Atene costituisce il luogo della formazione per Adriano ed è la sede dove matura l’importante esperienza dell’arcontato, la suprema carica di magistrato, conferendogli una veste politica greca che farà parte della sua figura imperiale. L’esperienza in Grecia consente al princeps di sviluppare un’idea di ellenicità, che questi concentrerà nella Villa tiburtina, importandovi le immagini più emblematiche, in termini monumentali e figurativi, con citazioni che sono sempre variazioni su temi consolidati in ambito greco. A Villa Adriana, infatti, la Piazza d’Oro riprende la planimetria della cosiddetta Biblioteca (in realtà archivio e sala del culto imperiale) di Adriano ad Atene, ma anche quella del Traianeum di Italica, santuario del culto memoriale del padre adottivo Traiano; le Cariatidi copiano quelle dell’Eretteo sull’Acropoli di Atene; i tipi statuari esposti al Canopo rappresentano rimandi prevalentemente all’arte del V secolo, considerata paradigmatica già dagli antichi. In mostra questi concetti si riconoscono nell’esposizione delle quattro cariatidi della villa tiburtina, cui si affianca quella proveniente da Corinto; e sempre da Corinto il prestito di un ritratto, forse Matidia, insieme all’elegante immagine femminile, con raffinata acconciatura, da Atene, si aggiunge alla monumentale Vibia Sabina già nell’Antiquarium della Villa. L’ideale estetico veicolato dai ritratti di Antinoo è mostrato dal bel busto trovato a Patrasso, mentre l’effigie del giovane amato dall’imperatore si riconosce nel gorgoneion della lorica nel ritratto di Adriano da Loukou, di monumentale bellezza e proveniente dalla villa di Erode Attico. Questa è una delle sculture che narrano il volto militare dell’impero, insieme alla statua di loricato da Corinto. Tra le rappresentazioni dell’imperatore, degno di nota il sorprendente ritratto frammentario da Atene, finalmente portato alla ribalta e divenuto icona della mostra: di altissima qualità, esso restituisce un’espressione distesa e sorridente di Adriano, lontana dalla tensione del condottiero, quest’ultimo raffigurato dalla testa colossale con corona civica, sempre da Atene.

“Testa ritratto di Adriano” ( p. 20); “Testa ritratto di Erode Attico da Atene” (pp. 22-24); “Testa ritratto di Polydeukion” (p. 24); “Testa ritratto femminile da Atene” (p. 34); “Statua di Antinoo da Eleusi” (pp. 38-39); “Statua di Antinoo da Aidepsos” (p. 39); “Busto ritratto maschile da Fliunte” (pp. 39-40); “Testa ritratto di Traiano dal Pireo” (pp. 41-42); “Torso loricato di Adriano dal Pireo” (pp. 42-43); “Statua colossale di Adriano loricato, da Hierapytna” (pp. 43-44), “Statua colossale di Adriano, loricato, da Taso” (p. 44); “Statua colossale di satiro dal teatro di Dioniso” (p. 52); “La villa di Loukou” (64-66); “Busto di Adriano loricato, da Loukou” (pp. 66-67); “Torso di Antinoo come Apollo o Dioniso” (pp. 67-68); “Gruppo di Achille e Pentesilea” (pp. 68-69); “Rilievo votivo” (pp. 69-70); “Tondo con Eracle e Auge” (p. 70).

GORRINI, MARIA ELENA
2014-01-01

Abstract

Atene costituisce il luogo della formazione per Adriano ed è la sede dove matura l’importante esperienza dell’arcontato, la suprema carica di magistrato, conferendogli una veste politica greca che farà parte della sua figura imperiale. L’esperienza in Grecia consente al princeps di sviluppare un’idea di ellenicità, che questi concentrerà nella Villa tiburtina, importandovi le immagini più emblematiche, in termini monumentali e figurativi, con citazioni che sono sempre variazioni su temi consolidati in ambito greco. A Villa Adriana, infatti, la Piazza d’Oro riprende la planimetria della cosiddetta Biblioteca (in realtà archivio e sala del culto imperiale) di Adriano ad Atene, ma anche quella del Traianeum di Italica, santuario del culto memoriale del padre adottivo Traiano; le Cariatidi copiano quelle dell’Eretteo sull’Acropoli di Atene; i tipi statuari esposti al Canopo rappresentano rimandi prevalentemente all’arte del V secolo, considerata paradigmatica già dagli antichi. In mostra questi concetti si riconoscono nell’esposizione delle quattro cariatidi della villa tiburtina, cui si affianca quella proveniente da Corinto; e sempre da Corinto il prestito di un ritratto, forse Matidia, insieme all’elegante immagine femminile, con raffinata acconciatura, da Atene, si aggiunge alla monumentale Vibia Sabina già nell’Antiquarium della Villa. L’ideale estetico veicolato dai ritratti di Antinoo è mostrato dal bel busto trovato a Patrasso, mentre l’effigie del giovane amato dall’imperatore si riconosce nel gorgoneion della lorica nel ritratto di Adriano da Loukou, di monumentale bellezza e proveniente dalla villa di Erode Attico. Questa è una delle sculture che narrano il volto militare dell’impero, insieme alla statua di loricato da Corinto. Tra le rappresentazioni dell’imperatore, degno di nota il sorprendente ritratto frammentario da Atene, finalmente portato alla ribalta e divenuto icona della mostra: di altissima qualità, esso restituisce un’espressione distesa e sorridente di Adriano, lontana dalla tensione del condottiero, quest’ultimo raffigurato dalla testa colossale con corona civica, sempre da Atene.
2014
8891800309
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/869842
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