La costante ricorrenza del tetracordo discendente nei più vari repertori di musica vocale, in ambito tanto “classico-colto” quanto “popolare” e “popular”, è stata più volte segnalata ma solo in parte investigata dagli studiosi delle rispettive tradizioni. Un esame non sempre accurato delle strutture musicali e della loro interazione con i contenuti verbali ha impedito un’adeguata messa a fuoco della varia tipologia tetracordale – minore diatonica, semicromatica, cromatica, o maggiore – e della sua altrettanto differenziata funzionalità espressiva. La tendenziale incomunicabilità fra i maggiori campi disciplinari coinvolti (musicologia, etnomusicologia e popular music studies) ha contribuito a rendere tale lacuna ancor più ampia. Soltanto a partire dal confronto costruttivo fra i più diversi punti di vista sarà possibile ristabilire il senso, e la storia, di un tòpos poetico-musicale così diffuso e trasversale. È dunque in una prospettiva necessariamente “transculturale” che il presente saggio intende offrire un primo tentativo di codificazione teorica complessiva, basato sull’analisi comparativa di composizioni apparentemente lontanissime fra di loro – come può esserlo un madrigale rappresentativo seicentesco da una canzone moderna – ma in realtà così strettamente imparentate da poter essere via via ricondotte, se non a uno stesso “DNA” poetico-musicale, a un ben preciso “luogo di comune risonanza emotiva”.

Il passacaglio tetracordale come tòpos poetico-musicale transculturale. Usi antichi e moderni a confronto (secc. XVI-XVII e XX-XXI)

LA VIA, STEFANO
2014-01-01

Abstract

La costante ricorrenza del tetracordo discendente nei più vari repertori di musica vocale, in ambito tanto “classico-colto” quanto “popolare” e “popular”, è stata più volte segnalata ma solo in parte investigata dagli studiosi delle rispettive tradizioni. Un esame non sempre accurato delle strutture musicali e della loro interazione con i contenuti verbali ha impedito un’adeguata messa a fuoco della varia tipologia tetracordale – minore diatonica, semicromatica, cromatica, o maggiore – e della sua altrettanto differenziata funzionalità espressiva. La tendenziale incomunicabilità fra i maggiori campi disciplinari coinvolti (musicologia, etnomusicologia e popular music studies) ha contribuito a rendere tale lacuna ancor più ampia. Soltanto a partire dal confronto costruttivo fra i più diversi punti di vista sarà possibile ristabilire il senso, e la storia, di un tòpos poetico-musicale così diffuso e trasversale. È dunque in una prospettiva necessariamente “transculturale” che il presente saggio intende offrire un primo tentativo di codificazione teorica complessiva, basato sull’analisi comparativa di composizioni apparentemente lontanissime fra di loro – come può esserlo un madrigale rappresentativo seicentesco da una canzone moderna – ma in realtà così strettamente imparentate da poter essere via via ricondotte, se non a uno stesso “DNA” poetico-musicale, a un ben preciso “luogo di comune risonanza emotiva”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1103179
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