E’ sufficiente dare uno sguardo alle gare che hanno regolato gli appalti di lavori di cartografia in questi ultimi anni, per vedere come ormai la richiesta di cartografia numerica abbia sostituito, nella quasi totalità dei casi, quella di cartografia tradizionale disegnata. Questo non significa però che essa abbia sostituito la carta disegnata anche nell’uso. L’uso infatti della cartografia nella sua forma numerica presuppone la dotazione da parte dell’utente di sistemi di gestione e spesso i diversi utenti di una stessa cartografia numerica, ad esempio i diversi settori tecnici di un Comune Committente di cartografia, non sono dotati di sistemi informativi efficienti, disegnati per le esigenze di ciascuno e non si trovano quindi ancora in grado di sfruttare il prodotto cartografico numerico in tutte le sue potenzialità. Succede così che dalla cartografia numerica si ottengano, già in sede di consegna dei lavori, oppure sfruttando i sistemi hardware-software degli enti committenti, anche elaborati grafici in forma tradizionale che trovano largo uso, sia per le consuetudini e il modo di lavorare dei tecnici preposti alla pianificazione e alla gestione del territorio, sia anche perché, attualmente, quasi tutti gli strumenti legislativi che prevedono una rappresentazione del territorio, la richiedono in forma cartacea e non su supporto magnetico. Se comunque sono ancora gli elaborati su supporto cartaceo, ottenuti a partire dai dati numerici, quelli prevalentemente utilizzati, è tuttavia la cartografia in forma numerica l’elemento di produzione più richiesto e vincente. È indubbio che la grande domanda di cartografia numerica abbia determinato nell’industria cartografica un rapido mutare dei processi stessi di produzione che ha di fatto portato alla sostituzione fisiologica degli strumenti analogici con gli strumenti analitici. Anche se, in linea di principio, l’evoluzione del parco strumenti poteva non essere un’implicazione necessaria , è però un dato di fatto che, per quanto attiene la cartografia tecnica più propriamente detta, i metodi di produzione si siano rapidamente rivoluzionati e abbiano visto oltre all’adozione di strumenti per la realizzazione delle fasi di editing, plottaggio e gestione della carta numerica, il prevalere dell’uso dello strumento analitico nella fase di restituzione fotogrammetrica, se non altro per sintonia di metodologia di lavoro: dovendo la cartografia numerica essere comunque gestita da strumenti come il calcolatore e le periferiche ad esso associate, è risultato naturale estendere la fase primaria della produzione, la restituzione, a strumenti, i restitutori analitici appunto, basati sulla stessa tecnologia. Il percorso che le ditte hanno dovuto compiere, per adeguare i loro processi produttivi al nuovo prodotto richiesto dal mercato, non è stato né semplice, né indolore in termini di riconversione del personale, impiego di capitali, modificazione delle strutture di lavoro. Però l’Industria fotogrammetrica italiana ha risposto molto bene a queste esigenze e la richiesta da parte di enti pubblici e privati e di quanti necessitano di cartografia numerica vede ora la possibilità di disporre di un prodotto di alta qualità. Infatti, dopo le incertezze e le esitazioni delle prime sperimentazioni, quando si tendeva a ripetere, nella produzione della cartografia numerica, l’articolazione delle fasi del processo produttivo tradizionale, si è presto capito che prodotti diversi dovevano nascere da fasi operative diverse e, così come non esisteva praticamente più la fase del disegno, risultava invece molto impegnativo il momento immediatamente successivo alla restituzione numerica, l’editing. L’importanza dell’editing cartografico, che nei periodi iniziali non era stata subito correttamente e completamente compresa, è ora pienamente riconosciuta perché è nell’editing che la cartografia numerica assume i suoi connotati di completezza, di congruità geometrica, di aspetto estetico della sua realizzazione che risultano determinanti per caratterizzarne la qualità.

Aspetti caratterizzanti il collaudo della cartografia numerica a grande scala

SPALLA, ANNA
1997-01-01

Abstract

E’ sufficiente dare uno sguardo alle gare che hanno regolato gli appalti di lavori di cartografia in questi ultimi anni, per vedere come ormai la richiesta di cartografia numerica abbia sostituito, nella quasi totalità dei casi, quella di cartografia tradizionale disegnata. Questo non significa però che essa abbia sostituito la carta disegnata anche nell’uso. L’uso infatti della cartografia nella sua forma numerica presuppone la dotazione da parte dell’utente di sistemi di gestione e spesso i diversi utenti di una stessa cartografia numerica, ad esempio i diversi settori tecnici di un Comune Committente di cartografia, non sono dotati di sistemi informativi efficienti, disegnati per le esigenze di ciascuno e non si trovano quindi ancora in grado di sfruttare il prodotto cartografico numerico in tutte le sue potenzialità. Succede così che dalla cartografia numerica si ottengano, già in sede di consegna dei lavori, oppure sfruttando i sistemi hardware-software degli enti committenti, anche elaborati grafici in forma tradizionale che trovano largo uso, sia per le consuetudini e il modo di lavorare dei tecnici preposti alla pianificazione e alla gestione del territorio, sia anche perché, attualmente, quasi tutti gli strumenti legislativi che prevedono una rappresentazione del territorio, la richiedono in forma cartacea e non su supporto magnetico. Se comunque sono ancora gli elaborati su supporto cartaceo, ottenuti a partire dai dati numerici, quelli prevalentemente utilizzati, è tuttavia la cartografia in forma numerica l’elemento di produzione più richiesto e vincente. È indubbio che la grande domanda di cartografia numerica abbia determinato nell’industria cartografica un rapido mutare dei processi stessi di produzione che ha di fatto portato alla sostituzione fisiologica degli strumenti analogici con gli strumenti analitici. Anche se, in linea di principio, l’evoluzione del parco strumenti poteva non essere un’implicazione necessaria , è però un dato di fatto che, per quanto attiene la cartografia tecnica più propriamente detta, i metodi di produzione si siano rapidamente rivoluzionati e abbiano visto oltre all’adozione di strumenti per la realizzazione delle fasi di editing, plottaggio e gestione della carta numerica, il prevalere dell’uso dello strumento analitico nella fase di restituzione fotogrammetrica, se non altro per sintonia di metodologia di lavoro: dovendo la cartografia numerica essere comunque gestita da strumenti come il calcolatore e le periferiche ad esso associate, è risultato naturale estendere la fase primaria della produzione, la restituzione, a strumenti, i restitutori analitici appunto, basati sulla stessa tecnologia. Il percorso che le ditte hanno dovuto compiere, per adeguare i loro processi produttivi al nuovo prodotto richiesto dal mercato, non è stato né semplice, né indolore in termini di riconversione del personale, impiego di capitali, modificazione delle strutture di lavoro. Però l’Industria fotogrammetrica italiana ha risposto molto bene a queste esigenze e la richiesta da parte di enti pubblici e privati e di quanti necessitano di cartografia numerica vede ora la possibilità di disporre di un prodotto di alta qualità. Infatti, dopo le incertezze e le esitazioni delle prime sperimentazioni, quando si tendeva a ripetere, nella produzione della cartografia numerica, l’articolazione delle fasi del processo produttivo tradizionale, si è presto capito che prodotti diversi dovevano nascere da fasi operative diverse e, così come non esisteva praticamente più la fase del disegno, risultava invece molto impegnativo il momento immediatamente successivo alla restituzione numerica, l’editing. L’importanza dell’editing cartografico, che nei periodi iniziali non era stata subito correttamente e completamente compresa, è ora pienamente riconosciuta perché è nell’editing che la cartografia numerica assume i suoi connotati di completezza, di congruità geometrica, di aspetto estetico della sua realizzazione che risultano determinanti per caratterizzarne la qualità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/116481
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