Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono una piaga che le moderne società occidentali, seppur tecnologicamente avanzate, hanno evidenti difficoltà a prevenire, a trattare ed a riabilitare con tempestività ed efficacia. Le attuali strutture riabilitative neuromotorie ospedaliere, sia pubbliche, sia private accreditate, presentano notevoli difficoltà a rispondere ad una domanda che, pur con oscillazioni annuali e con necessità magari diverse fra loro, resta però sostanzialmente elevata. Presso l’Istituto Scientifico di Pavia-Montescano della Fondazione Maugeri è stato sperimentato un modello di intervento polidisciplinare (fisiatra, medico del lavoro, neurofisiologo, radiologo, ecc.) e multiprofessionale (terapista occupazionale, fisioterapista, ergonomo) per la riabilitazione ed il reinserimento dell’infortunato sul lavoro in stretta collaborazione con la sede INAIL locale e la Cattedra di Medicina del Lavoro dell’Università, anche sulla base di lavori scientifici svolti in questi anni in collaborazione con il Centro Protesi INAIL di Budrio che hanno riguardato la valutazione delle capacità funzionali e residue. Questo percorso per il reinserimento lavorativo si sviluppa su diverse fasi e comprende potenziamento della forza e della resistenza, attività specifiche di terapia occupazionale per la ripresa della funzionalità e della gestualità lavorativa, allenamento aerobico, eventuale prescrizione ed assegnazione di ausili, sopralluogo al domicilio ed al posto di lavoro. Un elemento particolare è costituito dalla valutazione funzionale finale, i cui scopi sono: studiare le “capacità residue” e le “capacità sostenibili” del soggetto, fornire elementi utili al medico del lavoro per la verifica di idoneità, contribuire ad un reinserimento “mirato”, fornire parametri utili per la prevenzione e la progettazione ergonomia. I principali aspetti del disabile che vengono indagati sono: livello della disabilità, abilità motorie (articolarità, forza, resistenza), funzioni cognitivo–verbali, sensibilità e funzioni sensoriali, componenti psicologiche ed emotive, necessità di ausili, aspetti di tipo educativo-professionale, possibilità di trasporto autonomo, motivazione. Nel lavoro viene presentato tale modello, i criteri seguiti per l’attività, le innovazioni tecnologiche utilizzate per le valutazioni di idoneità, i risultati e le prospettive di sviluppo. Anche alla luce dei nuovi scenari legislativi tale modello di attività risulta efficace dal punto di vista sanitario-riabilitativo, sostenibile dal punto di vista economico e quindi efficiente nel suo complesso.

Esperienze di riabilitazione multispecialistica: fisiatra, medico del lavoro, INAIL

CANDURA, STEFANO
2012-01-01

Abstract

Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono una piaga che le moderne società occidentali, seppur tecnologicamente avanzate, hanno evidenti difficoltà a prevenire, a trattare ed a riabilitare con tempestività ed efficacia. Le attuali strutture riabilitative neuromotorie ospedaliere, sia pubbliche, sia private accreditate, presentano notevoli difficoltà a rispondere ad una domanda che, pur con oscillazioni annuali e con necessità magari diverse fra loro, resta però sostanzialmente elevata. Presso l’Istituto Scientifico di Pavia-Montescano della Fondazione Maugeri è stato sperimentato un modello di intervento polidisciplinare (fisiatra, medico del lavoro, neurofisiologo, radiologo, ecc.) e multiprofessionale (terapista occupazionale, fisioterapista, ergonomo) per la riabilitazione ed il reinserimento dell’infortunato sul lavoro in stretta collaborazione con la sede INAIL locale e la Cattedra di Medicina del Lavoro dell’Università, anche sulla base di lavori scientifici svolti in questi anni in collaborazione con il Centro Protesi INAIL di Budrio che hanno riguardato la valutazione delle capacità funzionali e residue. Questo percorso per il reinserimento lavorativo si sviluppa su diverse fasi e comprende potenziamento della forza e della resistenza, attività specifiche di terapia occupazionale per la ripresa della funzionalità e della gestualità lavorativa, allenamento aerobico, eventuale prescrizione ed assegnazione di ausili, sopralluogo al domicilio ed al posto di lavoro. Un elemento particolare è costituito dalla valutazione funzionale finale, i cui scopi sono: studiare le “capacità residue” e le “capacità sostenibili” del soggetto, fornire elementi utili al medico del lavoro per la verifica di idoneità, contribuire ad un reinserimento “mirato”, fornire parametri utili per la prevenzione e la progettazione ergonomia. I principali aspetti del disabile che vengono indagati sono: livello della disabilità, abilità motorie (articolarità, forza, resistenza), funzioni cognitivo–verbali, sensibilità e funzioni sensoriali, componenti psicologiche ed emotive, necessità di ausili, aspetti di tipo educativo-professionale, possibilità di trasporto autonomo, motivazione. Nel lavoro viene presentato tale modello, i criteri seguiti per l’attività, le innovazioni tecnologiche utilizzate per le valutazioni di idoneità, i risultati e le prospettive di sviluppo. Anche alla luce dei nuovi scenari legislativi tale modello di attività risulta efficace dal punto di vista sanitario-riabilitativo, sostenibile dal punto di vista economico e quindi efficiente nel suo complesso.
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