La seconda edizione del presente volume tiene conto dell’evoluzione del diritto sindacale unitario e di quello dei Paesi europei prescelti per la comparazione. Come già si avvertiva nell’introduzione alla prima edizione, il volume, nato dall’esigenza di fornire un supporto agli innumerevoli corsi di diritto europeo del lavoro, si è poi sviluppato secondo linee più ambiziose, cercando di affiancare all’analisi, molto spesso astratta e fine a se stessa, della normativa dell’Unione sui rapporti collettivi di lavoro l’esame delle sue ricadute negli ordinamenti nazionali europei. È per questo che, alla ricostruzione del quadro normativo dell’Unione europea, si affianca la ricostruzione dei caratteri fondamentali di alcuni sistemi giuridici europei. Sono stati prescelti, da una parte, il Regno Unito e, d’altra parte, due Paesi a forte giuridificazione dei rapporti sindacali (Francia e Repubblica Federale Tedesca), visti, naturalmente, dalla prospettiva di un giurista italiano. La scelta del Regno Unito, da un canto, e di Francia e Repubblica federale tedesca, d’altro canto, è dipesa, non solo dal fatto che appartengono, l’uno ad un sistema di common law e gli altri a sistemi di civil law, ma anche al fatto che essi sono caratterizzati da sempre da diversi sistemi di relazioni industriali, diversi assetti della contrattazione collettiva, diversi rapporti tra legge e contratto collettivo, diverso statuto giuridico del contratto collettivo e diverse attitudini rispetto allo sciopero. Una volta esplicitato il criterio di scelta della comparazione (cosa comparare) se ne può esplicitare anche la finalità, che è quella di verificare il grado di convergenza tra i diversi ordinamenti e, come detto, l’incidenza sullo stesso del diritto dell’Unione, da intendere non solo come produzione legislativa ma anche come giurisprudenza della Corte di giustizia. Si tratta dunque di una comparazione multilivello, così come ormai multilivello sono le fonti di disciplina dei rapporti di lavoro e di quelli XX Diritto sindacale europeo e comparato sindacali. Accanto al diritto dell’Unione si sono esaminate le norme di diritto internazionale privato, essenziali nel contesto della globalizzazione e dunque dell’accentuata mobilità di lavoratori e imprese, per poi passare all’esame degli ordinamenti prescelti in relazione agli istituti portanti del diritto sindacale, vale a dire il contratto collettivo e lo sciopero. E l’analisi della giurisprudenza della Corte di giustizia ha costituito la testa di ponte ideale tra la parte dedicata al diritto eurounitario e quella dedicata alle caratteristiche generali dei sistemi prescelti: essa infatti, specie in relazione al contratto collettivo, ne evidenzia immediatamente i caratteri differenziali nei diversi ordinamenti. Si è optato per un’analisi verticale dei singoli Paesi e non orizzontale, istituto per istituto, consapevoli che tali analisi orizzontali spesso non consentono di cogliere il reale funzionamento di un istituto in ogni singolo contesto. Ovviamente l’esercizio può essere proseguito autonomamente dal lettore con riferimento ad altri sistemi. Le conclusioni, ad ogni modo, tengono conto delle tendenze generali nei Paesi europei anche al di là di quelli esplicitamente analizzati.

Diritto sindacale europeo e comparato

MAGNANI, MARIELLA
2017-01-01

Abstract

La seconda edizione del presente volume tiene conto dell’evoluzione del diritto sindacale unitario e di quello dei Paesi europei prescelti per la comparazione. Come già si avvertiva nell’introduzione alla prima edizione, il volume, nato dall’esigenza di fornire un supporto agli innumerevoli corsi di diritto europeo del lavoro, si è poi sviluppato secondo linee più ambiziose, cercando di affiancare all’analisi, molto spesso astratta e fine a se stessa, della normativa dell’Unione sui rapporti collettivi di lavoro l’esame delle sue ricadute negli ordinamenti nazionali europei. È per questo che, alla ricostruzione del quadro normativo dell’Unione europea, si affianca la ricostruzione dei caratteri fondamentali di alcuni sistemi giuridici europei. Sono stati prescelti, da una parte, il Regno Unito e, d’altra parte, due Paesi a forte giuridificazione dei rapporti sindacali (Francia e Repubblica Federale Tedesca), visti, naturalmente, dalla prospettiva di un giurista italiano. La scelta del Regno Unito, da un canto, e di Francia e Repubblica federale tedesca, d’altro canto, è dipesa, non solo dal fatto che appartengono, l’uno ad un sistema di common law e gli altri a sistemi di civil law, ma anche al fatto che essi sono caratterizzati da sempre da diversi sistemi di relazioni industriali, diversi assetti della contrattazione collettiva, diversi rapporti tra legge e contratto collettivo, diverso statuto giuridico del contratto collettivo e diverse attitudini rispetto allo sciopero. Una volta esplicitato il criterio di scelta della comparazione (cosa comparare) se ne può esplicitare anche la finalità, che è quella di verificare il grado di convergenza tra i diversi ordinamenti e, come detto, l’incidenza sullo stesso del diritto dell’Unione, da intendere non solo come produzione legislativa ma anche come giurisprudenza della Corte di giustizia. Si tratta dunque di una comparazione multilivello, così come ormai multilivello sono le fonti di disciplina dei rapporti di lavoro e di quelli XX Diritto sindacale europeo e comparato sindacali. Accanto al diritto dell’Unione si sono esaminate le norme di diritto internazionale privato, essenziali nel contesto della globalizzazione e dunque dell’accentuata mobilità di lavoratori e imprese, per poi passare all’esame degli ordinamenti prescelti in relazione agli istituti portanti del diritto sindacale, vale a dire il contratto collettivo e lo sciopero. E l’analisi della giurisprudenza della Corte di giustizia ha costituito la testa di ponte ideale tra la parte dedicata al diritto eurounitario e quella dedicata alle caratteristiche generali dei sistemi prescelti: essa infatti, specie in relazione al contratto collettivo, ne evidenzia immediatamente i caratteri differenziali nei diversi ordinamenti. Si è optato per un’analisi verticale dei singoli Paesi e non orizzontale, istituto per istituto, consapevoli che tali analisi orizzontali spesso non consentono di cogliere il reale funzionamento di un istituto in ogni singolo contesto. Ovviamente l’esercizio può essere proseguito autonomamente dal lettore con riferimento ad altri sistemi. Le conclusioni, ad ogni modo, tengono conto delle tendenze generali nei Paesi europei anche al di là di quelli esplicitamente analizzati.
2017
9788892110663
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11571/1200986
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