Nella riflessione tipologica il termine ‘ergativo’ è tradizionalmente impiegato per designare il caso di cui alcune lingue dispongono e altre no per marcare il Soggetto dei verbi Transitivi (nella tradizione, A), in modo da distinguerlo dal complemento Oggetto dei verbi Transitivi (O) e dal Soggetto dei verbi Intransitivi (S). Sempre in queste lingue, O e S sono assimilati e marcati con lo stesso caso, l’assolutivo (sulle lingue ergative e le loro proprietà, cfr. Dixon 1994). L’italiano, analogamente all’inglese e a molte altre lingue, non dispone di tale marca di caso e non è quindi considerata lingua ergativa. Ciò nonostante, anche in queste lingue, tra l’Oggetto dei verbi transitivi e il Soggetto di alcuni verbi Intransitivi (in particolare, quelli che selezionano essere nei tempi composti, anche detti inaccusativi) si possono rilevare delle analogie nel comportamento sintattico. Per esempio, sia l’Oggetto del verbo Transitivo mangiare, sia il Soggetto del verbo Intransitivo cadere possono essere pronominalizzati con il clitico ne, mentre questo non è possibile con i Soggetti dei verbi Intransitivi che nei tempi composti selezionano avere, come dormire: “di panini, ne ho mangiati molti” / “di foglie, ne sono cadute molte” / *di bambini, ne hanno dormito molti. Inoltre, esiste in queste lingue (come nelle lingue ergative) un’ampia classe di verbi che ammette due varianti, l’una transitiva e l’altra intransitiva, tale che il Soggetto della variante intransitiva intrattiene con il verbo la stessa relazione tematica dell’Oggetto della variante transitiva (Paziente o Tema): affondare / “Il nemico affonda la nave.” “la nave affonda.” Questo fatto ha portato diversi studiosi a estendere l’etichetta di ergativo a verbi come affondare (cfr. Burzio 1986). Nella voce sono descritte le principali classi di verbi ergativi in italiano, con riferimento alle proprieta' semantiche e sintattiche dei membri.
Verbi ergativi
JEZEK, ELISABETTA
2011-01-01
Abstract
Nella riflessione tipologica il termine ‘ergativo’ è tradizionalmente impiegato per designare il caso di cui alcune lingue dispongono e altre no per marcare il Soggetto dei verbi Transitivi (nella tradizione, A), in modo da distinguerlo dal complemento Oggetto dei verbi Transitivi (O) e dal Soggetto dei verbi Intransitivi (S). Sempre in queste lingue, O e S sono assimilati e marcati con lo stesso caso, l’assolutivo (sulle lingue ergative e le loro proprietà, cfr. Dixon 1994). L’italiano, analogamente all’inglese e a molte altre lingue, non dispone di tale marca di caso e non è quindi considerata lingua ergativa. Ciò nonostante, anche in queste lingue, tra l’Oggetto dei verbi transitivi e il Soggetto di alcuni verbi Intransitivi (in particolare, quelli che selezionano essere nei tempi composti, anche detti inaccusativi) si possono rilevare delle analogie nel comportamento sintattico. Per esempio, sia l’Oggetto del verbo Transitivo mangiare, sia il Soggetto del verbo Intransitivo cadere possono essere pronominalizzati con il clitico ne, mentre questo non è possibile con i Soggetti dei verbi Intransitivi che nei tempi composti selezionano avere, come dormire: “di panini, ne ho mangiati molti” / “di foglie, ne sono cadute molte” / *di bambini, ne hanno dormito molti. Inoltre, esiste in queste lingue (come nelle lingue ergative) un’ampia classe di verbi che ammette due varianti, l’una transitiva e l’altra intransitiva, tale che il Soggetto della variante intransitiva intrattiene con il verbo la stessa relazione tematica dell’Oggetto della variante transitiva (Paziente o Tema): affondare / “Il nemico affonda la nave.” “la nave affonda.” Questo fatto ha portato diversi studiosi a estendere l’etichetta di ergativo a verbi come affondare (cfr. Burzio 1986). Nella voce sono descritte le principali classi di verbi ergativi in italiano, con riferimento alle proprieta' semantiche e sintattiche dei membri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.