Il progetto fondamentale che io sono decide assolutamente del significato che può avere, per me e per gli altri, il passato che devo essere. Jean-Paul Sartre, L’être et le neant. Intendiamo, anzitutto, mettere a fuoco la distinzione fra due diverse modalità di esperienza temporale, quella storica e quella mitica, prendendo le mosse dall’individuazione di alcuni tratti caratteristici di quest’ultima, attraverso l’esame delle analisi di Mircea Eliade (§ 1). In quanto esperienze fattuali, riteniamo che a entrambe le manifestazioni temporali debba essere riconosciuto un proprio carattere di realtà, che risulterebbe, invece, negato laddove si considerasse l’esperienza mitica come la trasfigurazione di una «realtà storica» alla quale sola si presumerebbe appartenere l’attributo dell’effettività (§ 2). Irriducibili dunque, sul piano empirico-fattuale, l’una all’altra, nondimeno l’esperienza mitica della temporalità e quella storica mostrano una struttura trascendentale comune: la «dinamica di legittimazione», consistente nel fatto che l’identità, nella dimensione personale e in quella collettiva, si configura istituendo un passato del quale, in quanto presente, essa intende apparire quale erede (§ 3).

Tempo mitico e tempo storico: la «dinamica di legittimazione». Su Mircea Eliade e dintorni

CASSINARI, FLAVIO ELIGIO OTTAVIO
2005-01-01

Abstract

Il progetto fondamentale che io sono decide assolutamente del significato che può avere, per me e per gli altri, il passato che devo essere. Jean-Paul Sartre, L’être et le neant. Intendiamo, anzitutto, mettere a fuoco la distinzione fra due diverse modalità di esperienza temporale, quella storica e quella mitica, prendendo le mosse dall’individuazione di alcuni tratti caratteristici di quest’ultima, attraverso l’esame delle analisi di Mircea Eliade (§ 1). In quanto esperienze fattuali, riteniamo che a entrambe le manifestazioni temporali debba essere riconosciuto un proprio carattere di realtà, che risulterebbe, invece, negato laddove si considerasse l’esperienza mitica come la trasfigurazione di una «realtà storica» alla quale sola si presumerebbe appartenere l’attributo dell’effettività (§ 2). Irriducibili dunque, sul piano empirico-fattuale, l’una all’altra, nondimeno l’esperienza mitica della temporalità e quella storica mostrano una struttura trascendentale comune: la «dinamica di legittimazione», consistente nel fatto che l’identità, nella dimensione personale e in quella collettiva, si configura istituendo un passato del quale, in quanto presente, essa intende apparire quale erede (§ 3).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/105461
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