La ricerca analizza le figure degli oneri reali e delle obbligazioni propter rem ed indaga la possibilità per i privati di incidere sulla situazione giuridica complessa del diritto reale creando liberamente oneri e obbligazioni reali non tipizzati dal legislatore, ossia vincoli reali atipici. I primi tre capitoli mirano rispettivamente ad indagare i caratteri del diritto reale, i casi tipici di o.r. e o.p.r., nonché le caratteristiche e la disciplina di queste figure di matrice dottrinale. Il quarto capitolo, di carattere conclusivo, cerca di offrire una soluzione al problema di fondo della ricerca, ossia se ai privati sia concesso costituire liberamente oneri e obbligazioni reali al di fuori dei casi tipici previsti dalla legge. Innanzitutto viene esplicitato il significato del numerus clausus e della tipicità dei diritti reali nonché individuato il loro fondamento normativo. Al contempo, si prende atto di come a fronte delle diverse istanze sociali si sia giunti a moltiplicare i modelli di proprietà (proprietà fiduciaria, temporanea, trust, e così via) sino al punto di sgretolarne il concetto unitario fondato sullo schema risalente che vedeva la proprietà fondiaria come intangibile. Qui si inserisce la possibile soluzione offerta dalla ricerca: il progressivo moltiplicarsi delle forme di proprietà e dei diritti reali non implica la scomparsa del numero chiuso e della tipicità delle situazioni reali; inoltre, la mancanza di segnali espliciti di una riserva di legge esclusiva in materia di diritti reali e l’analisi delle norme che disciplinano i diritti reali, lasciano intendere che gli schemi legislativi dei rapporti reali non siano chiusi, ma aperti fino al punto di ammettere l’esistenza di una tipicità più o meno ristretta: una sorta di atipicità relativa che consentirebbe alle obbligazioni reali di trovare la propria fonte in un contratto purché tale possibilità sia prevista dalla legge. Il legislatore avrebbe lasciato nelle norme sui diritti reali alcuni spazi di autonomia che i privati potrebbero colmare costituendo obbligazioni reali volontarie, purché queste non contraddicano il nucleo essenziale del diritto a cui accedono. Analogamente si inferisce con riguardo agli oneri reali. La ricerca infatti evidenzia che esiste una norma nel nostro ordinamento capace di consentire ai privati la libera costituzione di un vincolo obbligatorio munito di realità – perché opponibile ai terzi – e garantito dal privilegio speciale sul bene in caso di inadempimento, e cioè di una figura del tutto simile a quella ricostruita in dottrina per l’onere reale: l’art. 2645-ter.

Oneri reali, obbligazioni propter rem e vincoli reali atipici.

MUSSI, CESARE ALBERTO
2018-02-08

Abstract

La ricerca analizza le figure degli oneri reali e delle obbligazioni propter rem ed indaga la possibilità per i privati di incidere sulla situazione giuridica complessa del diritto reale creando liberamente oneri e obbligazioni reali non tipizzati dal legislatore, ossia vincoli reali atipici. I primi tre capitoli mirano rispettivamente ad indagare i caratteri del diritto reale, i casi tipici di o.r. e o.p.r., nonché le caratteristiche e la disciplina di queste figure di matrice dottrinale. Il quarto capitolo, di carattere conclusivo, cerca di offrire una soluzione al problema di fondo della ricerca, ossia se ai privati sia concesso costituire liberamente oneri e obbligazioni reali al di fuori dei casi tipici previsti dalla legge. Innanzitutto viene esplicitato il significato del numerus clausus e della tipicità dei diritti reali nonché individuato il loro fondamento normativo. Al contempo, si prende atto di come a fronte delle diverse istanze sociali si sia giunti a moltiplicare i modelli di proprietà (proprietà fiduciaria, temporanea, trust, e così via) sino al punto di sgretolarne il concetto unitario fondato sullo schema risalente che vedeva la proprietà fondiaria come intangibile. Qui si inserisce la possibile soluzione offerta dalla ricerca: il progressivo moltiplicarsi delle forme di proprietà e dei diritti reali non implica la scomparsa del numero chiuso e della tipicità delle situazioni reali; inoltre, la mancanza di segnali espliciti di una riserva di legge esclusiva in materia di diritti reali e l’analisi delle norme che disciplinano i diritti reali, lasciano intendere che gli schemi legislativi dei rapporti reali non siano chiusi, ma aperti fino al punto di ammettere l’esistenza di una tipicità più o meno ristretta: una sorta di atipicità relativa che consentirebbe alle obbligazioni reali di trovare la propria fonte in un contratto purché tale possibilità sia prevista dalla legge. Il legislatore avrebbe lasciato nelle norme sui diritti reali alcuni spazi di autonomia che i privati potrebbero colmare costituendo obbligazioni reali volontarie, purché queste non contraddicano il nucleo essenziale del diritto a cui accedono. Analogamente si inferisce con riguardo agli oneri reali. La ricerca infatti evidenzia che esiste una norma nel nostro ordinamento capace di consentire ai privati la libera costituzione di un vincolo obbligatorio munito di realità – perché opponibile ai terzi – e garantito dal privilegio speciale sul bene in caso di inadempimento, e cioè di una figura del tutto simile a quella ricostruita in dottrina per l’onere reale: l’art. 2645-ter.
8-feb-2018
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1214791
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