Questo progetto di ricerca propone un approfondimento storico-istituzionale dell'evoluzione delle Province in Italia con particolare attenzione all'attività svolta o progettata in un settore tradizionale di loro pertinenza come quello della viabilità. Si tratta di una politica pubblica di notevole importanza sia per le funzioni svolte a livello territoriale (collegamenti interni ed esterni, sviluppo, turismo) sia per l'incidenza sul bilancio di questi enti, peraltro alle prese con la scarsità di risorse. L'arco temporale scelto per lo studio copre cinquant'anni, precisamente dal 1951 (anno di ripristino degli organi elettivi) al 2001 (riforma del titolo V della Costituzione italiana). Il lavoro propone una prima parte di analisi di questa politica pubblica. Innanzitutto viene ripercorsa l’evoluzione legislativa delle competenze in materia di strade dalle legge n. 2248/1865 (all. F) fino all’attuazione del D. Lgs. 112/1998 con il quale le Province si sono viste attribuire un ruolo importante di coordinamento e il raccordo in materie come la difesa dell’ambiente, la formazione professionale, la viabilità e i trasporti, l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti. La maggior parte delle Regioni ha poi provveduto a varare le leggi di attuazione di questo decreto seguendo tre vie: il trasferimento alle Province di tutte le funzioni mantenendo solo la programmazione; la costituzione di agenzie regionali alle quali delegare gli aspetti di programmazione, progettazione, manutenzione e monitoraggio; la costituzione di una società di capitali con funzioni di progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione delle strade che non rientravano nella rete autostradale e stradale nazionale. Si è cercato di presentare le esperienze più significative di quelloe che si può definire “federalismo stradale”. In particolare è stata analizzata la scelta della Regione Veneto che ha creato la “Veneto Strade S.p.A.”, con un interessante presa di posizione da parte della Provincia di Belluno che ha chiesto e ottenuto di creare una sezione operativa distaccata nel proprio territorio. Sono stati poi presi in considerazione i temi della manutenzione stradale, delle diverse possibilità di finanziamenti per la viabilità (ricorso a risorse proprie nel bilancio provinciale, alla Cassa Depositi e Prestiti, ai contributi dello Stato e delle Regioni, alla legislazione speciale), mentre un cenno è stato fatto al contesto delle infrastrutture in territorio alpino dove si da sempre più peso alla mobilità sostenibile e alla sicurezza nelle gallerie (Comunità di lavoro Alpe Adria e Convenzione delle Alpi). Una parte consistente del lavoro di stesura ha riguardato le delibere sulla viabilità del Consiglio provinciale di Belluno, nell’arco di tempo qui considerato. Questa analisi viene proposta alla lettura in base alle dieci presidenze della Giunta provinciale. La seconda parte della tesi propone invece quattro casi concreti di studio: 1) il progetto inattuato dell’autostrada Venezia-Monaco; 2) la rete stradale e le Olimpiadi di Cortina del 1956; 3) la realizzazione della S.P. n. 1-bis della Madonna del Piave per il collegamento tra Belluno e Treviso; 4) le calamità (Vajont e alluvione del 1966) e la ricostruzione della rete viaria.

PROVINCE E VIABILITA' DAL 1951 ALLA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE. IL CASO DI BELLUNO

DE DONA', MICHELANGELO
2019-04-10

Abstract

Questo progetto di ricerca propone un approfondimento storico-istituzionale dell'evoluzione delle Province in Italia con particolare attenzione all'attività svolta o progettata in un settore tradizionale di loro pertinenza come quello della viabilità. Si tratta di una politica pubblica di notevole importanza sia per le funzioni svolte a livello territoriale (collegamenti interni ed esterni, sviluppo, turismo) sia per l'incidenza sul bilancio di questi enti, peraltro alle prese con la scarsità di risorse. L'arco temporale scelto per lo studio copre cinquant'anni, precisamente dal 1951 (anno di ripristino degli organi elettivi) al 2001 (riforma del titolo V della Costituzione italiana). Il lavoro propone una prima parte di analisi di questa politica pubblica. Innanzitutto viene ripercorsa l’evoluzione legislativa delle competenze in materia di strade dalle legge n. 2248/1865 (all. F) fino all’attuazione del D. Lgs. 112/1998 con il quale le Province si sono viste attribuire un ruolo importante di coordinamento e il raccordo in materie come la difesa dell’ambiente, la formazione professionale, la viabilità e i trasporti, l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti. La maggior parte delle Regioni ha poi provveduto a varare le leggi di attuazione di questo decreto seguendo tre vie: il trasferimento alle Province di tutte le funzioni mantenendo solo la programmazione; la costituzione di agenzie regionali alle quali delegare gli aspetti di programmazione, progettazione, manutenzione e monitoraggio; la costituzione di una società di capitali con funzioni di progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione delle strade che non rientravano nella rete autostradale e stradale nazionale. Si è cercato di presentare le esperienze più significative di quelloe che si può definire “federalismo stradale”. In particolare è stata analizzata la scelta della Regione Veneto che ha creato la “Veneto Strade S.p.A.”, con un interessante presa di posizione da parte della Provincia di Belluno che ha chiesto e ottenuto di creare una sezione operativa distaccata nel proprio territorio. Sono stati poi presi in considerazione i temi della manutenzione stradale, delle diverse possibilità di finanziamenti per la viabilità (ricorso a risorse proprie nel bilancio provinciale, alla Cassa Depositi e Prestiti, ai contributi dello Stato e delle Regioni, alla legislazione speciale), mentre un cenno è stato fatto al contesto delle infrastrutture in territorio alpino dove si da sempre più peso alla mobilità sostenibile e alla sicurezza nelle gallerie (Comunità di lavoro Alpe Adria e Convenzione delle Alpi). Una parte consistente del lavoro di stesura ha riguardato le delibere sulla viabilità del Consiglio provinciale di Belluno, nell’arco di tempo qui considerato. Questa analisi viene proposta alla lettura in base alle dieci presidenze della Giunta provinciale. La seconda parte della tesi propone invece quattro casi concreti di studio: 1) il progetto inattuato dell’autostrada Venezia-Monaco; 2) la rete stradale e le Olimpiadi di Cortina del 1956; 3) la realizzazione della S.P. n. 1-bis della Madonna del Piave per il collegamento tra Belluno e Treviso; 4) le calamità (Vajont e alluvione del 1966) e la ricostruzione della rete viaria.
10-apr-2019
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Descrizione: PROVINCE E VIABILITA' DAL 1951 ALLA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1474666
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