Il Ritus canendi vetustissimus et novus di Giovanni Gallico da Namur. Introduzione, testo e commento

The overall purpose of my doctoral programme was the critical editing of the treatise Ritus canendi vetustissimus et novus by Johannes Gallicus. Since no new witnesses have come to light, I conducted a thorough palaeographical and codicological examination on the two known manuscripts that convey the treatise (London, British Library, Additional 22315, and Harley 6525). Thanks to the data I gathered, and in combination with a complete analysis of the text and its loci critici (2.4), I was able to realize my first purpose, offering a new critical edition of the Ritus canendi. In order to enlighten the most obscure passages of the treatise and to formulate new hypothesis about its historical and musicological significance, I decided to introduce the critical text with an articulated essay, which concerns the author’s biography and the contents of his work. At first, I illustrated the data I acquired through my in-depth survey in the State Archives of Mantua and Parma, in the Biblioteca Teresiana of Mantua, and through the examination of the papers from the Chapter of the Grande Chartreuse, thanks to which I can now establish a new and well-documented outline of Gallicus’ life (1.1, 1.2). In the introduction, I focused on the literary and musicographical sources used by Gallicus, such as the Bible, Boethius’ Musica, the Anonymous’ Enchiriades and Guido d’Arezzo’s works. I paid special attention to Gallicus’ ability to evaluate his sources in a proper and historically reliable fashion, and to establish a reasonable chronology of ancient and medieval music theory (2.1). The core of the essay is the presentation of the author’s reform of music pedagogy (2.1). In this respect, I discuss at length Gallicus’ refusal of solmisation, and his preference for alphabetic and square notation, and for the didactic instrument of the monochord (2.2). I demonstrated that the author’s inclination for rationalizing and making pedagogy effective also reflects on his explanation of ecclesiastic modality (2.3). The critical edition is offered in the second half of the thesis. To facilitate the reading and interpretation of the three-fold apparatus, I placed an editorial note before the text. As I have established beyond any doubt that the two short treatises entitled Praefationcula in numerorum concinentiam and Tacita musica in Ms. Harley 6525 are authentic, I chose to transcribe them in the Appendix, together with the paratextual annotation in the Ms. Additional 22315.

La tesi ha come scopo principale la (ri)edizione del Ritus canendi vetustissimus et novus di Giovanni Gallico da Namur. Pur non essendosi ampliato il numero dei testimoni su cui basare l’edizione, i mss. Additional 22315 e Harley 6525 della British Library di Londra, i soli riconosciuti in fase di recensio, sono stati oggetto di un’analisi paleografica e codicologica nuova e approfondita; questa, insieme a un disamina critica completa delle lezioni peculiari (2.4), ha permesso di determinare il valore di ciascun testimone a fini ecdotici e di procedere alla restitutio textus. Per illuminare i punti oscuri del testo e offrire una nuova interpretazione – globale e nel dettaglio – del Ritus canendi, è stata preposta un’introduzione sulla vita dell’autore e sui contenuti dell’opera. Le ricerche negli Archivi di Stato di Mantova e di Parma, e nella Biblioteca Teresiana di Mantova, e lo spoglio della documentazione della Grande Chartreuse hanno fornito nuovi elementi sulla biografia del Gallico; ora il monaco e teorico è collocato con certezza nella Certosa di Parma (e con le dovute cautele in quella di Mantova), e la data e il luogo della sua morte trovano finalmente conferma documentale (1.1, 1.2). Per quanto concerne la presentazione dei contenuti, ci si è soffermati sulle fonti impiegate dal Gallico e sulla sua capacità di organizzare in modo storicamente fondato e critico le testimonianze tratte dal racconto biblico, da Boezio, dall’anonimo autore dei trattati Enchiriades e da Guido d’Arezzo (2.1). Particolare attenzione è stata dunque devoluta alla riforma della pedagogia proposta dall’autore attraverso il recupero della notazione alfabetica (2.1) e di una didattica focalizzata sull’impiego del monocordo (2.2). Si è inoltre dimostrato che il processo di razionalizzazione della pedagogia musicale si riflette anche nella trattazione della modalità ecclesiastica (2.3). L’edizione critica del Ritus canendi occupa la seconda parte della tesi. Preceduto da una nota editoriale che ne agevola l’interpretazione e la lettura, il testo critico è accompagnato da tre fasce d’apparati: filologico, dei loci e di commento. Inoltre, avendo riconosciuto nei trattatelli di aritmetica e armonica del ms. Harley 6525 un necessario corollario d’autore alle teorie esposte nel Ritus canendi, anche questi sono stati oggetto di lavoro ecdotico e presentati nell’Appendice I, insieme alle postille del ms. Additional 22315, che, pur meno rilevanti sul piano del pensiero teorico-musicale del Gallico, hanno una significativa valenza nel determinare la storia del codice e dei suoi possessori, tra i quali Niccolò Burzio (Appendice II).