Prima di recuperare il rapporto “ludico” nei confronti del materiale e dello stesso atto del comporre, che contraddistingue le opere della seconda metà degli anni Settanta in poi, Donatoni si allontana dall’esperienza strutturalista cercando di unire i procedimenti di tipo automatico con il recupero di materiali del passato. Si trovano così nelle opere della fine degli anni Sessanta – come Etwas ruhiger im Ausdruck, Souvenir e Orts – a convivere elementi di tecnica compositiva che si svilupperanno a pieno soltanto nelle opere degli anni a venire e un certo ripensamento della fase “negativa” riconoscibile nella tendenza al distacco dal materiale. La presenza di frammenti tratti dalle opere di Schönberg, Webern, Stockahusen e altri, offre a Donatoni la possibilità di quell’atto di autolimitazione così indispensabile per il suo modo di intendere il comporre e di interrogarsi, al contempo, sulla funzione del gesto musicale quale possibile via di uscita. Osservazioni analitiche sulle opere citate saranno il punto di partenza di questa indagine in cui si cercherà di tracciare una possibile definizione dell’orizzonte poetico in questa particolare fase dell’arco creativo di Donatoni.

Etwas ruhiger im Ausdruck… Elementi di poetica e osservazioni analitiche sulle opere della fine degli anni Sessanta

PUSTIJANAC, INGRID
2015-01-01

Abstract

Prima di recuperare il rapporto “ludico” nei confronti del materiale e dello stesso atto del comporre, che contraddistingue le opere della seconda metà degli anni Settanta in poi, Donatoni si allontana dall’esperienza strutturalista cercando di unire i procedimenti di tipo automatico con il recupero di materiali del passato. Si trovano così nelle opere della fine degli anni Sessanta – come Etwas ruhiger im Ausdruck, Souvenir e Orts – a convivere elementi di tecnica compositiva che si svilupperanno a pieno soltanto nelle opere degli anni a venire e un certo ripensamento della fase “negativa” riconoscibile nella tendenza al distacco dal materiale. La presenza di frammenti tratti dalle opere di Schönberg, Webern, Stockahusen e altri, offre a Donatoni la possibilità di quell’atto di autolimitazione così indispensabile per il suo modo di intendere il comporre e di interrogarsi, al contempo, sulla funzione del gesto musicale quale possibile via di uscita. Osservazioni analitiche sulle opere citate saranno il punto di partenza di questa indagine in cui si cercherà di tracciare una possibile definizione dell’orizzonte poetico in questa particolare fase dell’arco creativo di Donatoni.
2015
978-88-7096-833-0
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