I saggi e le ricerche presentati in questo libro hanno una tematica comune, pur trattando diversi aspetti e diverse forme di organizzazione del'industria italiana: la crisi. Ma non si tratta della crisi che dal 2007 sta caratterizzando il sistema di produzione, prima negli Usa e ora in Europa. Qui si parla, piuttosto, di crisi strutturale e sistemica del modello industriale italiano che tanto aveva fatto parlare di sé negli anni Ottanta. Il termine declino industriale (meglio produttivo) è oggi sulla bocca di tutti, dai sindacalisti agli imprenditori. Numerose sono le possibili spiegazioni dominanti, in primo luogo gli effetti della globalizzazione, l’ascesa di nuovi paesi industriali quali Cina e India, l’incapacità delle imprese italiani di adeguarsi ai nuovi modelli competitivi perché troppo vincolati dalla burocrazia statale, dal peso delle tasse e dalla rigidità del lavoro. Nella maggior parte dei casi, si tratta di ragioni dovute più a fattori esogeni che interne allo stesso sistema italiano. Questo saggio, in linea con i precedenti, vuole argomentare che le vere radici della crisi attuale del sistema economico sono per lo più dovute a quegli stessi fattori che alla fine degli Settanta e negli anni Ottanta hanno fatto decollare il modello del cd. Made in Italy: una dimensione d’impresa troppo piccola, l’inesistenza di una governance manageriale delle imprese, un’eccessiva flessibilità del lavoro, una carenza formativa della classe imprenditoriale, un eccessivo aiuto corporativo da parte dello Stato.

La crisi strutturale dell'industria e dell'economia italiana. Chi di precarietà ferisce, di precarietà perisce

FUMAGALLI, ANDREA MARIA
2016-01-01

Abstract

I saggi e le ricerche presentati in questo libro hanno una tematica comune, pur trattando diversi aspetti e diverse forme di organizzazione del'industria italiana: la crisi. Ma non si tratta della crisi che dal 2007 sta caratterizzando il sistema di produzione, prima negli Usa e ora in Europa. Qui si parla, piuttosto, di crisi strutturale e sistemica del modello industriale italiano che tanto aveva fatto parlare di sé negli anni Ottanta. Il termine declino industriale (meglio produttivo) è oggi sulla bocca di tutti, dai sindacalisti agli imprenditori. Numerose sono le possibili spiegazioni dominanti, in primo luogo gli effetti della globalizzazione, l’ascesa di nuovi paesi industriali quali Cina e India, l’incapacità delle imprese italiani di adeguarsi ai nuovi modelli competitivi perché troppo vincolati dalla burocrazia statale, dal peso delle tasse e dalla rigidità del lavoro. Nella maggior parte dei casi, si tratta di ragioni dovute più a fattori esogeni che interne allo stesso sistema italiano. Questo saggio, in linea con i precedenti, vuole argomentare che le vere radici della crisi attuale del sistema economico sono per lo più dovute a quegli stessi fattori che alla fine degli Settanta e negli anni Ottanta hanno fatto decollare il modello del cd. Made in Italy: una dimensione d’impresa troppo piccola, l’inesistenza di una governance manageriale delle imprese, un’eccessiva flessibilità del lavoro, una carenza formativa della classe imprenditoriale, un eccessivo aiuto corporativo da parte dello Stato.
2016
9788878922914
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1185875
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