La fotografia della seconda, o terza rivoluzione digitale, è un magma che si espande in modo incontrollabile. Ancora non abbiamo chiaro che cosa significhi usare il cellulare come macchina fotografica, confezionare le immagini per i social, produrre una spaventosa massa di scatti che si riversano ogni giorno in internet divenendo parte di giganteschi database, che già il gioco si complica con l’intervento degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale a cambiare il codice genetico dell’atto fotografico. Come prepararci alla rivoluzione in atto? Quali strumenti servono per analizzare il fenomeno, e in che misura la teoria della fotografia può ancora soccorrerci? Il postfotografico – come concetto inclusivo che fa da ponte tra tutte le fasi della fotografia digitale – si presta a una messa a fuoco a più livelli. Come diversa tecnica della luce, diverso gesto, diversa politica e scienza del visibile. Una differenza che non è novità assoluta ma piuttosto maturazione di un’antica, originaria idea di fotografia, lasciata ai margini per gran parte del Novecento. I quindici saggi qui presentati ne approfondiscono ciascuno un aspetto tra passato e futuro: la fotografia come metodo di tracciamento, raccolta di luce non visibile, tecnica di misurazione del Sé e del mondo, nodo di un circuito di connessioni, oggetto paradossale che non è più obbligatoriamente visto, ma nondimeno è presente, e ancora capace di permettere una partecipazione allargata al mondo.
Il postfotografico. Dal selfie alla fotogrammetria digitale
Federica Villa
2024-01-01
Abstract
La fotografia della seconda, o terza rivoluzione digitale, è un magma che si espande in modo incontrollabile. Ancora non abbiamo chiaro che cosa significhi usare il cellulare come macchina fotografica, confezionare le immagini per i social, produrre una spaventosa massa di scatti che si riversano ogni giorno in internet divenendo parte di giganteschi database, che già il gioco si complica con l’intervento degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale a cambiare il codice genetico dell’atto fotografico. Come prepararci alla rivoluzione in atto? Quali strumenti servono per analizzare il fenomeno, e in che misura la teoria della fotografia può ancora soccorrerci? Il postfotografico – come concetto inclusivo che fa da ponte tra tutte le fasi della fotografia digitale – si presta a una messa a fuoco a più livelli. Come diversa tecnica della luce, diverso gesto, diversa politica e scienza del visibile. Una differenza che non è novità assoluta ma piuttosto maturazione di un’antica, originaria idea di fotografia, lasciata ai margini per gran parte del Novecento. I quindici saggi qui presentati ne approfondiscono ciascuno un aspetto tra passato e futuro: la fotografia come metodo di tracciamento, raccolta di luce non visibile, tecnica di misurazione del Sé e del mondo, nodo di un circuito di connessioni, oggetto paradossale che non è più obbligatoriamente visto, ma nondimeno è presente, e ancora capace di permettere una partecipazione allargata al mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.