La teoria della mente, definita come abilità di comprendere gli stati mentali e le relazioni tra questi e il comportamento, rappresenta uno degli ambiti di studio più attivi della psicologia dello sviluppo. Recentemente la letteratura ha sottolineato come le differenze individuali in questa abilità si leghino non solo a fattori comportamentali, ma anche ad aspetti più cognitivi (Hughes, 2011). Il presente lavoro si pone in linea con questa tendenza della letteratura. Esso si propone di esaminare il legame tra teoria della mente e successo scolastico prendendo in considerazione il possibile ruolo della sensibilità alle critiche. Alcuni lavori recenti mostrano come la comprensione di emozioni e la regolazione emotiva in età prescolare predicano il successo scolastico a 9 (Izard et al., 2001) e a 6 anni (Trentacosta e Izard, 2007) e come la comprensione delle credenze in età prescolare favorisce lo sviluppo della conoscenza delle lettere (Blair e Razza (2007). Ricerche precedenti hanno poi mostrato come buone relazioni sociali siano in parte responsabili di queste associazioni (Ladd, Kochenderfer, e Coleman, 1997); meno noti, sono, invece, i meccanismi cognitivi coinvolti in questa relazione. Nel presente studio si è approfondito il ruolo della sensibilità alle critiche, definito come la capacità di comprendere le critiche dell'insegnante e di tener conto di tali critiche nel giudicare il proprio prodotto scolastico. Tale abilità è stata precedentemente considerata come un "costo" delle abilità mentalistiche che si accompagnerebbero ad una maggiore sensibilità alle critiche (Cutting e Dunn, 2002). In una dimensione più educativa è poi interessante notare come la sensibilità alle critiche sia considerata come una capacità di riflettere sul proprio apprendimento ed incrementarlo (Kluger e DeNisi, 1996). Sulla base di queste premesse, abbiamo dunque voluto indagare gli effetti della ToM sul rendimento scolastico utilizzando un disegno di tipo longitudinale e considerando la sensibilità alle critiche come possibile mediatore della relazione ToM-rendimento scolastico. Nella realizzazione di questo progetto, ci siamo focalizzati su un periodo che include il momento cruciale rappresentato dalla transizione dalla scuola dell’infanzia a quella primaria. Hanno preso parte allo studio 60 bambini italiani (36 M) frequentanti l’ultimo anno della scuola dell’infanzia (M = 67.25 mesi, DS = 4.32 mesi). Essi hanno completato una batteria di compiti di teoria della mente (Gordis, Rosen, e Grand, 1989; Sullivan, Zaitchik, e Tager-Flusberg, 1994; Wimmer e Perner, 1983) e un test di vocabolario recettivo (Dunn e Dunn, 1981). Gli stessi bambini sono poi stati testati durante il primo (M = 78.31 mesi, DS = 3.07 mesi) e il secondo anno (M = 90.14 mesi, DS = 3.19 mesi) della scuola primaria attraverso misure più avanzate di ToM (Albanese e Molina, 2008) e di linguaggio (Test for Reception of Grammar, Bishop, 1982). Sono stati inoltre raccolti dati relativi alla sensibilità alle critiche durante il primo anno di scuola primaria (Heyman, Dweck, e Cain, 1992) e al rendimento scolastico nel secondo anno della scuola primaria utilizzando la valutazione delle insegnanti (Gresham e Elliott, 1990). Le differenze individuali nelle misure di vocabolario e ToM si sono rivelate stabili nel tempo (r > .31, p < .05). Inoltre, le abilità mentalistiche precoci predicono una percentuale di varianza significativa del rendimento scolastico in seconda elementare, ΔR 2 = .06, ΔF (1, 48) = 9.52, p < .01, e della sensibilità alle critiche, ΔR2 = .18, ΔF(1, 56) = 13.48, p < .01, indipendentemente dal ruolo esercitato dal linguaggio. Sulla base di questo pattern di associazioni abbiamo ipotizzato la sensibilità alle critiche a T2 mediasse la relazione tra la ToM a T1 e il rendimento scolastico a T3. Le analisi di mediazione hanno confermato la nostra ipotesi In conclusione, la ToM misurata in età prescolare ha importanti effetti cognitivi dopo la transizione scolastica. Il meccanismo attraverso cui la ToM influisce sul rendimento scolastico a due anni di distanza sembra essere spiegato, almeno in parte, dalla sensibilità alle critiche dell'insegnante.

TEORIA DELLA MENTE E RENDIMENTO SCOLASTICO: IL RUOLO DELLA SENSIBILITA' ALLE CRITICHE

LECCE, SERENA;PAGNIN, ADRIANO;CARBONARA, MARIA VITTORIA;
2011-01-01

Abstract

La teoria della mente, definita come abilità di comprendere gli stati mentali e le relazioni tra questi e il comportamento, rappresenta uno degli ambiti di studio più attivi della psicologia dello sviluppo. Recentemente la letteratura ha sottolineato come le differenze individuali in questa abilità si leghino non solo a fattori comportamentali, ma anche ad aspetti più cognitivi (Hughes, 2011). Il presente lavoro si pone in linea con questa tendenza della letteratura. Esso si propone di esaminare il legame tra teoria della mente e successo scolastico prendendo in considerazione il possibile ruolo della sensibilità alle critiche. Alcuni lavori recenti mostrano come la comprensione di emozioni e la regolazione emotiva in età prescolare predicano il successo scolastico a 9 (Izard et al., 2001) e a 6 anni (Trentacosta e Izard, 2007) e come la comprensione delle credenze in età prescolare favorisce lo sviluppo della conoscenza delle lettere (Blair e Razza (2007). Ricerche precedenti hanno poi mostrato come buone relazioni sociali siano in parte responsabili di queste associazioni (Ladd, Kochenderfer, e Coleman, 1997); meno noti, sono, invece, i meccanismi cognitivi coinvolti in questa relazione. Nel presente studio si è approfondito il ruolo della sensibilità alle critiche, definito come la capacità di comprendere le critiche dell'insegnante e di tener conto di tali critiche nel giudicare il proprio prodotto scolastico. Tale abilità è stata precedentemente considerata come un "costo" delle abilità mentalistiche che si accompagnerebbero ad una maggiore sensibilità alle critiche (Cutting e Dunn, 2002). In una dimensione più educativa è poi interessante notare come la sensibilità alle critiche sia considerata come una capacità di riflettere sul proprio apprendimento ed incrementarlo (Kluger e DeNisi, 1996). Sulla base di queste premesse, abbiamo dunque voluto indagare gli effetti della ToM sul rendimento scolastico utilizzando un disegno di tipo longitudinale e considerando la sensibilità alle critiche come possibile mediatore della relazione ToM-rendimento scolastico. Nella realizzazione di questo progetto, ci siamo focalizzati su un periodo che include il momento cruciale rappresentato dalla transizione dalla scuola dell’infanzia a quella primaria. Hanno preso parte allo studio 60 bambini italiani (36 M) frequentanti l’ultimo anno della scuola dell’infanzia (M = 67.25 mesi, DS = 4.32 mesi). Essi hanno completato una batteria di compiti di teoria della mente (Gordis, Rosen, e Grand, 1989; Sullivan, Zaitchik, e Tager-Flusberg, 1994; Wimmer e Perner, 1983) e un test di vocabolario recettivo (Dunn e Dunn, 1981). Gli stessi bambini sono poi stati testati durante il primo (M = 78.31 mesi, DS = 3.07 mesi) e il secondo anno (M = 90.14 mesi, DS = 3.19 mesi) della scuola primaria attraverso misure più avanzate di ToM (Albanese e Molina, 2008) e di linguaggio (Test for Reception of Grammar, Bishop, 1982). Sono stati inoltre raccolti dati relativi alla sensibilità alle critiche durante il primo anno di scuola primaria (Heyman, Dweck, e Cain, 1992) e al rendimento scolastico nel secondo anno della scuola primaria utilizzando la valutazione delle insegnanti (Gresham e Elliott, 1990). Le differenze individuali nelle misure di vocabolario e ToM si sono rivelate stabili nel tempo (r > .31, p < .05). Inoltre, le abilità mentalistiche precoci predicono una percentuale di varianza significativa del rendimento scolastico in seconda elementare, ΔR 2 = .06, ΔF (1, 48) = 9.52, p < .01, e della sensibilità alle critiche, ΔR2 = .18, ΔF(1, 56) = 13.48, p < .01, indipendentemente dal ruolo esercitato dal linguaggio. Sulla base di questo pattern di associazioni abbiamo ipotizzato la sensibilità alle critiche a T2 mediasse la relazione tra la ToM a T1 e il rendimento scolastico a T3. Le analisi di mediazione hanno confermato la nostra ipotesi In conclusione, la ToM misurata in età prescolare ha importanti effetti cognitivi dopo la transizione scolastica. Il meccanismo attraverso cui la ToM influisce sul rendimento scolastico a due anni di distanza sembra essere spiegato, almeno in parte, dalla sensibilità alle critiche dell'insegnante.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/404733
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