalla silice cristallina (due carcinomi polmonari, di cui uno insorto in un minatore già affetto da silicosi). Edili (6 casi) e metalmeccanici (4 pazienti) sono stati i lavoratori più colpiti. I tumori sono insorti in seguito ad esposizioni reiterate negli anni e (tranne che in due soggetti) dopo lunghi periodi di latenza dall’allontanamento dal rischio. Conclusioni: Le neoplasie professionali sono probabilmente sottostimate nella pratica clinica. Un’accurata anamnesi lavorativa è fondamentale per la loro diagnosi eziologica. L’apparato respiratorio e la vescica urinaria continuano a essere bersagli preferenziali per l’oncogenesi occupazionale. L’edilizia e l’industria metalmeccanica sono le attività produttive a rischio maggiore, per le quali maggiormente si impongono migliori misure preventive. In particolare, sono necessari programmi di sorveglianza sanitaria per i soggetti con pregressa esposizione ad amianto.
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