La configurazione giuridica del soggetto "partito politico" elaborata dalla giurisprudenza e dalla dottrina diverge profondamente dalla realtà. In particolare la giurisprudenza è partita dalla qualificazione civilistica del partito come associazione di fatto per inquadrarlo nella categoria delle "associazioni di associazioni". Una tale costituzione, in effetti, può essere utile ai fini pratici: per definire, talora un pò casualmente, i rapporti tra le varie articolazioni del partito con terzi o addirittura tra le medesime. Simile modello si rivela, però, del tutto inadeguato non solo dinanzi alla verità storica, ma anche di fronte alla stessa evoluzione legislativa. E' pertanto indispensabile procedere a una precisa e tendenzialmente completa indagine sul diritto positivo che regola oggi i vari aspetti della vita dei partiti, in modo da sistemare i vari frammenti normativi per valutarne il senso ed, eventualmente, le reciproche incoerenze. Oggetto della ricerca non è soltanto la legislazione elettorale, quella sul finanziamento pubblico dei partiti, ma anche quella più minuta relativa ai tanti trattamenti di favore che l' ordinamento riserva alle formazioni politiche presenti negli organi rappresentativi (sono stati considerati il regime fiscale dei partiti, la protezione accordata alla loro attività di comunicazione ecc.). Da una siffatta analisi, che si estende al diritto vivente, emerge indubbiamente la specialità del diritto dei partiti e, per certi versi, la sua estraneità rispetto al diritto comune; tanto che da parte di taluno si è parlato di "immunità" per descrivere la situazione delle forze politiche. Tuttavia, più recentemente, si è potuto riscontrare una tendenza diversa: la disponibilità degli stessi partiti - e dei soggetti che materialmente si riconoscono in essi - a cercare una sempre più ampia tutela giurisdizionale per far valere nei confronti di terzi determinati interessi o diritti (la loro personalità morale, la loro immagine...) o addirittura per definire i loro conflitti interni. Il fenomeno può essere un altro segno della crisi del sistema dei partiti oppure, più ottimisticamente, un sintomo della loro reintegrazione nell' ordinamento e nella società civile.

Alla ricerca del diritto dei partiti politici

BETTINELLI, ERNESTO
1985-01-01

Abstract

La configurazione giuridica del soggetto "partito politico" elaborata dalla giurisprudenza e dalla dottrina diverge profondamente dalla realtà. In particolare la giurisprudenza è partita dalla qualificazione civilistica del partito come associazione di fatto per inquadrarlo nella categoria delle "associazioni di associazioni". Una tale costituzione, in effetti, può essere utile ai fini pratici: per definire, talora un pò casualmente, i rapporti tra le varie articolazioni del partito con terzi o addirittura tra le medesime. Simile modello si rivela, però, del tutto inadeguato non solo dinanzi alla verità storica, ma anche di fronte alla stessa evoluzione legislativa. E' pertanto indispensabile procedere a una precisa e tendenzialmente completa indagine sul diritto positivo che regola oggi i vari aspetti della vita dei partiti, in modo da sistemare i vari frammenti normativi per valutarne il senso ed, eventualmente, le reciproche incoerenze. Oggetto della ricerca non è soltanto la legislazione elettorale, quella sul finanziamento pubblico dei partiti, ma anche quella più minuta relativa ai tanti trattamenti di favore che l' ordinamento riserva alle formazioni politiche presenti negli organi rappresentativi (sono stati considerati il regime fiscale dei partiti, la protezione accordata alla loro attività di comunicazione ecc.). Da una siffatta analisi, che si estende al diritto vivente, emerge indubbiamente la specialità del diritto dei partiti e, per certi versi, la sua estraneità rispetto al diritto comune; tanto che da parte di taluno si è parlato di "immunità" per descrivere la situazione delle forze politiche. Tuttavia, più recentemente, si è potuto riscontrare una tendenza diversa: la disponibilità degli stessi partiti - e dei soggetti che materialmente si riconoscono in essi - a cercare una sempre più ampia tutela giurisdizionale per far valere nei confronti di terzi determinati interessi o diritti (la loro personalità morale, la loro immagine...) o addirittura per definire i loro conflitti interni. Il fenomeno può essere un altro segno della crisi del sistema dei partiti oppure, più ottimisticamente, un sintomo della loro reintegrazione nell' ordinamento e nella società civile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/103151
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