Come i classici del pensiero sociologico interpretano il passaggio dal medioevo all’epoca moderna e i grandi cambiamenti che, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, come uomini vivono e come scienziati sono chiamati ad interpretare. Uno sguardo acuto e critico, il loro, in grado di cogliere le grandi opportunità che tali cambiamenti offrivano ma anche le insidie e i pericoli insiti nella modernità. Mentre gli altri grandi sociologi rimangono all’interno di tale ambivalenza, Karl Marx e Friedrich non hanno dubbi e descrivono la loro epoca come il palcoscenico dove si compie l’ultimo atto di una partita iniziata all’alba della storia nell’antagonismo tra sfruttati e sfruttatori. Emile Durkheim, da parte sua, descrive, in un’ottica dicotomica, la modernità come progressiva affermazione della solidarietà organica e del diritto restituivo, ma non manca di avvertire della necessità, per lo sviluppo armonico della società, di eliminare i pregiudizi di ceto e creare un’eguaglianza di diritti e di pari opportunità tra i cittadini in modo da permettere "alle ineguaglianze sociali di esprimere esattamente le ineguaglianze naturali2. Per Georg Simmel il denaro e la metropoli sono i simboli della modernità. Il primo ne rappresenta la metafora perfetta: analizzare i caratteri del denaro, significa analizzare i caratteri essenziali della modernità, caturarne e svelarne l’anima. Per contro la metropoli è il luogo d’elezione dove la modernità si manifesta e l’uomo moderno, con tutta la sua forza e la sua debolezza, viene forgiato ed agisce. L’economia monetaria modifica i rapporti sociali e a loro volta tali trasformazioni agiscono sui sentimenti e le emozioni delle persone, sulle loro esperienze più intime e soggettive. E poi le domande a cui vuole rispondere Weber: Dove cela la sua anima, il suo cuore, i suoi principi etici, la modernità? Cosa accade se tali principi vengono negati e dimenticati? E l’uomo moderno saprà rinunciare agli dei e ai profeti per assumere fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte? Infine Norbert Elias in uno straordinario viaggio nel tempo dal medioevo ai giorni nostri, ci conduce alla scoperta delle radici della modernità per comprendere la genesi della nostra identità di uomini occidentali civili, delle nostre abitudini sociali, della nostra democrazia , all’interno di un processo che vede la trasformazione congiunta delle strutture sociali e di quelle psichiche. Si delinea così, come per Simmel e Weber, il carattere dell’uomo moderno capace di controllare i propri istinti, padrone del suo destino ma schiavo di una disciplina temporale che ha così bene introiettato da considerarla innata ma che in realtà è anch’essa il risultato di quello stesso processo che ha condotto alla modernità.

Luci e ombre della modernità

CALABRO', ANNA RITA
2004-01-01

Abstract

Come i classici del pensiero sociologico interpretano il passaggio dal medioevo all’epoca moderna e i grandi cambiamenti che, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, come uomini vivono e come scienziati sono chiamati ad interpretare. Uno sguardo acuto e critico, il loro, in grado di cogliere le grandi opportunità che tali cambiamenti offrivano ma anche le insidie e i pericoli insiti nella modernità. Mentre gli altri grandi sociologi rimangono all’interno di tale ambivalenza, Karl Marx e Friedrich non hanno dubbi e descrivono la loro epoca come il palcoscenico dove si compie l’ultimo atto di una partita iniziata all’alba della storia nell’antagonismo tra sfruttati e sfruttatori. Emile Durkheim, da parte sua, descrive, in un’ottica dicotomica, la modernità come progressiva affermazione della solidarietà organica e del diritto restituivo, ma non manca di avvertire della necessità, per lo sviluppo armonico della società, di eliminare i pregiudizi di ceto e creare un’eguaglianza di diritti e di pari opportunità tra i cittadini in modo da permettere "alle ineguaglianze sociali di esprimere esattamente le ineguaglianze naturali2. Per Georg Simmel il denaro e la metropoli sono i simboli della modernità. Il primo ne rappresenta la metafora perfetta: analizzare i caratteri del denaro, significa analizzare i caratteri essenziali della modernità, caturarne e svelarne l’anima. Per contro la metropoli è il luogo d’elezione dove la modernità si manifesta e l’uomo moderno, con tutta la sua forza e la sua debolezza, viene forgiato ed agisce. L’economia monetaria modifica i rapporti sociali e a loro volta tali trasformazioni agiscono sui sentimenti e le emozioni delle persone, sulle loro esperienze più intime e soggettive. E poi le domande a cui vuole rispondere Weber: Dove cela la sua anima, il suo cuore, i suoi principi etici, la modernità? Cosa accade se tali principi vengono negati e dimenticati? E l’uomo moderno saprà rinunciare agli dei e ai profeti per assumere fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte? Infine Norbert Elias in uno straordinario viaggio nel tempo dal medioevo ai giorni nostri, ci conduce alla scoperta delle radici della modernità per comprendere la genesi della nostra identità di uomini occidentali civili, delle nostre abitudini sociali, della nostra democrazia , all’interno di un processo che vede la trasformazione congiunta delle strutture sociali e di quelle psichiche. Si delinea così, come per Simmel e Weber, il carattere dell’uomo moderno capace di controllare i propri istinti, padrone del suo destino ma schiavo di una disciplina temporale che ha così bene introiettato da considerarla innata ma che in realtà è anch’essa il risultato di quello stesso processo che ha condotto alla modernità.
2004
8820736403
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/386510
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact