Obiettivi: Verificare la frequenza con la quale le neoplasie professionali sono identificate nell’attuale pratica ospedaliera e acquisire informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sulle loro caratteristiche eziologiche e anatomo-cliniche. Pazienti e metodi: Sono stati individuati i tumori segnalati dal nostro Istituto all’INAIL come professionali da gennaio 2001 a marzo 2014. Dalla documentazione clinica dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a: sede d’insorgenza, tipo istologico, agenti causali, settori lavorativi e mansioni a rischio, durata dell’esposizione, periodo di latenza, abitudine al fumo, eventuali patologie concomitanti. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati diagnosticati 46 tumori occupazionali in 44 soggetti (42 maschi e 2 femmine; età mediana: 68 anni), in prevalenza (> 60%) fumatori o ex-fumatori. Tale numero è inferiore a quanto prevedibile in base ad alcune stime epidemiologiche. La casistica comprende 28 casi di mesotelioma maligno (pleura: n = 20; peritoneo: n = 5; tonaca vaginale del testicolo: n = 1; istotipo predominante: epiteliale), 11 di carcinoma polmonare (4 adenocarcinomi, 5 carcinomi a cellule squamose, 2 microcitomi), 5 di urotelioma vescicale, 3 malattie mieloproliferative (2 policitemie vere, 1 leucemia mieloide cronica), 1 adenocarcinoma dei seni paranasali. L’amianto (mesoteliomi, tumori polmonari) è risultato implicato in 32 casi. Gli altri agenti eziologici sono: silice cristallina (polmone), idrocarburi policiclici aromatici (polmone, vescica), benzene e radiazioni ionizzanti (emopatie), polveri di legno (seni paranasali). Edili (6 casi), elettricisti (5 casi), operai in cementifici (5 pazienti), metalmeccanici (5 pazienti) e verniciatori (3 casi) sono stati i lavoratori più colpiti. I tumori sono insorti in seguito ad esposizioni prolungate (mediana: 20 anni) e dopo lunga latenza dall’inizio dell’esposizione (mediana: 45 anni). L'età alla diagnosi e la latenza risultano significativamente maggiori (p < 0,01; test di Kruskal-Wallis) per le neoplasie asbesto-correlate, associate a placche pleuriche in 5 casi. Due pazienti con mesotelioma pleurico erano contemporaneamente affetti da carcinoma renale, associazione assai raramente riportata in letteratura. Conclusioni: Le neoplasie professionali tendono ad essere sottostimate nella pratica clinica. Un’accurata anamnesi lavorativa è fondamentale per la loro diagnosi eziologica. Il fumo è un importante fattore concausale. Mesotelio, polmone e vescica urinaria sono bersagli preferenziali per l’oncogenesi occupazionale. Produzione e impiego di materiali per l’edilizia e industria metalmeccanica (comprese le operazioni di verniciatura) sono le attività produttive a rischio maggiore, per le quali maggiormente si impongono migliori misure preventive. In particolare, sono necessari programmi di sorveglianza sanitaria per i soggetti con pregressa esposizione ad amianto. L’associazione amianto-carcinoma renale, sulla quale esiste evidenza epidemiologica, merita di essere ulteriormente indagata.

Le neoplasie professionali nel 2000: casistica clinica

BOERI, RICCARDO;CADEI, PAOLA;PETRACCA, MATTEO;CANDURA, STEFANO
2014-01-01

Abstract

Obiettivi: Verificare la frequenza con la quale le neoplasie professionali sono identificate nell’attuale pratica ospedaliera e acquisire informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sulle loro caratteristiche eziologiche e anatomo-cliniche. Pazienti e metodi: Sono stati individuati i tumori segnalati dal nostro Istituto all’INAIL come professionali da gennaio 2001 a marzo 2014. Dalla documentazione clinica dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a: sede d’insorgenza, tipo istologico, agenti causali, settori lavorativi e mansioni a rischio, durata dell’esposizione, periodo di latenza, abitudine al fumo, eventuali patologie concomitanti. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati diagnosticati 46 tumori occupazionali in 44 soggetti (42 maschi e 2 femmine; età mediana: 68 anni), in prevalenza (> 60%) fumatori o ex-fumatori. Tale numero è inferiore a quanto prevedibile in base ad alcune stime epidemiologiche. La casistica comprende 28 casi di mesotelioma maligno (pleura: n = 20; peritoneo: n = 5; tonaca vaginale del testicolo: n = 1; istotipo predominante: epiteliale), 11 di carcinoma polmonare (4 adenocarcinomi, 5 carcinomi a cellule squamose, 2 microcitomi), 5 di urotelioma vescicale, 3 malattie mieloproliferative (2 policitemie vere, 1 leucemia mieloide cronica), 1 adenocarcinoma dei seni paranasali. L’amianto (mesoteliomi, tumori polmonari) è risultato implicato in 32 casi. Gli altri agenti eziologici sono: silice cristallina (polmone), idrocarburi policiclici aromatici (polmone, vescica), benzene e radiazioni ionizzanti (emopatie), polveri di legno (seni paranasali). Edili (6 casi), elettricisti (5 casi), operai in cementifici (5 pazienti), metalmeccanici (5 pazienti) e verniciatori (3 casi) sono stati i lavoratori più colpiti. I tumori sono insorti in seguito ad esposizioni prolungate (mediana: 20 anni) e dopo lunga latenza dall’inizio dell’esposizione (mediana: 45 anni). L'età alla diagnosi e la latenza risultano significativamente maggiori (p < 0,01; test di Kruskal-Wallis) per le neoplasie asbesto-correlate, associate a placche pleuriche in 5 casi. Due pazienti con mesotelioma pleurico erano contemporaneamente affetti da carcinoma renale, associazione assai raramente riportata in letteratura. Conclusioni: Le neoplasie professionali tendono ad essere sottostimate nella pratica clinica. Un’accurata anamnesi lavorativa è fondamentale per la loro diagnosi eziologica. Il fumo è un importante fattore concausale. Mesotelio, polmone e vescica urinaria sono bersagli preferenziali per l’oncogenesi occupazionale. Produzione e impiego di materiali per l’edilizia e industria metalmeccanica (comprese le operazioni di verniciatura) sono le attività produttive a rischio maggiore, per le quali maggiormente si impongono migliori misure preventive. In particolare, sono necessari programmi di sorveglianza sanitaria per i soggetti con pregressa esposizione ad amianto. L’associazione amianto-carcinoma renale, sulla quale esiste evidenza epidemiologica, merita di essere ulteriormente indagata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/888039
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