Il saggio esamina il lessico platonico relativo alla nozione di "giusto" (dikaion) nel libro I della "Repubblica". Si dà conto dell'oscillazione tra due termini che designano la nozione cardine di giustizia, dikaion e dikaiosyne, rilevando come Socrate sia il solo interlocutore del dialogo a fare costantemente ricorso alla forma dikaiosyne. Platone intende in tal modo sottolineare che l'oggetto del discorso è la giustizia come virtù dell'anima, e non una nozione di giusto in cui, secondo la tradizione greca, non viene riservato alcuno spazio alle intenzioni che, specie nel contesto politico, muovono il soggetto agente.
Dikaion/dikaiosyne.
GASTALDI, SILVIA
1998-01-01
Abstract
Il saggio esamina il lessico platonico relativo alla nozione di "giusto" (dikaion) nel libro I della "Repubblica". Si dà conto dell'oscillazione tra due termini che designano la nozione cardine di giustizia, dikaion e dikaiosyne, rilevando come Socrate sia il solo interlocutore del dialogo a fare costantemente ricorso alla forma dikaiosyne. Platone intende in tal modo sottolineare che l'oggetto del discorso è la giustizia come virtù dell'anima, e non una nozione di giusto in cui, secondo la tradizione greca, non viene riservato alcuno spazio alle intenzioni che, specie nel contesto politico, muovono il soggetto agente.File in questo prodotto:
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