Riguardo la prassi policorale del Cinquecento sono proposti alcuni esempi di possibili correlazioni tra fonti documentarie-letterarie, fonti iconografiche e strumenti musicali cinquecenteschi giunti sino a noi. Agli organici citati nei documenti sono collegati un’incisione di Matteo Pagan, un affresco del castello di Malpaga (Bergamo), gli angeli musicanti dipinti da Felice Brusasorzi in Santo Stefano a Verona e lo stucco in Santa Maria delle Grazie a Brescia, alcuni cornetti e tromboni dell’Accademia Filarmonica di Verona, una viola da braccio attribuita a Zanetto e Pellegrino De Micheli, una viola da gamba costruita a Venezia da Antonio Ciciliano, un contrabbasso Gasparo da Salò, l’organo positivo nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Valvasone (Pordenone) e l’organo positivo conservato al Museo Correr. Si sottolinea la varietà di combinazioni strumentali e modalità esecutive proprie della policoralità, suggerendo un parallelo con l’assenza di standardizzazione caratteristica dello strumentario cinquecentesco.
Trombe, piffari, cornetti ovver altri strumenti nella musica policorale a Venezia e nella Terra di Venezia nel Cinquecento / Trumpets, shawms, cornetts and other instruments in polychoral music of sixteenth century Venice Republic
MAURI, LAURA
2010-01-01
Abstract
Riguardo la prassi policorale del Cinquecento sono proposti alcuni esempi di possibili correlazioni tra fonti documentarie-letterarie, fonti iconografiche e strumenti musicali cinquecenteschi giunti sino a noi. Agli organici citati nei documenti sono collegati un’incisione di Matteo Pagan, un affresco del castello di Malpaga (Bergamo), gli angeli musicanti dipinti da Felice Brusasorzi in Santo Stefano a Verona e lo stucco in Santa Maria delle Grazie a Brescia, alcuni cornetti e tromboni dell’Accademia Filarmonica di Verona, una viola da braccio attribuita a Zanetto e Pellegrino De Micheli, una viola da gamba costruita a Venezia da Antonio Ciciliano, un contrabbasso Gasparo da Salò, l’organo positivo nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Valvasone (Pordenone) e l’organo positivo conservato al Museo Correr. Si sottolinea la varietà di combinazioni strumentali e modalità esecutive proprie della policoralità, suggerendo un parallelo con l’assenza di standardizzazione caratteristica dello strumentario cinquecentesco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.