Lo studio analizza le italianizzazioni forzose in epoca di regime e rende conto del dibattito lessicografico, giornalistico e accademico che per decenni le ha accompagnate. Il termine di analisi cronologica ad quem è stato fissato al 1943, anno di conclusione dei lavori della Commissione per l'italianità della lingua, mentre il riferimento a quo è il 1905, data di pubblicazione della prima edizione del Dizionario moderno di Panzini. Il XX secolo aprì di fatto le porte a un purismo discordante rispetto alla tradizione, giunto a partire dagli anni Venti all'estremizzazione tipica della temperie fascista, anche in chiave lessicografica. L'affermazione del regime a partire dal 1925 e il tentativo da parte del governo centrale di coinvolgere le masse nell'affermazione e nell'esaltazione dei valori nazionalistici incarnati e stereotipati dal fascismo ebbero un inevitabile effetto non solo su una politica linguistica attiva su più fronti, ma anche sulle esperienze lessicografiche e giornalistiche coeve. Ma prima di diventare nel 1941 una questione prettamente politica, e di riflesso accademica, la lotta ai forestierismi fu un fenomeno che vide protagonisti gli italiani, lettori delle rubriche sulle terze pagine dei quotidiani, che non di rado parteciparono attivamente alla campagna puristica, come testimoniano la corposa corrispondenza rinvenuta nell'archivio di Paolo Monelli (cfr. cap. 4.4), autore di Barbaro dominio e tra i più noti esponenti del movimento puristico-autarchico, o alcuni esperimenti giornalistici come il concorso del quotidiano romano «La Tribuna» istituito con lo scopo di eliminare i forestierismi «che inquina[va]no la nostra lingua». Alla realtà accademica, chiamata in causa solo nel dicembre del 1940 con la legge n. 2042, e all'intervento politico, frastagliato in una serie di provvedimenti sconnessi e progressivamente inaspriti a partire dal 1923 (cfr. cap. 2), si affiancò a partire dal 1924 una lessicografia specifica e un filone giornalistico peculiare che si nutrivano del rapporto, se non esplicitamente dei suggerimenti, dei "nuovi italiani" di Mussolini (il tema è approfondito al cap. 4.2).

Autarchia linguistica. Profilo storico-linguistico e lessicografico delle italianizzazioni forzose (1905-1943).

PIACENTINI, LUCA
2018-06-27

Abstract

Lo studio analizza le italianizzazioni forzose in epoca di regime e rende conto del dibattito lessicografico, giornalistico e accademico che per decenni le ha accompagnate. Il termine di analisi cronologica ad quem è stato fissato al 1943, anno di conclusione dei lavori della Commissione per l'italianità della lingua, mentre il riferimento a quo è il 1905, data di pubblicazione della prima edizione del Dizionario moderno di Panzini. Il XX secolo aprì di fatto le porte a un purismo discordante rispetto alla tradizione, giunto a partire dagli anni Venti all'estremizzazione tipica della temperie fascista, anche in chiave lessicografica. L'affermazione del regime a partire dal 1925 e il tentativo da parte del governo centrale di coinvolgere le masse nell'affermazione e nell'esaltazione dei valori nazionalistici incarnati e stereotipati dal fascismo ebbero un inevitabile effetto non solo su una politica linguistica attiva su più fronti, ma anche sulle esperienze lessicografiche e giornalistiche coeve. Ma prima di diventare nel 1941 una questione prettamente politica, e di riflesso accademica, la lotta ai forestierismi fu un fenomeno che vide protagonisti gli italiani, lettori delle rubriche sulle terze pagine dei quotidiani, che non di rado parteciparono attivamente alla campagna puristica, come testimoniano la corposa corrispondenza rinvenuta nell'archivio di Paolo Monelli (cfr. cap. 4.4), autore di Barbaro dominio e tra i più noti esponenti del movimento puristico-autarchico, o alcuni esperimenti giornalistici come il concorso del quotidiano romano «La Tribuna» istituito con lo scopo di eliminare i forestierismi «che inquina[va]no la nostra lingua». Alla realtà accademica, chiamata in causa solo nel dicembre del 1940 con la legge n. 2042, e all'intervento politico, frastagliato in una serie di provvedimenti sconnessi e progressivamente inaspriti a partire dal 1923 (cfr. cap. 2), si affiancò a partire dal 1924 una lessicografia specifica e un filone giornalistico peculiare che si nutrivano del rapporto, se non esplicitamente dei suggerimenti, dei "nuovi italiani" di Mussolini (il tema è approfondito al cap. 4.2).
27-giu-2018
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