The main theme of this thesis is digital evidence. From a general point of view, this topic is linked with all questions concerning scientific evidence. Accordingly, the first chapter explores the legal doctrines regarding the use of scientific tools in a trial. In the next chapter, the dissertation aims to find a definition of what is classified as digital evidence. In order to be as clear as possible, digital evidence gathered from a device is divided from what is collected through computer networks. Regarding the former, it refers to the topic of the digital document, whereas the main focus of the latter concerns the interception of electronic communications. The following chapter discusses the fundamental rights involved in digital forensic operations: respect of private life, home and secrecy and freedom of communications. All these rights have been examined in the context of the Italian Constitution, the European Convention of Human Rights and the laws of the European Union. After clarifying the limits of the relevant fundamental rights involved, the essay continues by analysing the different types of digital evidence. Firstly, the evidence regulated by the law is examined: inspections, searches, seizures and interceptions of electronic communication. Secondly, the evidence not regulated by the law is discussed: on-line searches and GPS tracking. The aim of this final section is to find an equilibrium between the fundamental rights of an individual and issues regarding national security.

Il tema affrontato nella tesi è quello della prova informatica nel processo penale italiano. La ragione di tale scelta ha preso le mosse da una duplice constatazione, da un lato, la crescente importanza che i dati contenuti in un device di carattere elettronico hanno acquistato all’interno del procedimento penale; e, dall’altro, la necessità di tentare di offrire un quadro organico della materia che si contrapponesse alla frammentarietà legislativa. Alla luce della connessione esistente tra la tematica affrontata e il dibattito riguardante l’impiego di strumenti scientifici nel processo penale, si è ritenuto opportuno prendere le mosse da alcune considerazioni di carattere generale in tema di prova scientifica, effettuate grazie allo studio della migliore dottrina e della più avanzata giurisprudenza italiana e non solo. Al fine di cercare di individuare un primo punto fermo all’interno della trattazione, è emersa la necessità di offrire una definizione delle fonti di prova informatica che fosse corretta dal punto di vista tecnico-informatico e che permettesse al lettore di orientarsi tra le numerose disposizioni che contengono un riferimento all’utilizzo di strumenti informatici nel processo penale. In tal senso, la creazione degli opportuni confini tra i diversi istituti, è partita dalla considerazione per cui l’oggetto delle investigazioni informatiche in senso proprio, è rappresentato da quei dati informatici dotati di una loro esistenza autonoma rispetto al procedimento penale. Più precisamente, si è effettuata un’ulteriore distinzione avente come criterio discretivo le modalità di raccolta delle prove di carattere informatico. In tal modo, sono state individuate, da un canto, le prove informatiche c.d. statiche, intendendosi con tale espressione tutti quei dati conservati stabilmente all’interno di un elaboratore elettronico, per le quali si è fatto riferimento alla tematica del documento informatico. Dall’altro canto, è stato identificato l’insieme delle prove informatiche c.d. dinamiche, ossia di quelle informazioni che circolano all’interno di reti informatiche. A tal riguardo, si è stato studiato il fenomeno delle intercettazioni di flussi di comunicazioni di cui all’art. 266 bis c.p.p. Chiuso, momentaneamente, tale aspetto si è rivolto lo sguardo alle problematiche connesse ai diritti che possono venire lesi dagli atti di estrazione di informazioni da sistemi informatici. Questi sono stati individuati, principalmente, nella tutela della riservatezza, del domicilio e della libertà e segretezza delle comunicazioni. Sul punto, lo studio è stato condotto in una duplice prospettiva, quella nazionale e quella europea: avendo come riferimento tanto la Costituzione quanto la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e il diritto dell’Unione europea. Definiti i contorni dei valori e dei diritti convolti, si è ripreso il tema principale dell’elaborato, trattando delle diverse tipologie di prova informatica, secondo un ordine che privilegia, primariamente, quelle riconducibili ai mezzi di ricerca della prova già conosciuti e disciplinati dalla nostra normativa processuale (perquisizioni, ispezioni e sequestro; captazione in tempo reale di dati digitali; conservazione e acquisizione di dati di traffico) salvo poi passare alle c.d. indagini informatiche atipiche (con particolare attenzione al pedinamento mediante tracker G.P.S. e alle perquisizioni on line). Si tratta di terreni per lo più nuovi, ove si è cercato di studiare le molte e diverse problematiche emerse nella prassi applicativa (tra queste, per la particolare attualità, quelle connesse all’installazione da remoto di un captatore informatico, sulle quali si sono pronunciate le Sezioni Unite della Cassazione) attraverso la lente della tutela dei diritti fondamentali dell’uomo precedentemente studiati, andando alla ricerca di un difficile equilibrio tra esigenze investigative e tutela dei diritti del singolo.

Prova informatica e processo penale

MURGIA, SEVERINO
2017-04-07

Abstract

The main theme of this thesis is digital evidence. From a general point of view, this topic is linked with all questions concerning scientific evidence. Accordingly, the first chapter explores the legal doctrines regarding the use of scientific tools in a trial. In the next chapter, the dissertation aims to find a definition of what is classified as digital evidence. In order to be as clear as possible, digital evidence gathered from a device is divided from what is collected through computer networks. Regarding the former, it refers to the topic of the digital document, whereas the main focus of the latter concerns the interception of electronic communications. The following chapter discusses the fundamental rights involved in digital forensic operations: respect of private life, home and secrecy and freedom of communications. All these rights have been examined in the context of the Italian Constitution, the European Convention of Human Rights and the laws of the European Union. After clarifying the limits of the relevant fundamental rights involved, the essay continues by analysing the different types of digital evidence. Firstly, the evidence regulated by the law is examined: inspections, searches, seizures and interceptions of electronic communication. Secondly, the evidence not regulated by the law is discussed: on-line searches and GPS tracking. The aim of this final section is to find an equilibrium between the fundamental rights of an individual and issues regarding national security.
7-apr-2017
Il tema affrontato nella tesi è quello della prova informatica nel processo penale italiano. La ragione di tale scelta ha preso le mosse da una duplice constatazione, da un lato, la crescente importanza che i dati contenuti in un device di carattere elettronico hanno acquistato all’interno del procedimento penale; e, dall’altro, la necessità di tentare di offrire un quadro organico della materia che si contrapponesse alla frammentarietà legislativa. Alla luce della connessione esistente tra la tematica affrontata e il dibattito riguardante l’impiego di strumenti scientifici nel processo penale, si è ritenuto opportuno prendere le mosse da alcune considerazioni di carattere generale in tema di prova scientifica, effettuate grazie allo studio della migliore dottrina e della più avanzata giurisprudenza italiana e non solo. Al fine di cercare di individuare un primo punto fermo all’interno della trattazione, è emersa la necessità di offrire una definizione delle fonti di prova informatica che fosse corretta dal punto di vista tecnico-informatico e che permettesse al lettore di orientarsi tra le numerose disposizioni che contengono un riferimento all’utilizzo di strumenti informatici nel processo penale. In tal senso, la creazione degli opportuni confini tra i diversi istituti, è partita dalla considerazione per cui l’oggetto delle investigazioni informatiche in senso proprio, è rappresentato da quei dati informatici dotati di una loro esistenza autonoma rispetto al procedimento penale. Più precisamente, si è effettuata un’ulteriore distinzione avente come criterio discretivo le modalità di raccolta delle prove di carattere informatico. In tal modo, sono state individuate, da un canto, le prove informatiche c.d. statiche, intendendosi con tale espressione tutti quei dati conservati stabilmente all’interno di un elaboratore elettronico, per le quali si è fatto riferimento alla tematica del documento informatico. Dall’altro canto, è stato identificato l’insieme delle prove informatiche c.d. dinamiche, ossia di quelle informazioni che circolano all’interno di reti informatiche. A tal riguardo, si è stato studiato il fenomeno delle intercettazioni di flussi di comunicazioni di cui all’art. 266 bis c.p.p. Chiuso, momentaneamente, tale aspetto si è rivolto lo sguardo alle problematiche connesse ai diritti che possono venire lesi dagli atti di estrazione di informazioni da sistemi informatici. Questi sono stati individuati, principalmente, nella tutela della riservatezza, del domicilio e della libertà e segretezza delle comunicazioni. Sul punto, lo studio è stato condotto in una duplice prospettiva, quella nazionale e quella europea: avendo come riferimento tanto la Costituzione quanto la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e il diritto dell’Unione europea. Definiti i contorni dei valori e dei diritti convolti, si è ripreso il tema principale dell’elaborato, trattando delle diverse tipologie di prova informatica, secondo un ordine che privilegia, primariamente, quelle riconducibili ai mezzi di ricerca della prova già conosciuti e disciplinati dalla nostra normativa processuale (perquisizioni, ispezioni e sequestro; captazione in tempo reale di dati digitali; conservazione e acquisizione di dati di traffico) salvo poi passare alle c.d. indagini informatiche atipiche (con particolare attenzione al pedinamento mediante tracker G.P.S. e alle perquisizioni on line). Si tratta di terreni per lo più nuovi, ove si è cercato di studiare le molte e diverse problematiche emerse nella prassi applicativa (tra queste, per la particolare attualità, quelle connesse all’installazione da remoto di un captatore informatico, sulle quali si sono pronunciate le Sezioni Unite della Cassazione) attraverso la lente della tutela dei diritti fondamentali dell’uomo precedentemente studiati, andando alla ricerca di un difficile equilibrio tra esigenze investigative e tutela dei diritti del singolo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1203330
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