I processi di modificazione dello spazio urbano e di penetrazione della città nella campagna, in atto nel secondo Ottocento, acuirono l’esigenza di modificare i tradizionali confini comunali. L’aumento demografico, l’emigrazione dalle campagne, i cambiamenti urbanistici rapidi ma spesso disordinati, lo sviluppo dei servizi che le classi dirigenti locali diressero o subirono, andarono sancendo «la fine delle città come qualcosa di definito, limitato, misurabile, la città chiusa in sé, che ha un “dentro” e un “fuori”, la città “cristallizzata in una forma”, secondo la definizione di Ruskin». Molte grandi città, infatti, “sconfinavano”, espandendosi oltre i confini segnati dalle mura che le circondavano e proteggevano da secoli. Proprio per superare la barriera, fisica e simbolica, costituita dalle mura, che separavano gli spazi geografici, economici e sociali, il territorio urbano dai suoi dintorni, i cittadini dai borghigiani, nel 1865 la prima legge comunale italiana previde apposite procedure. L’aggregazione dei comuni suburbani alle città murate fu subordinata, però, coerentemente con le ricordate posizioni sull’origine e sulla natura del comune, al consenso degli enti interessati all’unione. Eppure, con apparente incongruenza, nel 1873 fu coattivamente aggregato a Milano il popoloso comune extra moenia dei Corpi Santi, che doveva il toponimo, di origine incerta, all’antica pratica di inumare i corpi dei primi cristiani fuori dalle mura. La vicenda è ricostruita, prestando particolare attenzione ai profili politici e amministrativi. Dopo avere tratteggiato le disposizioni normative in materia di variazioni territoriali, si sono indagati i processi e le logiche che nei decenni postunitari presiedettero ai ripetuti tentativi di ridefinizione dei confini comunali milanesi, ritraendo con la costruzione storica del territorio a protezione di spazi politici, economici, culturali e sociali, anche la dimensione simbolica delle identità e delle appartenenze civiche.

Milano e i Corpi Santi (1860-1885)

COLOMBO, ELISABETTA
2015-01-01

Abstract

I processi di modificazione dello spazio urbano e di penetrazione della città nella campagna, in atto nel secondo Ottocento, acuirono l’esigenza di modificare i tradizionali confini comunali. L’aumento demografico, l’emigrazione dalle campagne, i cambiamenti urbanistici rapidi ma spesso disordinati, lo sviluppo dei servizi che le classi dirigenti locali diressero o subirono, andarono sancendo «la fine delle città come qualcosa di definito, limitato, misurabile, la città chiusa in sé, che ha un “dentro” e un “fuori”, la città “cristallizzata in una forma”, secondo la definizione di Ruskin». Molte grandi città, infatti, “sconfinavano”, espandendosi oltre i confini segnati dalle mura che le circondavano e proteggevano da secoli. Proprio per superare la barriera, fisica e simbolica, costituita dalle mura, che separavano gli spazi geografici, economici e sociali, il territorio urbano dai suoi dintorni, i cittadini dai borghigiani, nel 1865 la prima legge comunale italiana previde apposite procedure. L’aggregazione dei comuni suburbani alle città murate fu subordinata, però, coerentemente con le ricordate posizioni sull’origine e sulla natura del comune, al consenso degli enti interessati all’unione. Eppure, con apparente incongruenza, nel 1873 fu coattivamente aggregato a Milano il popoloso comune extra moenia dei Corpi Santi, che doveva il toponimo, di origine incerta, all’antica pratica di inumare i corpi dei primi cristiani fuori dalle mura. La vicenda è ricostruita, prestando particolare attenzione ai profili politici e amministrativi. Dopo avere tratteggiato le disposizioni normative in materia di variazioni territoriali, si sono indagati i processi e le logiche che nei decenni postunitari presiedettero ai ripetuti tentativi di ridefinizione dei confini comunali milanesi, ritraendo con la costruzione storica del territorio a protezione di spazi politici, economici, culturali e sociali, anche la dimensione simbolica delle identità e delle appartenenze civiche.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1113546
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