La soluzione accolta, pur coerente con la ratio di impedire aggiramenti dei termini di durata della misura a fondamento del divieto di contestazione "a catena", lascia tuttavia adito a talune perplessità, poiché sembra eludere il significato di garanzia della regola dettata dall'art. 297, comma 3, c.p.p. A destare qualche riserva è, in particolare, la circostanza che un evento successivamente verificatosi - il passaggio in giudicato della sentenza relativa al processo nel cui ambito era stato emesso il primo provvedimento cautelare - possa incidere sull'applicabilità di una previsione già divenuta operativa, essendosi prospettati tutti i presupposti atti ad integrare la fattispecie.
Il giudicato come limite implicito all'operatività della regola ex art. 297, comma 3, c.p.p.
GIULIANI, LIVIA
2007
Abstract
La soluzione accolta, pur coerente con la ratio di impedire aggiramenti dei termini di durata della misura a fondamento del divieto di contestazione "a catena", lascia tuttavia adito a talune perplessità, poiché sembra eludere il significato di garanzia della regola dettata dall'art. 297, comma 3, c.p.p. A destare qualche riserva è, in particolare, la circostanza che un evento successivamente verificatosi - il passaggio in giudicato della sentenza relativa al processo nel cui ambito era stato emesso il primo provvedimento cautelare - possa incidere sull'applicabilità di una previsione già divenuta operativa, essendosi prospettati tutti i presupposti atti ad integrare la fattispecie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.