L’articolo affronta la sperimentazione vocale, in modo particolare l’uso della voce senza le parole, nel ventesimo secolo, allo scopo di delineare lo spazio che si estende tra le arti performative, quali la poesia sonora e la musica vocale, il teatro di parola e il teatro musicale. La sperimentazione vocale comporta una riflessione sulla voce e con la voce, che corre in parallelo con l’interesse filosofico e linguistico per la sua natura elusiva e il suo potenziale comunicativo ed espressivo. Questi esperimenti mostrano come la voce ‘lavori’ tanto nella dimensione linguistica del significato, quanto in quella materiale del suono. Basandosi su esempi tratti dalla nascente poesia sonora (Hugo Ball e Kurt Schwitters) fino alla sperimentazione compositiva e vocale degli anni Sessanta (Luciano Berio, Cathy Berberian, Luigi Nono), si prendono in considerazioni differenti tracce di registrazione scritte o mediatizzate, che illustrano una complessa interrelazione tra composizione, performance e notazione. Da quest’indagine emerge l’abbozzo di una nuova mappa della vocalità, nella quale i confini tra linguaggio, declamazione e canto, ambito pre- e post-linguistico, corpo e linguaggio, poesia, musica e teatro, sono costantemente messi alla prova ed elusi.
La traccia della voce tra poesia sonora e sperimentazione musicale
GARDA, MICHELA
2016-01-01
Abstract
L’articolo affronta la sperimentazione vocale, in modo particolare l’uso della voce senza le parole, nel ventesimo secolo, allo scopo di delineare lo spazio che si estende tra le arti performative, quali la poesia sonora e la musica vocale, il teatro di parola e il teatro musicale. La sperimentazione vocale comporta una riflessione sulla voce e con la voce, che corre in parallelo con l’interesse filosofico e linguistico per la sua natura elusiva e il suo potenziale comunicativo ed espressivo. Questi esperimenti mostrano come la voce ‘lavori’ tanto nella dimensione linguistica del significato, quanto in quella materiale del suono. Basandosi su esempi tratti dalla nascente poesia sonora (Hugo Ball e Kurt Schwitters) fino alla sperimentazione compositiva e vocale degli anni Sessanta (Luciano Berio, Cathy Berberian, Luigi Nono), si prendono in considerazioni differenti tracce di registrazione scritte o mediatizzate, che illustrano una complessa interrelazione tra composizione, performance e notazione. Da quest’indagine emerge l’abbozzo di una nuova mappa della vocalità, nella quale i confini tra linguaggio, declamazione e canto, ambito pre- e post-linguistico, corpo e linguaggio, poesia, musica e teatro, sono costantemente messi alla prova ed elusi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.