Introduzione L’area di intervento senologica tratta un prioritario problema umanitario e sociale: si ammalano di tumore al seno donne e uomini, che vanno incontro a disagi psichici ed emotivi, familiari, lavorativi, riproduttivi. Come in precedenza osservato, il carcinoma della mammella (CM) è diventato il tumore più frequente in assoluto e il primo nella popolazione femminile in tutte le fasce di età. Dal 2016 l’AIOM annuncia un calo negli indici di mortalità del cancro: negli ultimi dieci anni si riscontra un + 15% di guarigioni. A partire da evidenze scientifiche in precedenza descritte, gli Organismi di tutela pubblica sostengono la prospettiva multidisciplinare nella cura sia della malattia sia della persona affetta da (CM). Nell’Equipe lo psiconcologo ha un importante ruolo di supporto ai bisogni dei pazienti e di ricerca clinica. Il tema dei bisogni delle pazienti con CM è stato a lungo indagato in letteratura internazionale, ma poco nel contesto italiano. Gli studi sottolineano l’incidenza della malattia e delle conseguenze delle cure sulla qualità di vita (QdV) della paziente: circa il 25% dei casi sviluppa distress, ansia, depressione. Metodi studio osservazionale longitudinale monocentrico che ha previsto l’arruolamento di 205 soggetti ai quali sono stati somministrati i questionari citati in seguito, noti in letteratura. Sono tutti questionari tradotti e validati in italiano. Le 205 donne sono state arruolate tra novembre 2018 e settembre 2019 e contattate in quattro momenti cruciali del percorso, più avanti descritti, nei primi due anni del percorso di cura. Conclusioni I nostri dati confermano che l’esperienza di una diagnosi di CM è di per sé fonte di distress, indipendentemente dalla serietà della condizione iniziale, delle prospettive di cura o della prognosi. Descrizione del campione. Su una popolazione di 246 pazienti candidabili, 41 (17%) hanno rifiutato di partecipare per mancanza di interesse o per la provenienza da regioni lontane. Delle 205 pazienti arruolate nella ricerca 171 (83%) hanno restituito i questionari alla diagnosi (T0), 158 (77%) nel postoperatorio (T1), 146 (71%) a un anno (T2), 143 (70%) a due anni (T3). Per quanto riguarda i dati clinici, il 79,5% è candidato alla chirurgia come prima soluzione terapeutica (il restante 20,5% a chemioterapia neoadiuvante). Il 57.3% ha effettuato quadrantectomia (mono o bilaterale) e il 42.6% mastectomia (mono o bilaterale). La dissezione ascellare è stata effettuata nel 28.8% dei casi. Le pazienti candidate a chemioterapia adiuvante sono il 35.1%, a terapia ormonale il 78% e il 70.7% a radioterapia. Il 55,4% ha incontrato almeno una volta lo psiconcologo. Le cure aumentano il livello di compromissione fisica nel tempo, di peggioramento globale della QdV e di fatigue emotiva e cognitiva generale. Colpisce il fatto che in generale il distress non sia elevato alla diagnosi e diminuisca già nel postoperatorio: si ritiene questo l’effetto di una angoscia legata alla natura della malattia oncologica, la cui nominazione già di per sé suscita vissuti di profonda angoscia. Si ritiene altresì che la presa in carico da parte di un’Equipe dedicata, la cui esperienza sia certificata, produca un effetto di sollievo nelle pazienti, una volta entrate nel dispositivo delle cure. Si conferma necessario il monitoraggio psiconcologico di tutte le pazienti alla diagnosi.
Distress, qualità della vita, supporto sociale, capacità adattativa e disturbi cognitivi in un campione di pazienti affette da carcinoma della mammella in fase pre e postoperatoria.
DIONIGI, FRANCESCA
2022-09-19
Abstract
Introduzione L’area di intervento senologica tratta un prioritario problema umanitario e sociale: si ammalano di tumore al seno donne e uomini, che vanno incontro a disagi psichici ed emotivi, familiari, lavorativi, riproduttivi. Come in precedenza osservato, il carcinoma della mammella (CM) è diventato il tumore più frequente in assoluto e il primo nella popolazione femminile in tutte le fasce di età. Dal 2016 l’AIOM annuncia un calo negli indici di mortalità del cancro: negli ultimi dieci anni si riscontra un + 15% di guarigioni. A partire da evidenze scientifiche in precedenza descritte, gli Organismi di tutela pubblica sostengono la prospettiva multidisciplinare nella cura sia della malattia sia della persona affetta da (CM). Nell’Equipe lo psiconcologo ha un importante ruolo di supporto ai bisogni dei pazienti e di ricerca clinica. Il tema dei bisogni delle pazienti con CM è stato a lungo indagato in letteratura internazionale, ma poco nel contesto italiano. Gli studi sottolineano l’incidenza della malattia e delle conseguenze delle cure sulla qualità di vita (QdV) della paziente: circa il 25% dei casi sviluppa distress, ansia, depressione. Metodi studio osservazionale longitudinale monocentrico che ha previsto l’arruolamento di 205 soggetti ai quali sono stati somministrati i questionari citati in seguito, noti in letteratura. Sono tutti questionari tradotti e validati in italiano. Le 205 donne sono state arruolate tra novembre 2018 e settembre 2019 e contattate in quattro momenti cruciali del percorso, più avanti descritti, nei primi due anni del percorso di cura. Conclusioni I nostri dati confermano che l’esperienza di una diagnosi di CM è di per sé fonte di distress, indipendentemente dalla serietà della condizione iniziale, delle prospettive di cura o della prognosi. Descrizione del campione. Su una popolazione di 246 pazienti candidabili, 41 (17%) hanno rifiutato di partecipare per mancanza di interesse o per la provenienza da regioni lontane. Delle 205 pazienti arruolate nella ricerca 171 (83%) hanno restituito i questionari alla diagnosi (T0), 158 (77%) nel postoperatorio (T1), 146 (71%) a un anno (T2), 143 (70%) a due anni (T3). Per quanto riguarda i dati clinici, il 79,5% è candidato alla chirurgia come prima soluzione terapeutica (il restante 20,5% a chemioterapia neoadiuvante). Il 57.3% ha effettuato quadrantectomia (mono o bilaterale) e il 42.6% mastectomia (mono o bilaterale). La dissezione ascellare è stata effettuata nel 28.8% dei casi. Le pazienti candidate a chemioterapia adiuvante sono il 35.1%, a terapia ormonale il 78% e il 70.7% a radioterapia. Il 55,4% ha incontrato almeno una volta lo psiconcologo. Le cure aumentano il livello di compromissione fisica nel tempo, di peggioramento globale della QdV e di fatigue emotiva e cognitiva generale. Colpisce il fatto che in generale il distress non sia elevato alla diagnosi e diminuisca già nel postoperatorio: si ritiene questo l’effetto di una angoscia legata alla natura della malattia oncologica, la cui nominazione già di per sé suscita vissuti di profonda angoscia. Si ritiene altresì che la presa in carico da parte di un’Equipe dedicata, la cui esperienza sia certificata, produca un effetto di sollievo nelle pazienti, una volta entrate nel dispositivo delle cure. Si conferma necessario il monitoraggio psiconcologico di tutte le pazienti alla diagnosi.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Distress, Qualità della vita, supporto sociale, capacità adattativa e disturbi cognitivi in un campione di pazienti affette da carcinoma mammario in fase pre e postoperatoria
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