In questi ultimi anni si è assistito ad un significativo aumento della produzione di biocombustibili di prima generazione, ovvero ottenuta a partire da biomassa derivate da colture alimentari. I più importanti incrementi produttivi hanno riguardato l’etanolo e il biodiesel. L’etanolo è estratto principalmente dalla canna da zucchero, dal granturco e, in misura minore, dal frumento, dalla barbabietola da zucchero e dalla yucca. Il biodiesel è, invece, ottenuto prevalentemente dall’olio di semi di colza, di palma, di soia e della jatropha. La produzione di combustibili di prima generazione è, pertanto, in forte competizione con la produzione agricola per uso alimentare e per questa ragione è oggetto di crescente attenzione per i suoi controversi effetti sulla sicurezza alimentare. I biocombustibili possono offrire significative opportunità in termini di sicurezza energetica, riduzione dell’impatto ambientale e mitigazione del cambiamento climatico. Essi potrebbero offrire una vera e propria opportunità di sviluppo economico per i paesi poveri, fornendo energia a basso costo prodotta localmente aiutando a risolvere i problemi energetici di circa 4 milioni di persone che vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo senza accesso all’elettricità (Diouf, 2008). A tali benefici si contrappongono importanti rischi, in particolare, di sicurezza alimentare. Le preoccupazioni per questi effetti negativi si sono sviluppate a partire dalla crisi del 20072008 in occasione della quale numerosi studi hanno individuato nell’aumento della produzione di biocombustibili una delle principali cause dell’impennata dei prezzi alimentari sui mercati internazionali. Un incremento produttivo che per giunta, le previsioni al 2050, non hanno indicato rallentare. Nello stesso periodo sono state pubblicate le stime sulla popolazione mondiale al 2050 le quali hanno mostrato, per quella data, il superamento dei 9 miliardi di persone. In questo scenario, il settore primario e la sua capacità di produrre il prospettato aumento del fabbisogno alimentare sono stati posti al centro di un dibattito che ha evidenziato gli elementi di criticità legati alla competizione tra le produzioni agricole per usi alimentari ed energetici e i possibili conseguenti effetti negativi in particolare di sicurezza alimentare nelle economie arretrate. L’analisi di questo dibattito rappresenta l’obiettivo del presente articolo che prende avvio con l’introduzione di una struttura concettuale che chiarisce il significato di sicurezza alimentare e le sue determinanti, offrendo gli elementi necessari per comprendere i canali attraverso i quali operano le interazioni tra biocombustibili e sicurezza alimentare. Successivamente si approfondisce la questione da cui ha preso avvio il dibattito “alimenti vs combustibili”, ovvero il rapido aumento della produzione di biocombustibili di prima generazione e il sostegno ricevuto dalle specifiche politiche introdotte. Chiariti questi aspetti di cornice, prende avvio l’analisi dei principali rischi connessi alla competizione tra produzioni agricole per usi alimentari ed energetici e per i fattori di produzione. Il paragrafo che chiude questo articolo presenta le principali raccomandazioni proposte per evitare, o quanto meno limitare, gli effetti negativi analizzati favorendo lo sviluppo di un settore bioenergetico sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e capace di contribuire al superamento della condizione di insicurezza alimentare della popolazione più povera del mondo.

Biocombustibili e sicurezza alimentare: rischi e possibili soluzioni

SASSI, MARIA
2015-01-01

Abstract

In questi ultimi anni si è assistito ad un significativo aumento della produzione di biocombustibili di prima generazione, ovvero ottenuta a partire da biomassa derivate da colture alimentari. I più importanti incrementi produttivi hanno riguardato l’etanolo e il biodiesel. L’etanolo è estratto principalmente dalla canna da zucchero, dal granturco e, in misura minore, dal frumento, dalla barbabietola da zucchero e dalla yucca. Il biodiesel è, invece, ottenuto prevalentemente dall’olio di semi di colza, di palma, di soia e della jatropha. La produzione di combustibili di prima generazione è, pertanto, in forte competizione con la produzione agricola per uso alimentare e per questa ragione è oggetto di crescente attenzione per i suoi controversi effetti sulla sicurezza alimentare. I biocombustibili possono offrire significative opportunità in termini di sicurezza energetica, riduzione dell’impatto ambientale e mitigazione del cambiamento climatico. Essi potrebbero offrire una vera e propria opportunità di sviluppo economico per i paesi poveri, fornendo energia a basso costo prodotta localmente aiutando a risolvere i problemi energetici di circa 4 milioni di persone che vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo senza accesso all’elettricità (Diouf, 2008). A tali benefici si contrappongono importanti rischi, in particolare, di sicurezza alimentare. Le preoccupazioni per questi effetti negativi si sono sviluppate a partire dalla crisi del 20072008 in occasione della quale numerosi studi hanno individuato nell’aumento della produzione di biocombustibili una delle principali cause dell’impennata dei prezzi alimentari sui mercati internazionali. Un incremento produttivo che per giunta, le previsioni al 2050, non hanno indicato rallentare. Nello stesso periodo sono state pubblicate le stime sulla popolazione mondiale al 2050 le quali hanno mostrato, per quella data, il superamento dei 9 miliardi di persone. In questo scenario, il settore primario e la sua capacità di produrre il prospettato aumento del fabbisogno alimentare sono stati posti al centro di un dibattito che ha evidenziato gli elementi di criticità legati alla competizione tra le produzioni agricole per usi alimentari ed energetici e i possibili conseguenti effetti negativi in particolare di sicurezza alimentare nelle economie arretrate. L’analisi di questo dibattito rappresenta l’obiettivo del presente articolo che prende avvio con l’introduzione di una struttura concettuale che chiarisce il significato di sicurezza alimentare e le sue determinanti, offrendo gli elementi necessari per comprendere i canali attraverso i quali operano le interazioni tra biocombustibili e sicurezza alimentare. Successivamente si approfondisce la questione da cui ha preso avvio il dibattito “alimenti vs combustibili”, ovvero il rapido aumento della produzione di biocombustibili di prima generazione e il sostegno ricevuto dalle specifiche politiche introdotte. Chiariti questi aspetti di cornice, prende avvio l’analisi dei principali rischi connessi alla competizione tra produzioni agricole per usi alimentari ed energetici e per i fattori di produzione. Il paragrafo che chiude questo articolo presenta le principali raccomandazioni proposte per evitare, o quanto meno limitare, gli effetti negativi analizzati favorendo lo sviluppo di un settore bioenergetico sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e capace di contribuire al superamento della condizione di insicurezza alimentare della popolazione più povera del mondo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1099333
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