Lo studio dei rapporti fra linguaggio verbale ed espressione musicale, se applicato ai più vari ambiti storici e culturali, non solo facilita ma rende necessario un approccio critico-esegetico ed analitico tanto interdisciplinare quanto trasversale: tale da mettere in seria discussione sia la tradizionale dicotomia ‘colto’ / ‘popolare’, sia la più recente tendenza a separare, altrettanto rigidamente, la sfera del ‘popolare’ da quella cosiddetta ‘popular’. Un approccio in tal senso transculturale ai repertori delle rispettive tradizioni – dal medioevo ad oggi – evidenzia non solo divergenze, soprattutto sui piani della tecnica compositiva e della trasmissione dei testi, ma anche non meno rilevanti concordanze, a partire proprio dai princìpi basilari che regolano l’interazione fra musica e parole. Il genere della moderna ‘canzone d’autore’, forse più di ogni altro, rappresenta l’ideale terreno d’incontro – difficilmente riducibile alla categoria ‘popular’ – fra tradizioni ed esperienze eterogenee ma tutt’altro che incompatibili. È nei suoi spazi aperti e sempre mutevoli che il ‘colto’ e il ‘popolare’, sin dalle origini, si sono naturalmente incontrati, fino ad abbattere barriere ideologiche a tutt’oggi persistenti. Il presente contributo intende argomentare questa tesi di fondo sulla base di considerazioni storico-culturali ed esemplificazioni sintetiche (con rimandi ad analisi già proposte in altri studi), in riferimento ad alcuni fra i più rappresentativi canzonieri internazionali (soprattutto francese, italiano, brasiliano, nord-americano).

La canzone d’autore come terreno d’incontro tra ‘colto’ e ‘popolare’ (con annotazioni critiche su alcune tendenze della popular musicology)

Via, Stefano La;
2016-01-01

Abstract

Lo studio dei rapporti fra linguaggio verbale ed espressione musicale, se applicato ai più vari ambiti storici e culturali, non solo facilita ma rende necessario un approccio critico-esegetico ed analitico tanto interdisciplinare quanto trasversale: tale da mettere in seria discussione sia la tradizionale dicotomia ‘colto’ / ‘popolare’, sia la più recente tendenza a separare, altrettanto rigidamente, la sfera del ‘popolare’ da quella cosiddetta ‘popular’. Un approccio in tal senso transculturale ai repertori delle rispettive tradizioni – dal medioevo ad oggi – evidenzia non solo divergenze, soprattutto sui piani della tecnica compositiva e della trasmissione dei testi, ma anche non meno rilevanti concordanze, a partire proprio dai princìpi basilari che regolano l’interazione fra musica e parole. Il genere della moderna ‘canzone d’autore’, forse più di ogni altro, rappresenta l’ideale terreno d’incontro – difficilmente riducibile alla categoria ‘popular’ – fra tradizioni ed esperienze eterogenee ma tutt’altro che incompatibili. È nei suoi spazi aperti e sempre mutevoli che il ‘colto’ e il ‘popolare’, sin dalle origini, si sono naturalmente incontrati, fino ad abbattere barriere ideologiche a tutt’oggi persistenti. Il presente contributo intende argomentare questa tesi di fondo sulla base di considerazioni storico-culturali ed esemplificazioni sintetiche (con rimandi ad analisi già proposte in altri studi), in riferimento ad alcuni fra i più rappresentativi canzonieri internazionali (soprattutto francese, italiano, brasiliano, nord-americano).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1180958
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