Ruggiero Boscovich (1711-1787) nel terzo centenario della nascita: Pavia 8-10 settembre 2011 Fabio Bevilacqua Dipartimento di Fisica “A. Volta”, Università di Pavia Università di Pavia Ruggiero Boscovich è uno straordinario personaggio che ha attraversato gran parte del Settecento diventandone uno dei protagonisti. Il Convegno di Pavia nel terzo centenario della nascita prende spunto dall’insegnamento pavese di Boscovich (1764-69). Idealmente si riallaccia agli altri convegni svolti in luoghi importanti della vita del nostro, Roma, Milano, Vienna, Dubrovnik, convegni che negli ultimi decenni hanno approfondito diversi aspetti attraverso varie interpretazioni storiografiche. A Pavia verranno presentati oltre trenta contributi da parte di studiosi di numerosi paesi, verranno presentati i risultati dell’Edizione Nazionale e verranno discussi problemi di rilievo: il ruolo di un gesuita nella repubblica delle lettere, il rapporto tra la filosofia della natura di Boscovich e la tradizione culturale dei gesuiti, specifici aspetti della sua attività scientifica, con particolare riferimento a dei settori di indagine storiografica relativamente nuovi come la sferometria, la rifrattometria e l’elettricità. Durante il convegno verranno illustrate le meridiane dell’Università (in omaggio ad uno degli interessi di Boscovich) e le collezioni del Museo per la Storia dell’Università. Una mostra è allestita nel Salone Teresiano: tutte le opere presentate provengono dalle collezioni della Biblioteca Universitaria e tutti gli strumenti dalle collezioni del Sistema Museale d’Ateneo. Questo Salone, disegnato dal Piermarini e inaugurato nel 1778, raccoglie un patrimonio meraviglioso. Abbiamo pensato di presentarne un esempio, cercando di seguire la vita e le discipline alle quali Boscovich ha dato dei contributi. Appartennero a Boscovich alcuni dei libri o degli strumenti qui esposti? Non possiamo dirlo con certezza ma la possibilità non è esclusa. La vita di Boscovich si può schematicamente dividere in cinque fasi: a) l’infanzia ed il radicamento con la famiglia e con Ragusa, non senza contraddizioni: mantiene una serrata corrispondenza con due fratelli (Baro a Ragusa, membro della confraternita degli Antonini, e Bartolomeo in Italia, anch’egli gesuita) ma dalla partenza a 14 anni nel 1725 tornerà a casa una sola volta nel 1747 (nonostante la madre viva fino al 1776-102 anni!); b) segue il lungo periodo romano ove studia, insegna, scrive e in un ambiente certamente non “illuminato” concepisce le sue opere più famose e innovative di filosofia della natura. Anche qui contraddizioni: a partire dal 1756 abbandona l’insegnamento e lascia il Collegio Romano, deluso di non essere riuscito a far accettare le proprie teorie ed il proprio allievo (Benvenuti); c) inizia dunque un periodo di incarichi e di missioni che lo porterà in tutta Europa e nell’impero Ottomano fino al 1763 ed è in questo periodo che prima a Vienna (1758) e poi a Venezia (1763) sintetizza idee e pubblicazioni precedenti e pubblica la Theoria. È un periodo glorioso ed entusiasmante che consente a Boscovich di mettere in gioco tutte le proprie capacità in un contesto sovranazionale nel quale si trovava a proprio agio; d) Roma non era più un’opzione e si apre dunque un quarto periodo, quello lombardo, con la cattedra all’Università di Pavia (1764-69) e poi alle Scuole Palatine di Brera e con la fondazione dell’Osservatorio astronomico. Boscovich si impegna in tentativi di riforma dell’insegnamento (Pavia) e della ricerca (Brera) ma anche qui sorgono problemi e contrasti che appaiono comunque eventi minori rispetto a quello ben più grande della soppressione dell’ordine dei Gesuiti (1772-73); e) ma Boscovich riesce a inaugurare un quinto periodo, quello francese: viene nominato da Luigi XV direttore dell’ottica della Marina con un generoso stipendio, prende la cittadinanza francese, passa dieci anni a Parigi, frequenta Versailles, conosce e scambia idee scientifiche e diplomatiche con Franklin. Boscovich inizia a raccogliere le proprie opere di ottica ed astronomia e ambisce ad una pubblicazione vasta ed unitaria a spese della Corona, ma vista la situazione economica e politica questo non è possibile. Prende dunque un congedo e torna in Italia per l’ultimo drammatico periodo della sua vita. Trova un editore disponibile all’impresa a Bassano, Remondini, e coordina una lunga e complessa edizione in cinque volumi. Lo sforzo è notevole e la salute, già malferma crolla. Dopo alcune peregrinazioni si ferma a Milano ove muore nel 1787.

Ruggiero Boscovich (1711-1787) nel terzo centenario della nascita

BEVILACQUA, FABIO
2011-01-01

Abstract

Ruggiero Boscovich (1711-1787) nel terzo centenario della nascita: Pavia 8-10 settembre 2011 Fabio Bevilacqua Dipartimento di Fisica “A. Volta”, Università di Pavia Università di Pavia Ruggiero Boscovich è uno straordinario personaggio che ha attraversato gran parte del Settecento diventandone uno dei protagonisti. Il Convegno di Pavia nel terzo centenario della nascita prende spunto dall’insegnamento pavese di Boscovich (1764-69). Idealmente si riallaccia agli altri convegni svolti in luoghi importanti della vita del nostro, Roma, Milano, Vienna, Dubrovnik, convegni che negli ultimi decenni hanno approfondito diversi aspetti attraverso varie interpretazioni storiografiche. A Pavia verranno presentati oltre trenta contributi da parte di studiosi di numerosi paesi, verranno presentati i risultati dell’Edizione Nazionale e verranno discussi problemi di rilievo: il ruolo di un gesuita nella repubblica delle lettere, il rapporto tra la filosofia della natura di Boscovich e la tradizione culturale dei gesuiti, specifici aspetti della sua attività scientifica, con particolare riferimento a dei settori di indagine storiografica relativamente nuovi come la sferometria, la rifrattometria e l’elettricità. Durante il convegno verranno illustrate le meridiane dell’Università (in omaggio ad uno degli interessi di Boscovich) e le collezioni del Museo per la Storia dell’Università. Una mostra è allestita nel Salone Teresiano: tutte le opere presentate provengono dalle collezioni della Biblioteca Universitaria e tutti gli strumenti dalle collezioni del Sistema Museale d’Ateneo. Questo Salone, disegnato dal Piermarini e inaugurato nel 1778, raccoglie un patrimonio meraviglioso. Abbiamo pensato di presentarne un esempio, cercando di seguire la vita e le discipline alle quali Boscovich ha dato dei contributi. Appartennero a Boscovich alcuni dei libri o degli strumenti qui esposti? Non possiamo dirlo con certezza ma la possibilità non è esclusa. La vita di Boscovich si può schematicamente dividere in cinque fasi: a) l’infanzia ed il radicamento con la famiglia e con Ragusa, non senza contraddizioni: mantiene una serrata corrispondenza con due fratelli (Baro a Ragusa, membro della confraternita degli Antonini, e Bartolomeo in Italia, anch’egli gesuita) ma dalla partenza a 14 anni nel 1725 tornerà a casa una sola volta nel 1747 (nonostante la madre viva fino al 1776-102 anni!); b) segue il lungo periodo romano ove studia, insegna, scrive e in un ambiente certamente non “illuminato” concepisce le sue opere più famose e innovative di filosofia della natura. Anche qui contraddizioni: a partire dal 1756 abbandona l’insegnamento e lascia il Collegio Romano, deluso di non essere riuscito a far accettare le proprie teorie ed il proprio allievo (Benvenuti); c) inizia dunque un periodo di incarichi e di missioni che lo porterà in tutta Europa e nell’impero Ottomano fino al 1763 ed è in questo periodo che prima a Vienna (1758) e poi a Venezia (1763) sintetizza idee e pubblicazioni precedenti e pubblica la Theoria. È un periodo glorioso ed entusiasmante che consente a Boscovich di mettere in gioco tutte le proprie capacità in un contesto sovranazionale nel quale si trovava a proprio agio; d) Roma non era più un’opzione e si apre dunque un quarto periodo, quello lombardo, con la cattedra all’Università di Pavia (1764-69) e poi alle Scuole Palatine di Brera e con la fondazione dell’Osservatorio astronomico. Boscovich si impegna in tentativi di riforma dell’insegnamento (Pavia) e della ricerca (Brera) ma anche qui sorgono problemi e contrasti che appaiono comunque eventi minori rispetto a quello ben più grande della soppressione dell’ordine dei Gesuiti (1772-73); e) ma Boscovich riesce a inaugurare un quinto periodo, quello francese: viene nominato da Luigi XV direttore dell’ottica della Marina con un generoso stipendio, prende la cittadinanza francese, passa dieci anni a Parigi, frequenta Versailles, conosce e scambia idee scientifiche e diplomatiche con Franklin. Boscovich inizia a raccogliere le proprie opere di ottica ed astronomia e ambisce ad una pubblicazione vasta ed unitaria a spese della Corona, ma vista la situazione economica e politica questo non è possibile. Prende dunque un congedo e torna in Italia per l’ultimo drammatico periodo della sua vita. Trova un editore disponibile all’impresa a Bassano, Remondini, e coordina una lunga e complessa edizione in cinque volumi. Lo sforzo è notevole e la salute, già malferma crolla. Dopo alcune peregrinazioni si ferma a Milano ove muore nel 1787.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/461780
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