I tumori a bassa frazione eziologica professionale continuano ad essere un problema sanitario di rilievo, sia considerando che circa il 2-8% di tutti le neoplasie riconosce una esposizione lavorativa come agente concausale, sia considerando l’alto numero di lavoratori tutt’oggi esposti ad agenti cancerogeni sui luoghi di lavoro. Lo studio dei tumori “a bassa frazione” risulta quindi di grande interesse tanto da essere inserito come obiettivo dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del Ministero della Salute. In Italia sono stati utilizzate due principali metodologie di studio dei tumori a bassa frazione eziologica professionale, l’una basata sulla ricerca attiva “al letto del malato” e caratterizzata da un approccio maggiormente clinico-diagnostico, l’altra realizzata tramite studi di record-linkage e caratterizzata da un approccio maggiormente epidemiologico di popolazione. Il presente lavoro ha condotto una breve analisi comparativa dei due approcci e dei relativi risultati, il cui esito indica una validità di entrambi i metodi e una complementarietà degli approcci che ne suggeriscono l’utilizzo anche per l’attività di registri tumori specificamente dedicati alla ricerca dei tumori a bassa frazione eziologica professionale.
Approcci allo studio delle neoplasie occupazionali a bassa frazione eziologica
ODDONE, ENRICO;IMBRIANI, MARCELLO
2016-01-01
Abstract
I tumori a bassa frazione eziologica professionale continuano ad essere un problema sanitario di rilievo, sia considerando che circa il 2-8% di tutti le neoplasie riconosce una esposizione lavorativa come agente concausale, sia considerando l’alto numero di lavoratori tutt’oggi esposti ad agenti cancerogeni sui luoghi di lavoro. Lo studio dei tumori “a bassa frazione” risulta quindi di grande interesse tanto da essere inserito come obiettivo dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del Ministero della Salute. In Italia sono stati utilizzate due principali metodologie di studio dei tumori a bassa frazione eziologica professionale, l’una basata sulla ricerca attiva “al letto del malato” e caratterizzata da un approccio maggiormente clinico-diagnostico, l’altra realizzata tramite studi di record-linkage e caratterizzata da un approccio maggiormente epidemiologico di popolazione. Il presente lavoro ha condotto una breve analisi comparativa dei due approcci e dei relativi risultati, il cui esito indica una validità di entrambi i metodi e una complementarietà degli approcci che ne suggeriscono l’utilizzo anche per l’attività di registri tumori specificamente dedicati alla ricerca dei tumori a bassa frazione eziologica professionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.